Ponte sullo Stretto, i comitati uniti: “Uno scempio, da oggi sarà lotta dura”

(DI MANUELA MODICA – ilfattoquotidiano.it) – “Da oggi inizia la lotta”. Carmelo Briguglio, avvocato di parte degli espropriandi storici del Ponte sullo Stretto, ha parlato così alla platea accorsa giovedì mattina al palazzo comunale di Messina, dove il comitato “Invece del Ponte” aveva organizzato una conferenza stampa aperta alla città. Un salone gremito come non si vedeva dai tempi della campagna elettorale di Renato Accorinti, poi eletto sindaco con la maglietta “No Ponte”. La pubblicazione dell’elenco degli espropri ha infuocato di nuovo gli animi sulla sponda siciliana dello Stretto e non solo.

Una sorpresa per molti: “Finalmente hanno capito che un’opera così grande non poteva interessare solo Torre Faro”, sottolinea Mariolina De Francesco, proprietaria di una casa a Torre Faro, dove vive, che verrà completamente espropriata. Nella lista di 1.526 pagine sono elencate particelle della zona, dove finora non erano stati apposti vincoli. Ma c’è anche la lista Villa San Giovanni, altri 5 Comuni dal lato siciliano e altri 7 da quello calabresi: in tutto 2.514 pagine di elenco espropri. Non tutti per demolizione, la gran parte per “asservimento”, verranno cioè espropriati temporaneamente per consentire l’accesso di mezzi o per lavori connessi. Ma c’è chi subirà entrambi gli espropri: “Abbiamo comprato un terreno 15 anni fa, con grande fatica, impegnandoci con mutui e cessione del quinto. In una zona che non era soggetta a esproprio. Avremmo fatto tutto questo se avessimo avuto il sospetto di potere rientrare negli espropri?”, chiede Carmela Licastro. Fino a pochi giorni fa, l’area non era soggetta a vincolo, adesso rientra nelle mappe e negli elenchi della Stretto di Messina: “Avevamo finito di costruirla a giugno scorso, dopo neanche un anno ci sta crollando il mondo addosso”, scuote la testa Licastro.

“Stamattina mi sono svegliato e mi sono ritrovato tra gli espropri”, rivela invece Fabio Mostaccio, sociologo politico dell’Università di Messina, proprietario di un terreno nel comune di Villafranca, dov’è nato. Che continua: “Questi terreni saranno usati, ragionevolmente, per il materiale da risulta. Si consideri che lambiscono il lungomare del paese. Per tutta la durata della costruzione, le spiagge saranno attraversate da un continuo passaggio di camion?”, chiede. “La pubblicazione della lista espropri ha creato sconcerto perché parliamo di grandi cantieri immersi nella città, un territorio completamente urbanizzato. Tutte le grandi opere sono in zone limitrofe ai centri urbani, non nei centri stessi”, sottolinea Sergio De Cola, ingegnere, ex assessore all’Urbanistica nella giunta di Accorinti.

Nel frattempo esplode il dissenso: “Lunedì saremo all’apertura dello sportello informativo al Palacultura, con le nostre bandiere”, spiega Daniele Ialacqua, del comitato “No Ponte Capo Peloro”. La protesta poi si sposterà sul lato calabrese, dove andranno pure tutti i comitati messinesi per l’apertura degli sportelli giovedì 11 aprile: “Faremo un’assemblea e, visto il clima che avverto, temo che non ci sarà abbastanza spazio per tutti”, sostiene Giuseppe Fedele, promotore a Villa San Giovanni del comitato “Titengostretto”. Dopo la lista espropri, secondo lui, è tutto cambiato: “Mi fermano tutti per strada, alle poste, in banca. Dopo la pubblicazione degli elenchi, si sono svegliati tutti e la partecipazione è completamente cambiata. Ma non parliamo di espropri: se arriveremo a quella fase, avremo perso”.

Intanto anche i partiti si attivano: “Ci sono arrivate tantissime segnalazioni, perché questa pubblicazione della lista espropri, in queste modalità, ha spiazzato tutti. Per questo abbiamo attivato uno sportello per offrire informazioni e assistenza legale”, spiega Antonio De Luca, portavoce del M5S all’Assemblea regionale siciliana. Mentre il gruppo del Pd al Comune di Messina presenterà “una proposta di applicazione dell’articolo 22 del Codice degli appalti, che finora sia il governo sia la società Stretto di Messina hanno bypassato. Chiederemo il ‘dibattito pubblico’ aperto ai Comuni interessati”, spiega Alessandro Russo, consigliere Pd.