Cosenza. Pronto Soccorso senza dignità. Da Crocco a Scrivano, 10 anni di bugie in un mare di melma

Da almeno 8-9 anni la nostra redazione riceve più o meno puntualmente gravissime denunce di liberi cittadini che raccontano le loro vere e proprie odissee nel Pronto Soccorso di Cosenza, ormai abbandonato al suo destino con la gente buttata nei corridoi senza un minimo di assistenza e non certo per colpa di medici e operatori sanitari. Una deriva e un calvario senza fine se è vero – com’è vero – che dal 2017 a oggi sono cambiati 5 (cinque!) primari senza che si sia risolto un bel nulla.

Correva l’anno 2017 quando un infermiere del Pronto Soccorso ci scriveva un’accorata lettera spiegando il suo punto di vista e soprattutto rispedendo al mittente una serie di menzogne dell’allora direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Sarò di parte, ci lavoro infatti, ma devo dire che, nonostante il clamore mediatico di questi ultimi anni e nonostante i minimi interventi apportati, il Pronto Soccorso naviga in un mare di melma. Noi sanitari siamo pochi e nel periodo di ferie ancor meno, la struttura è inadeguatissima a fungere da locale per il Pronto Soccorso di un ospedale hub (purtroppo è stata in costruzione per 20 anni e quando è stata grossolanamente terminata è risultata antiquata) che accoglie ammalati di tutta la provincia di Cosenza, mancano pulizia, condizionatori idonei specialmente nella sala d’attesa e organizzazione strutturale e del personale.

Per la prima, sono costretto a denunciare l’esiguità dei locali sovraffollati che portano ad una conseguente mancanza di privacy per i malati, e questa è una mancanza deprecabile perché si priva di dignità la persona, per la seconda, sono costretto a denunciare, oltre alla carenza eterna di personale, la sua mancata organizzazione al meglio. Speravamo che le cose cambiassero con il nuovo “primario” (il barese Mitaritonno, vincitore tra l’altro di un concorso molto chiacchierato, ndr), insediatosi ormai da mesi, ma le cose sono peggiorate perché si è rivelato un manager senza umanità, diversamente dal precedente direttore, il quale, e questo è ben risaputo, oltre a fare il direttore era sempre in corsia come medico, infermiere, Oss, amico e missionario con tutti. Sappiamo bene che un altro dottor Crocco non è possibile averlo, ma un medico-primario che svolga al meglio le sue funzioni sì.

A questo proposito, non posso tacere quanto sbandierato a inizio 2017 dal dr. Mario Veltri, direttore sanitario dell’ospedale (ora dovrebbe essere in pensione, ndr), il quale davanti alle telecamere di Striscia la notizia si era affrettato a dire che i problemi del Pronto soccorso erano da addebitare al fatto che era stato guidato per anni da un facente funzione (il dr. Crocco) e che con l’arrivo del nuovo direttore le cose sarebbero cambiate.

Non solo ha mentito alla grande perché il dr. Crocco è stato il faro del Pronto Soccorso, ma soprattutto perché in questi ultimi mesi, con il nuovo direttore, le cose sono peggiorate e ci ritroviamo con un primario-manager che invece di essere vicino a noi tutti e alla struttura vive nella sua torre d’avorio. A onor del vero devo dire che professionalmente non ha nulla da invidiare ad alcuno, ma che umanamente lascia molto a desiderare, e che come manager è ancor peggio, visto che non ha nemmeno tentato di mettere in atto la necessaria riorganizzazione del Pronto soccorso, né pare gliene importi molto di quel che vivono gli ammalati e gli operatori sanitari.

Ciò a tutto svantaggio della comunità, che da una parte paga le tasse e il professionista in questione per non avere servizi e mantenere un medico in poltrona invece che in corsia. Ci era stato assicurato che le cose sarebbero cambiate, invece l’impressione è che il primario del Pronto Soccorso sia il solito raccomandato che si fregia del pennacchio e non si sporca le mani. Mentre i pazienti soffrono, noi siamo oberati di lavoro, non possiamo parlare con la stampa per rendere pubbliche queste situazioni perché rischiamo di perdere il posto di lavoro e siamo i destinatari di insulti e lamentele, peraltro legittime, che però dovrebbero essere indirizzate altrove… 

Fin qui l’accorata lettera dell’infermiere del Pronto Soccorso. Il primario Mitaritonno ha conservato la guida del reparto fino al 2021, quindi per altri 4 anni, nel corso dei quali la situazione è andata ancora di più degradando, fino a convincere anche chi ne era a capo a gettare la spugna. Da allora – 2021 – è stato un susseguirsi di mezze figure messe lì a fare i primari facenti funzione senza nessuna possibilità di migliorare nulla. E così si è passati da Cersosimo a Viggiani per finire al dottore Pietro Scrivano, che proprio qualche giorno fa è crollato dimettendosi… Noi speriamo vivamente che non si completi la deriva con la nomina di qualche dottoressa accriccata a vecchi arnesi del sistema politico cosentino (https://www.iacchite.blog/cosenza-al-pronto-soccorso-un-calvario-senza-fine-scrivano-se-dimesso-ma-ora-si-fermi-la-nuova-nomina/) ma in ogni caso cambia poco. Il disegno sempre più chiaro della cricca di politici corrotti che guidano la sanità calabrese è quello di “vendere” la sanità pubblica per favorire un gruppo bene individuato (neanche tutti…) di boss della sanità privata. E questo disegno, giorno dopo giorno, fa sempre più schifo. Esattamente come il suo sedicente commissario parassita.