Praia a Mare, imprenditore ospita rifugiati ucraini e chiede: non fate pagare la tassa di soggiorno

Anche i rifugiati provenienti dall’Ucraina e ospitati presso strutture alberghiere di un imprenditore di Praia a Mare sono tenuti a pagare la tassa di soggiorno: c’è una burocrazia che si dimentica della solidarietà internazionale.

Questo, in sintesi, il pensiero di Matteo Cassiano, imprenditore calabrese che ha di recente offerto ospitalità ad alcuni ucraini fuggiti dal conflitto in corso, presso alcuni immobili di sua proprietà nella Città dell’Isola.

“A Praia a Mare – sostiene – famiglie e strutture hanno ospitato alcuni gruppi di rifugiati provenienti dall’Ucraina, nel rispetto di un forte sentimento umanitario.

La nostra iniziativa è stata messa in campo in collaborazione con il portale internazionale Booking.com.
Un’ospitalità a titolo gratuito, com’è giusto che sia, nel piccolo paese che si è prodigato a elargire aiuti a 360 gradi.

La burocrazia però – precisa Cassiano -, anche in questo caso ci ha messo lo zampino. Il Comune di Praia a Mare non ha previsto nello statuto della tassa di soggiorno l’esenzione per chi si trova in questa situazione, cioè i rifugiati di guerra.

Un’imposta che da tempo l’ente ha stabilito di 1 euro per ogni stella a notte a persona, quindi nel caso specifico delle nostre strutture alberghiere, di 3 euro a notte a persona. Al momento del check-out gli addetti si sono resi conto dell’assenza della voce specifica.

Ovviamente – fa sapere l’imprenditore –, sarebbe stato imbarazzante richiedere a queste persone il corrispettivo della tassa di soggiorno che è stata comunque versata a titolo personale. Dato questo episodio, dal momento che l’emergenza umanitaria non si esaurirà a breve e vista la richiesta di supporto e ospitalità anche per il prossimo periodo, il 4 aprile scorso ho fatto presente al Comune di Praia a Mare e all’ufficio di polizia municipale di questa imbarazzante condizione e chiesto formalmente se effettivamente le persone che si trovano nello stato di rifugiati, in questo caso provenienti dall’Ucraina, sono tenuti a pagare la tassa di soggiorno.

Una richiesta esposta con carattere di urgenza perché la questione umanitaria è in costante divenire e non aspetta la burocrazia. Ad oggi non ho ancora ricevuto formale riscontro, ma credo fortemente nella buona fede degli amministratori comunali e che il mancato inserimento di tale voce sia stata solo una dimenticanza, quindi suggerisco di rimediare al più presto.

Oltretutto, indipendentemente dall’emergenza in corso, il pagamento della tassa di soggiorno impostato su tutti i 12 mesi dell’anno credo sia controproducente, soprattutto se si sbandiera il vessillo della destagionalizzazione. Concentrarla ai soli mesi estivi potrebbe aiutare ad essere più competitivi.

A prescindere dalla parentesi turistica, in ogni caso la questione sarebbe velocemente risolvibile. Non ho nessuna volontà di polemizzare o strumentalizzare la situazione – precisa e conclude Cassiano –, ma una modifica urgente allo statuto della tassa di soggiorno nei confronti dei rifugiati è quantomeno doverosa per un comune che vuole soccorrere e si è messo a disposizione ad accogliere queste persone.

Spero che il mio invito sia ben accetto e che anche i miei colleghi possano usufruirne per continuare a dare ai profughi sostegno, calore e dignità”.