Presila, la fusione dei Comuni sta mostrando tutti i suoi limiti

Palla Palla e il comunista col culo degli altri

COMUNICATO

Apprendiamo dalla stampa che il consigliere regionale Giudiceandrea non è soddisfatto di come il commissario prefettizio sta portando avanti le fasi iniziali di quello che dovrebbe essere il nuovo comune nato dalla fusione (sempre T.A.R. ed eventualmente, Consiglio di Stato e se necessario organi della giustizia europei, permettendo). Probabilmente il montare dello scetticismo e il ricredersi di molti che erano favorevoli al nuovo ente ha messo in allarme chi ha partorito questa grande genialata.

Ricordiamo che quando si parla degli ex sindaci si parla di amministratori che sicuramente conoscevano la proposta, poi diventata legge regionale 11/2017 e sicuramente erano a conoscenza che l’articolo 2 prevedeva “ la grande idea “ della estinzione immediata dei comuni, quindi l’assenza di un periodo di transizione e che il loro ruolo era solo un ruolo consultivo ( comma 3 articolo 2 ).

Tra l’altro neanche la legge Del Rio, chiamata in causa nella lettera, prevede particolari obblighi per il Commissario, tant’è che sul ruolo della consultazione degli ex sindaci stabilisce che il comitato è comunque consultato sullo schema di  bilancio e sull’eventuale  adozione di varianti agli strumenti urbanistici. Il Commissario convoca periodicamente il comitato, anche su richiesta della maggioranza dei componenti, per informare sulle attività programmate e su quelle in corso. Quindi quanto si sta verificando oggi più che colpa del Commissario è solo frutto della inspiegabile fretta che ha portato il consiglio regionale ad approvare la legge 11/2017, figlia dell’anticostituzionale e antidemocratica legge 9/2016, legge che, ogni giorno che passa, mostra sempre di più imbarazzanti lacune.

Non vorremmo che il tentativo di iniziare a scaricare delusioni e malcontento sulla gestione attuale sia il preludio al classico “ tutti colpevoli, nessun colpevole “. Le responsabilità sono chiare e sono in capo a quanti hanno avallato questa interessata e improvvisata scelta. Era noto a tutti che la fusione avrebbe portato anche una diminuzione di servizi sul territorio. Ai distratti ricordiamo che da giorni gli uffici tecnici sono stati accorpati tutti nell’ex sede del comune di Trenta e chi ha bisogno deve recarsi dagli altri centri a Trenta. Sicuramente un bel guadagno! 

Soprattutto per anziani e per quanti hanno problemi di mezzo di trasporto. A questo si aggiunge che, almeno secondo voci insistenti, a breve ci sarà il trasferimento degli altri uffici nell’ex sede comunale di Casole Bruzio. Le sedi degli altri comuni saranno chiuse o utilizzate solo con sportelli aperti per parti della settimana. Nell’ottica del comune unico era logico che ci si orientasse verso questo tipo di soluzione, non capiamo la meraviglia di quanti oggi si meravigliano! Quando denunciavamo la possibile diminuzione dei servizi sul territorio ci riferivamo anche a questo.

Sull’appalto dei scuolabus ci ha sorpresi il fatto che su 109 dipendenti non ci sia in servizio nessuno con i requisiti richiesti. Ci domandiamo come sia stato assicurato, nei comuni con gestione diretta, il servizio negli anni passati! La soluzione prospettata nella lettera di soprassedere all’appalto ci sembra, a poco più di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, da prendere con le molle. La graduatoria a cui si fa riferimento era a livello comunale e per un’assunzione a tempo determinato per  il periodo  01.02.2016 – 30.06.2016. Enormi sono i dubbi sulla possibilità di poterla utilizzare né riteniamo giusto infondere false speranze in qualcuno.

D’altra parte, anche forzando la mano e applicando a  questo caso, la stessa legge 11/2017 all’articolo 7 ( Vigenza degli atti ) stabilisce che gli atti emessi restano in vigore per i soli territori ricadenti nei comuni che li hanno emessi. Purtroppo, da quanto sta emergendo è chiaro che paghiamo il dazio della improvvisazione e della cocciutaggine di arrivare in qualsiasi modo alla fusione anche al costo di fare da cavie. E tali siamo stati considerati.

Oggi paghiamo il prezzo della sperimentazione e della scelta stile venezuelano di legiferare. Lo scempio, consumatosi con l’annessione forzosa di Spezzano Piccolo, ha varcato i confini locali e dopo le interrogazioni parlamentari, a cui si deve ancora rispondere, sta caratterizzando anche la discussione sulla fusione di Corigliano e Rossano. Al sindaco di Corigliano va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà per la battaglia che sta portando avanti chiedendo regole certe e chiare. Invitiamo il consigliere Giudiceandrea ad andare in quelle piazze a sostenere l’idea del conteggio dei voti sull’intero bacino.

Liberi cittadini di Spezzano Piccolo