Regione, giornalisti illegittimi: Morra (M5S) ha paura o prende in giro i calabresi?

Nicola  Morra ha preso in giro i cittadini calabresi?  A quanto pare, si.

Dal 2014, il senatore pentastellato si è interessato  della vergogna dei due uffici stampa pubblici della Giunta e del Consiglio regionale della Calabria.

Ricapitolando, soprattutto per i magistrati delle procure interessate: Oldani  Rocco Mesoraca, giornalista catanzarese tuttora al fianco di Palla Palla, si è dimesso dalla pubblica amministrazione nel 1994 ed è passato a tempo indeterminato, con una lettera (!) all’ufficio stampa dove  guadagna seimila euro netti mensili.

Romano  Pitaro, Gianfranco Manfredi, Filippo Diana, Luisa Lombardo e Cristina Cortese,  invece, sono tutti caporedattori e vice caporedattori del Consiglio  Regionale senza avere mai  superato nemmeno una selezione.
Secondo gli ispettori del Mef,  guadagnano dai quattro ai seimila euro netti mensili.

Ebbene,  Morra, quando era battagliero e aveva sollevato il caso, aveva ricevuto una risposta (vera) dalla ministra Madia che confermava che queste persone erano illegittime.

Oldani Mesoraca e Mario Oliverio
Oldani Mesoraca e Mario Oliverio

Il senatore dei Cinquestelle disse di avere inviato un esposto alla procura della Repubblica di Reggio Calabria ma pare che di questo esposto non vi sia traccia.
Ora, non vogliamo aggiungere altro.

Avevamo invitato Nicola Morra ad esibire prova della denuncia ma non ha risposto.
Il che può solo significare o che ha paura o che ha detto una bugia gravissima e non ha presentato la denuncia, visto che ha utilizzato il nome di Alessandro  Bozzo  per citare lo stato di disagio in cui vivono  centinaia di giornalisti calabresi.
Se Morra  non ha presentato la denuncia  siamo legittimati,  anche e soprattutto perché ha citato Bozzo, a chiedere delucidazioni al Movimento.  Se lo ha fatto, ce la trasmetta e la pubblicheremo con evidenza. Capiamo che questi giornalisti sono protetti dai poteri forti ma un politico serio se inizia una battaglia deve portarla a termine. Altrimenti è solo un quaquaraquà.

P.S. Ai magistrati Gratteri  e Cafiero de Raho, però, diciamo che la notitia criminis non deve esistere solo per Berlusconi in Italia. Possono lo stesso aprire inchiesta nei confronti dei due segretari generali di Giunta e Consiglio e nei confronti dell’Ufficio di Presidenza composto dai signori  Nicola Irto,  Pino Gentile, Giuseppe D’Agostino, Franco Neri e Giuseppe Graziano.