Profili falsi su Facebook: è guerra nello staff del sindaco

Giovanni De Rose

Dopo aver pubblicato quello che abbiamo scoperto, cioè l’identità di uno dei fake più in voga nella piattaforma cosentina di FB, è successo di tutto. Ovviamente la prima a contattare la redazione è stata la dottoressa Iole Perito.

Palesemente infastidita, ma sempre con fare gentile, mi comunicava tutto il suo disappunto per l’articolo scritto, negando che la sua persona fosse riconducibile al fake Anna Lotti. Dopo diverse telefonate, sempre da parte di Iole, decidiamo per un appuntamento dal vivo. Accetto. Appuntamento all’Angelo Azzurro, noto bar di fianco a palazzo dei Bruzi. Ore 13,15 circa. Arriva e subito parte: “Guarda che vi siete sbagliati, io non sono Anna Lotti. In quello che faccio, visto il mio ruolo, ci metto la faccia. Non ho nessun motivo di travisare la mia identità su Fb, che reputo un “luogo” non certo adatto per parlare di lavoro. E che io uso solo per “esternare” innocenti considerazioni. Figuriamoci se mi metto a creare un fake, per poi passare la mia giornata, vista l’attività di Anna Lotti, a rispondere a questo o quello”.

Le dico che le nostra ricerca ci ha condotti dritto a questo IP 217.59.179.203, che è quello del Comune. Come ci siamo arrivati non è difficile da scoprire. Basta essere uno smanettone. E siccome il Comune non può nascondere l’identità telematica, come fanno i professionisti dell’anonimato del web, costruendo IP cosiddetti mobili, che rimbalzano, per lo smanettone è stato quasi un gioco da ragazzi.

Mungia questo, e mungia quello, ed ecco apparire il numero magico. Lei, che pare essere sicura della sua estraneità, ascoltato questo, mi mette subito in contatto con il tecnico del Comune Giuseppe. Compariamo i numeri, che guarda caso corrispondono. Aggiunge: “l’IP che voi avete trovato è quello sì del Comune, ma di tutti gli uffici. Cioè, chiunque dei 150 impiegati che lavorano a palazzo dei Bruzi può aver costruito questo account falso su FB. Quindi è impossibile risalire al computer “singolo”. Men che meno si può affermare che tale “segnale” sia uscito dal computer in uso alla dottoressa Perito”. Bene.

Così, dopo aver ascoltato, faccio notare alla dottoressa Perito, che conosce bene le norme interne a palazzo dei Bruzi, che tutti i computer del Comune sono inibiti all’accesso di FB. Tranne, guarda di nuovo il caso, i computers in uso all’ entourage del sindaco. Che stando a quello che sappiamo sono 4/5. Quindi nessuno all’infuori di questi 4 o 5, è potuto “entrare”, dal comune su FB. Questo è certo. Scientifico. Matematico.

Appurato questo, Iole resta un po’ perplessa. Ma continua ad essere sicura di sé. Lei con questo fake non c’entra niente. E me lo vuole dimostrare. Mi mostra, contro la mia volontà, i suoi telefonini, dice di essere disponibile a recarsi con me in questura per chiedere accertamenti, e altro. Insomma, vuole andare fino in fondo a questa vicenda. Mi chiede di dirle come faccio ad essere così sicuro che il computer sia proprio quello suo. Si è convinta anche lei, vista la risultanza della nostra ricerca, che c’è qualcuno che gioca sporco. Oltre a ben comprendere che la prova che il segnale è arrivato da uno di questi computer appartenenti alla segreteria del sindaco, è inconfutabile.

Il punto è che chi ha costruito questo fake, non ha badato, pensando che mai nessuno si pigliasse la briga di scanagliare, ad accorgimenti. Lasciando tracce informatiche ovunque. Ed è su questo aspetto che io e Iole convergiamo su un punto: se non sei tu allora chi è?. Insiste nel chiedermi come faccio a essere così sicuro, che sia lei il fake. Al punto di scriverlo. La sua è una difesa accorata: “se è uscito da uno di questi computer, deve essere per forza qualcuno vicino al sindaco. Magari qualcuno che vuol fare ricadere la colpa su di me, per invidie d’ufficio”. Mi convincono alcune sue affermazioni. O meglio, propone una “pista alternativa”.

Non lo so, sarà stato il suo fascino, al quale non sono indifferente, sarà perché io so, sarà quel che sarà, che a questo punto decido di scoprire le carte, perché quello che lei sostiene io glielo posso dimostrare: le dico che l’accusa di essere lei il fake, arriva da una persona della segreteria del sindaco, che lei conosce bene. Le dico il nome e la invito in redazione a prendere visione di alcune cose.

Mi guarda e confessa che era da stamattina che stava pensando a questo e io oggi le ho dato la conferma. Quindi, non ci siamo sbagliati a dire che il fake parte dal Comune, così come non ci siamo sbagliati a dire che l’account FB è stato registrato da uno dei computer in uso alla segreteria del sindaco anche dalla dottoressa Perito. Insomma qualcuno, secondo lei, vuole addossarle la colpa. E di questo è più che convinta.

Una guerra interna all’entourage del sindaco. Senza risparmio di colpi bassi. Ora se vuole può tranquillamente fare il nome di chi cerca di incastrarla, visto che lo sa. E se non lo fa io la capisco. E per quel che ci riguarda la chiudiamo qui. Una cosa al sindaco Occhiuto voglio dirla: guardati bene da chi ti sta vicino. Specie da chi fa l’amico di giorno e il traditore la notte. E a proposito di falsi, come ha detto la dottoressa Gentile, “meglio un nemico leale che un falso amico”.

E noi siamo nemici, ma di sicuro leali.

GdD