Reggio, il “sistema” Castorina mette nei guai anche Falcomatà per la nomina dei presidenti di seggio

“Non è una bella giornata per la nostra città, da reggino mi sento di dire che è una giornata triste. Cose così gravi rischiano di minare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni democratiche, che però hanno gli anticorpi per far fronte a questo tipo di minacce“. Così il questore di Reggio Calabria Bruno Megale ha introdotto la conferenza stampa per illustrare il provvedimento che ha portato all’arresto del consigliere comunale Antonino Castorina, 35 anni, esponente di spicco del Partito Democratico, nonché candidato più votato di tutta la coalizione di centrosinistra elle elezioni comunali del 20 e 21 settembre con oltre 1.500 voti di preferenza.

Due agenti hanno notato qualcosa di anomalo nei pressi di un seggio, e da loro è partita tutta l’attività investigativa della Digos, guidata dalla Procura“ ha aggiunto il questore Megale, complimentandosi con gli agenti che hanno intrapreso l’attività investigativa, e passando la parola al Procuratore Capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, che ha illustrato i dettagli dell’operazione.

Quest’indagine nasce da un’intuizione che ci ha portato ad accertare vicende purtroppo sorprendenti” ha spiegato Bombardieri. “Abbiamo rilevato un numero di certificati elettorali veramente rilevante emesso in prossimità delle elezioni, e molto spesso si trattava di soggetti molto anziani. Addirittura tra i certificati elettorali rilasciati c’erano quelli di 4 soggetti deceduti, alcuni già da un paio di anni, o un caso di un’elettrice emigrata, trasferita da tempo in un altro continente. La Digos ha seguito queste vicende con grande attenzione: è stato fatto un lavoro scrupoloso ma complicatissimo, che ha comportato l’esame e l’analisi di tantissima documentazione. L’analisi è ancora in corso con scenari che devono essere sviluppati. Abbiamo già un punto fermo che nasce dall’accertamento di 100 certificati di soggetti che in realtà non si sono mai recati a votare. E’ subito emerso come Castorina aveva richiesto e ottenuto personalmente, o attraverso soggetti a lui collegati, un numero rilevantissimo di certificati elettorali. Nell’ufficio di Santa Caterina aveva richiesto addirittura 280 certificati su tutti i 320 rilasciati dall’ufficio, quindi la quasi totalità. Siamo stati fortemente insospettiti dall’età dei richiedenti, che erano tutti molto anziani. Abbiamo contattato gli elettori, è stato un lavoro durissimo e delicato, e abbiamo avuto conferma dalla stragrande maggioranza degli stessi che in realtà non erano mai andati a votare e non avevano mai dato la procura a nessuno per chiedere un duplicato del certificato elettorale. Abbiamo esaminato oltre un migliaio di certificati: più di 400 fanno capo a Castorina, ma abbiamo trovato altri blocchi di certificazioni che fanno capo ad altri e su cui stiamo indagando. Quello di oggi è solo un primo step, l’attività procederà. C’è ancora molto materiale da esaminare, stanno venendo fuori ulteriori documenti nel corso delle perquisizioni che sono ancora in corso“.

Bombardieri ha spiegato che al momento sono 8 i seggi coinvolti, ma ha anche aperto un preoccupante scenario sul sindaco Falcomatà relativamente alla nomina dei presidenti di seggio. “Come sapete, sono nominati dal Presidente della Corte d’Appello in base ai regolamenti elettorali, ma spesso accade che nei giorni precedenti alle elezioni non si presentano o rinunciano all’incarico. In questi casi, quindi, i sostituti devono essere nominati dal sindaco o da un soggetto da lui stesso delegato. Castorina ha provveduto lui stesso alla nomina dei presidenti dei seggi, perché delegato dal sindaco a farlo in un primo momento. Poi lo staff del sindaco ha visto che non poteva essere un consigliere comunale a nominare i Presidenti di seggio, ma le nomine di Castorina erano già state ratificate dallo stesso sindaco“.

Alla domanda se questo comportamento del sindaco rileva condotte di illecito penale, Bombardieri ha preferito glissare ribadendo che mai come in questo caso, siamo ad un primo step dell’inchiesta che procederà“.

Bombardieri ha poi chiarito la complessità della ricostruzione investigativa: “Castorina e Giustra si sono presentati al seggio 172 dove Giustra era stato nominato da Castorina in sostituzione del Presidente nominato dalla Corte d’Appello. Ma il Presidente nominato non è vero che non si era presentato, bensì era stato dirottato verso un altro seggio, evidenziando l’interesse di Castorina ad avere un presidente da lui designato proprio in quel seggio. Giustra è stato successivamente dirottato in un altro seggio (184) dopo che è arrivata un’altra Presidente di seggio nominata dalla Corte d’appello. Abbiamo rilevato il forte interesse di Castorina in prima persona nella nomina dei sostituti del Presidente di seggio“.

Nel comunicato inviato alla stampa, la questura spiega che da quest’indagine “è emerso un complesso meccanismo volto a condizionare l’espressione del voto popolare a favore del Castorina, conseguito da costui mediante l’incetta di un considerevole numero di duplicati di tessere elettorali di soggetti particolarmente anziani, generalmente ultraottantenni, e alcuni addirittura deceduti, che venivano utilizzati all’interno di alcuni seggio in cui operavano operatori compiacenti, nominati illegittimamente dal Castorina senza che questi ne avesse il potere. All’interno del seggio, veniva attestata come avvenuta la votazione dell’elettore del quale ci si era -senza che costui ne sapesse nulla- procurati il duplicato della tessera elettorale, e ci si sostituiva a loro nell’espressione del voto. Con un canovaccio comune a tutti i contesti analizzati, tali tessere venivano annotate sui registri elettorali, associate a cittadini censiti all’atto del voto con, il più delle volte, l’attestazione della identificazione del cittadino la modalità “per conoscenza personale”. A volte venivano, invece, inseriti nei registri dei votanti numeri di documenti identificativi falsi di elettori parimenti ignari.

Il complesso ed articolato lavoro investigativo portato avanti con puntualità ed approfondimento dalla Digos della questura di Reggio Calabria ha, allo stato, consentito di rilevare una serie di evidenze oggettive, nella copiosissima documentazione analizzata, che induce a ritenere fondatamente che gli elettori per cui Castorina aveva richiesto il duplicato della tessera elettorale non lo avevano delegato, non erano a conoscenza di siffatta circostanza e, soprattutto, non si erano recati a votare, contrariamente a quanto attestato nei relativi registri. Quattro di questi elettori erano addirittura deceduti prima dello svolgimento delle elezioni. La complessità dell’illecito sistema venuto alla luce e la mole di documentazione esaminata e da esaminare comporta che le indagini, lungi dall’essere concluse, proseguono per ricostruire nel dettaglio tutti gli aspetti, penalmente rilevanti, di tale illecito meccanismo, sia sotto il profilo di eventuali ulteriori fattispecie delittuose perpetrate sia sotto il profilo della individuazione della compiuta rete di soggetti che ne hanno consentito la realizzazione anche, eventualmente, in relazione ad altre figure elettorali“.