Reggio. Di Fratelli d’Italia non sono rimaste manco le rovine: Giorgia si è fermata a Catanzaro (e Cosenza)

di Nicola Martino

Fonte: Il Meridio (https://ilmeridio.it/di-fratelli-ditalia-a-reggio-calabria-non-sono-rimaste-nemmeno-le-rovine/)

Cosa sia Fratelli d’Italia nell’area di Reggio Calabria e provincia è testimoniato in maniera inoppugnabile dalle scelte deliberatamente codarde che hanno accompagnato la composizione delle liste per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato.

Ufficializzati gli elenchi, chiunque, persino un qualsiasi dirigente (?), locale e nazionale, di FdI si accorgerebbe che un territorio, peraltro storicamente legato agli antesignani di quella stessa parte politica, è stato ancora una volta mortificato da presenze non gradite ed assenze rumorose. Le responsabilità sono da distribuire su più livelli, da quello più basso per arrivare su fino al vertice nazionale, fino a quella Giorgia Meloni che, dopo aver accolto con tutti gli onori personaggi di infimo valore, alcuni dei quali si sono ritrovati a leggere con maggiore frequenza carte giudiziarie invece che atti politici, ha dimenticato la strada verso Reggio Calabria.

Giorgia “sono una donna, sono una madre, sono cristiana”, si è fermata a Catanzaro, com’è suo costume a seguito degli scivoloni accumulati nel corso degli anni in riva allo Stretto. Lavandosene con cura le mani, ha permesso alla proconsole regionale Wanda Ferro di prendersi uno spazio che non prevede confini al pudore. Non le bastava vincere la sfida nel collegio uninominale della sua (teorica) zona di competenza catanzarese.

No, evidentemente non sentendosi sufficientemente protetta dalla sfida corpo a corpo era necessario fosse lei ad occupare la posizione di capolista al plurinominale calabrese, facendosi seguire dal paracadutato Alfredo Antoniozzi, nativo di Cosenza, già assessore comunale a Roma e parlamentare europeo, nonché figlio di Dario, Deputato della Democrazia Cristiana dal 1953 al 1980.

Della città dei Bronzi nemmeno l’ombra sotto il tetto sicuro delle postazioni utili per una promozione in Parlamento garantita da una legge elettorale vomitevole che, in tutti i partiti, tutela solo vassalli, dame di compagnia e cavalier serventi. Lo stesso dicasi al Senato dove bisognava proteggere dalle intemperie l’assessore regionale cosentino Fausto Orsomarso. Dunque, anche di quella strombazzata apertura alla società civile non si ravvisa traccia. E così sia, con la benedizione postuma del Commissario provinciale di Reggio Calabria, un certo Denis Nesci. Da tre anni in sconsolata attesa che si liberi uno scranno al Parlamento europeo, finalmente per lui è arrivato il momento tanto agognato: grazie all’approdo di Raffaele Fitto a Roma, godrà, con scadenza primavera del 2024 delle briciole lasciate nel tratto conclusivo della legislatura continentale. Di quelli che un tempo si chiamavano militanti non abbiamo notizie da tempo, delle attività dei mitologici circoli di cui narrano le leggende nulla si conosce, a differenza di qualche autoreferenziale caporale la cui ingenuità e la cui pavidità ha creato il contesto ideale per fare di Reggio Calabria una terra di conquista per ronzini che vaneggiano di essere puledri di razza.