Cosenza. Caso Sacro Cuore, la diatriba Occhiuto-iGreco. Ferdinando Gentile: “Una rissa tra clan”

di Ferdinando Gentile 

Lo scontro che si sta consumando in queste ore a proposito dei nuovi punti nascita, previsti dal riordino della rete ospedaliera, ha dell’incredibile.
Una rissa tra clan a suon di accuse lanciate dal salotto del pennivendolo Polimeni, cartina di tornasole del livello del dibattito politico locale.
Che la clinica Sacro Cuore abbia rappresentato per la provincia di Cosenza un punto nascite storico non è in discussione, ma non è assolutamente questo il punto della questione. Lo capirebbe chiunque. Il tema vero è la gestione del sistema sanitario, ancora una volta relegata a scontri (spesso farlocchi) di potere tra le solite famiglie, nel caso di specie Occhiuto e iGreco.

Invece di fare interventi sostenendo l’una o l’altra parte e prestarsi alle rispettive strategie di potere, come ha fatto il sindaco di Cosenza per il gruppo iGreco, come mai gli indignati dell’ultima ora non protestano per potenziare il reparto di ginecologa e ostetricia dell’Annunziata? Infermieri e OSS da mesi lanciano messaggi di aiuto per le terribili condizioni in cui sono costretti ad operare.
Come mai si rimane in silenzio dopo le ultime dimissioni del primario del pronto soccorso più importante della provincia di Cosenza?
In tutto ciò a pagare le conseguenze saranno sempre i/le cittadini/e e chi lavora.

Essere a favore della sanità pubblica e di qualità significa battersi ogni giorno per potenziare i nostri ospedali e le reti sanitarie territoriali. In una città normale, con forte senso civico e di appartenenza, i consigli comunali si sarebbero dovuti svolgere sotto gli ospedali per chiederne il potenziamento e l’invio di risorse, si sarebbero dovute fare barricate fino al ristabilimento di condizioni di sicurezza dignitose per tutte e tutti.
La realtà invece è un’altra, quasi tutta la politica locale non solo evita accuratamente il nocciolo politico della questione ma addirittura si schiera in questo squallido e indegno scontro tra potentati giocato sulla pelle dei cittadini.

È sempre più netta la distanza tra la maggioranza che lavora, che fa sacrifici per sé e per i propri cari, che è costretta a partire per curarsi o a rinunciare alle cure e una sparuta minoranza di soliti noti che governano senza avere idea di cosa sia la realtà fuori dai propri salotti.