REGGIO CALABRIA – Torna alla ribalta la questione della pacchiana inopportunità del ritorno in Consiglio comunale dell’ex capogruppo del Pd a Palazzo San Giorgio Nino Castorina, già ai domiciliari e poi destinatario di divieto di dimora per la vicenda dei presunti brogli alle Comunali del 2020, oggi in stato di libertà.
«Sulla vicenda Castorina abbiamo già detto a suo tempo ciò che ritenevamo corretto per la città e per la dignità del Consiglio comunale. Oggi – osserva l’ex candidato sindaco de La Strada, il consigliere comunale Saverio Pazzano – non possiamo che confermare quanto detto allora.
Non ci siamo mai dedicati a ragionamenti giustizialisti o farisaici, abbiamo semplicemente espresso considerazioni di opportunità e valutazioni politico-amministrative. In questa ottica – unici e soli –, abbiamo richiesto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sui presunti brogli, come concesso dal Regolamento comunale. Una Commissione che potesse valutare gli elementi squisitamente amministrativi, di funzionamento degli uffici, di coordinamento dei settori e della Commissione elettorale comunale. Abbiamo espresso questa necessità di chiarezza nel rapporto con la città anche in Consiglio comunale. Ci siamo sentiti rispondere con un pistolotto sulla separazione dei poteri dello Stato. Un’alzata di spalle: davanti a chi non vuol capire, c’è poco da fare».
«Per noi, la vicenda che ha visto coinvolto il consigliere Castorina è essenzialmente un fatto di responsabilità politica. In un quadro che (al netto davvero di qualunque esito di rilevanza penale e con l’augurio di dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati) rileva chiaramente sciatteria amministrativa – così Pazzano e il movimento La Strada –, pienamente a carico della precedente consiliatura della quale Castorina è un elemento di spicco, sarebbe senso di responsabilità riconoscere l’inopportunità di restare in Consiglio comunale».
E La Strada richiama anche altri elementi, come il Codice etico di Avviso pubblico, col suo obbligo di dimissioni e di promuovere la costituzione di parte civile dell’Ente: « Il consigliere Castorina rientra in questa casistica? Lo sarà in caso di rinvio a giudizio? – si chiede Saverio Pazzano –. Ci preme innanzitutto che la presenza di Castorina nella maggioranza – in qualunque gruppo si trovi – non limiti questo esercizio di garanzia verso i cittadini». In quanto, riflette il consigliere d’opposizione, siamo davanti a garantismo solo quando «tutti» gli attori «fanno tutto ciò che è nelle loro competenze per garantire l’interesse pubblico e collettivo. Altrimenti è corporativismo».