Regione Calabria, Dipartimento Salute. Francesca Palumbo, l’avvocatessa che autorizzò solo il boss usuraio

Regione Calabria, Dipartimento Salute:  la responsabile del disastro delle autorizzazioni all’esercizio   

A pensare che troviamo il suo nome anche tra i partecipanti alla selezione per direttore   del Dipartimento della Salute della Regione Calabria… https://www.lanuovacalabria.it/la-caccia-al-dg-del-dipartimento-salute-45-candidati-

La sanità calabrese è ormai devastata dal Covid, se prima non esisteva la sanità oggi possiamo dire che non c’è nemmeno una ipotetica realizzazione di fantasia di sanità.

Tutti si scagliano contro i commissari e i politici, che hanno certamente le loro colpe, ma perché non parliamo anche dei burocrati che dovrebbero agevolare le pratiche per le autorizzazioni, e invece non fanno un bel niente. Ecco, noi calabresi paghiamo dirigenti per non fare niente.

La tattica dell’ avvocatessa Palumbo, il colletto bianco di cui parliamo oggi, è sempre la stessa: attaccare per non essere attaccati.

Oggi vi raccontiamo il curriculum di Miss Palumbo, scelta dall’ormai ex direttore generale Bevere a settembre 2020 per guidare l’ufficio autorizzazioni del Dipartimento Salute.

Ebbene, in 210 giorni, se avesse lavorato una pratica al giorno avrebbe realizzato 210  autorizzazioni, ad oggi invece dagli atti risulta che ha  prodotto solo il DCA del Centro di Radiologia dell’imprenditore-boss-usuraio Piero Citrigno ad Amantea.

Ecco allora che la vicenda si potrebbe riempire di tanta curiosità: come mai la dirigente Palumbo in sei mesi ha prodotto solo il DCA di Citrigno? Cosa si nasconde in questi rapporti?

Ecco cosa diceva la dirigente Francesca Palumbo appena nominata alla guida dell’ufficio più importante del Dipartimento: «Il Dipartimento Tutela della Salute è in grosse difficoltà, ma, questo, penso che lo sappiate tutti. Nel Settore che dirigo da due mesi, sono sommersa di carte, procedimenti e senza personale. Ma dietro quelle carte accatastate e quei fascicoli buttati per terra, senza che nessuno se ne curasse, c’è parte del problema sanità… Non l’ho scelto: mi hanno assegnato d’ufficio, perché anche io, se avessi potuto, mi sarei sottratta a questo tritacarne. Adesso, però, sono qui, sono calabrese e lavoro tutti i giorni in presenza ed anche le notti da casa, sacrificando me stessa e la mia famiglia. E come me, anche quei pochi colleghi arrivati da pochi mesi: senza affiancamento, senza risorse e senza nessun aiuto. Da soli non possiamo farcela».

Ebbene, lavorava di notte per non risolvere niente… Sarebbe bello verificare se si paga anche qualche straordinario, perché vi assicuriamo che di documenti importanti non he ha prodotto nessuno, ma veramente nessuno… E si è distinta in particolare per aver negato fino all’ultimo l’accreditamento alla Sant’Anna Hospital di Catanzaro (forse perché non ci sono strozzini alla sua guida), e per fortuna il commissario Longo l’ha mandata “civilmente” a quel paese.

Ora che l’ormai ex direttore generale Bevere, della compagnia dei magnaccioni, si è finalmente dimesso, aspettiamo che anche l’avvocatessa Palumbo prenda altre strade. Si dice che possa essere spostata all’Audit, dove c’è già la moglie del giudice Durante, la signora Porcelli (un nome una garanzia), pagata per non fare niente. Sarebbe la soluzione ideale.

Il problema è che le sue grandi capacità amministrative le bloccano la  carriera perché anche avendo fatto domanda per andare in un altro Dipartimento, non la vuole nessuno, in quanto la maggior parte degli assessori la ritengono una incompetente, costretta ad andare via o a dimettersi da tutti gli uffici dove ha “lavorato”, si fa per dire…

In questi mesi ha solo intasato l’avvocatura regionale di pareri e di cause di risarcimento danni, ma le persone si stanno stancando e prima o poi arriveranno sotto la Cittadella.

Lei si difende mandando lettere riservate al procuratore Gratteri (ché è sempre meglio averlo amico, non si sa mai…) accusando gli assessori che farebbero pressione per avere informazioni sulle pratiche. Pensate quanto dev’essere furba. Ebbene sì, si deve vergognare per aver ridotto la sanità calabrese in questo vuoto autorizzativo peggio di come era, tanto da far rimpiangere il mitico usciere del generale Cotticelli, al secolo Saverio Mosciaro, e la di lui consorte (Daniela Greco), ex dirigente ai tempi belli di Peppe Scopelliti.

Il modus operandi dell’avvocatessa Palumbo, forte di nomina ad invito di responsabile dell’ anticorruzione, salvo poi dimettersi, è che ogni volta che viene attaccata si sforza a denunciare qualcuno presso la locale procura, dove il marito gira e rigira tutti i giorni per vedere se riesce ad entrare nell’ufficio di Gratteri. Signora Palumbo, si dimetta per il bene dei calabresi.

C’è qualche politicante questuante, assessore di chiara fama, che riesce a risolvere il problema della Palumbo, ovvero quello di darle dignità  lavorativa, mandandola in un ufficio dove può “lavorare” (sempre si fa per dire…) per più tempo senza litigare con nessuno?  Che caratteraccio, avvocatessa.

Per il bene della sanità calabrese e dei calabresi, qualche politico si può prendere cura di trovare un posto all’avvocatessa Palumbo? Se la mettete in un altro posto lei non vi denuncerà… Parola di giovane marmotta!