Cosenza, porto delle nebbie. Potestio-Cozzolino-Caputo: ecco cosa si sono detti in quella cena

Il quadro si andava sempre più delineando a qualche mese di distanza dalla clamorosa notizia del terremoto giudiziario sulla procura di Cosenza meglio nota come porto delle nebbie. La “bomba” pubblicata in esclusiva da Il Fatto Quotidiano il 17 gennaio 2019 e che riferiva di 15 magistrati calabresi indagati dalla procura di Salerno, con a capo il procuratore Gattopardo di Cosenza (puntualmente insabbiata), arrivava dopo una interrogazione parlamentare con la richiesta di un’ispezione ministeriale al porto delle nebbie di Cosenza (purtroppo mai andata in porto), che era solo un primo risultato e che comunque andava accoppiato anche ad un altro risultato, ottenuto qualche mese prima. Il Gattopardo Spagnuolo infatti aveva già allontanato (e non poteva più farne a meno!) il pm Cozzolino da tutte le inchieste che riguardavano la pubblica amministrazione.

Che non era cosa da niente, visto che Cozzolino era stato fino all’altro ieri colui il quale, più degli altri, si era adoperato a boicottare tutte le inchieste nelle quali era coinvolto il duo Occhiuto/Potestio. Infatti Potestio e il pm Cozzolino sono molto amici. Un’amicizia che non è mai piaciuta al sostituto Manzini, che non si è mai fidata di Cozzolino. Chiedendo ed ottenendo, ad esempio, il suo allontanamento dall’inchiesta sull’ex segretario del sindaco Occhiuto, Giuseppe Cirò, accusato dallo stesso di aver truffato l’economato comunale impossessandosi di oltre 60mila euro per finti viaggi di rappresentanza e missione del sindaco, taroccando documenti e firme. Infatti l’inchiesta era stata affidata al pm Giuseppe Visconti, sempre con la supervisione della Manzini.

Del resto, era da tempo che la Manzini si era accorta che tutto ciò di cui si discuteva in ufficio, in merito all’inchiesta veniva, sistematicamente, spiattellato agli indagati. Che organizzavano le contromisure.

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la pubblicazione da parte nostra della famosa foto che ritraeva il pm Cozzolino insieme a Potestio (ex capogabinetto del sindaco) e l’attuale presidente del consiglio comunale Pierluigi Caputo. Una decina di giorni prima del blitz della Manzini contro gli appalti spezzatino in Comune.

Ci siamo sempre chiesti cosa ci facesse a quella cena il presidente del consiglio comunale Caputo. E lo avevamo anche scoperto. I finanzieri avevano sequestrato documenti relativi alle “missioni di servizio” svolte sia dal personale che da consiglieri comunali e collaboratori del sindaco Mario Occhiuto. Un sequestro che parrebbe essere in continuità con il lavoro investigativo sul caso Cirò. Che evidentemente, nel corso dell’indagine, si è “allargato” mettendo in luce un vero e proprio sistema truffaldino, che andava avanti da anni, sui rimborsi per viaggi e missioni istituzionali, e che coinvolge tutti. Una specie di bancomat per i furbacchioni: sindaco, consiglieri, dipendenti, dirigenti, collaboratori.

La Manzini, scoperto il verminaio, aveva deciso di andare fino in fondo acquisendo tutti gli atti dell’economato e non solo quelli relativi al caso Cirò. E a firmare le richieste dei consiglieri per missioni e viaggio chi era? Il presidente del consiglio comunale Caputo. Ed è proprio di questo che, nella famosa cena, si parlava.

Cozzolino, all’epoca ancora titolare dell’inchiesta sul caso Cirò, aveva capito dalle prime risultanze che il caso era destinato ad allargarsi, e aveva capito dove la Manzini voleva andare a parare. E dell’intenzioni della Manzini, Cozzolino informò subito il suo amico Potestio dicendogli di dire a Caputo di “guardarsi a manu”.  Potestio preoccupato, chiama Caputo ed organizza la cena. Cozzolino informa Caputo della volontà della Manzini di acquisire anche tutti gli atti da lui firmati per missioni e viaggi dei consiglieri, specie quelli di maggioranza che non fanno altro che andare in giro per missioni relative all’“ANCI”. Insomma gli spiffera che la Manzini sta indagando anche su di lui ed altri. E di organizzarsi.

Dalle “carte risulta” un via vai di consiglieri tra Roma e Cosenza, che manco li cani. E tutti che devono fare qualcosa per l’ANCI. Una stranezza che salta agli occhi. E che la Manzini ha deciso di approfondire. Cozzolino dice a Caputo di regolarsi e di stare attento, ed informa i due che la Manzini lo ha sgamato per via anche del tanto clamore fatto da Iacchite’, e che lui non può fare più niente. E che quella era l’ultima informazione che poteva passargli.

Ecco perché Cozzolino è stato allontanato da queste inchieste, e la foto da noi pubblicata ha confermato alla Manzini che lo spione era lui. Una questione che poi è stata sollevata anche dal Movimento Cinquestelle e che finalmente aveva portato all’incriminazione di Occhiuto per bancarotta fraudolenta. Ma da allora, purtroppo, complice anche il Covid, era calato il silenzio. Potestio ha continuato a fare affari nella sanità, Caputo è stato addirittura eletto consigliere regionale e Cozzolino continua ad andare appresso a chi fuma spinelli e persino a chiamare gente per interrogarla (sic!)… Ma improvvisamente il Csm ha alzato la testa, ha rispedito al mittente l’archiviazione al trasferimento di quel marlonbrando di un Cozzolino e ha disposto la convocazione del Gattopardo (e anche della sua prostata) e di tutti i magistrati in servizio al porto delle nebbie. Molto meglio di un’ispezione!