Regione, Nicolò come Orsomarso: strizzava l’occhio ai clan e “assumeva” parenti a volontà

Nella casa dei calabresi mentre il presidente Palla Palla organizza convegni-farsa contro il fenomeno della corruzione, mentre le DDA di Reggio e Catanzaro scoperchiano pentoloni imbarazzanti, che cosa succede nel Palazzo dove il suo presidente del Consiglio Nicola Irto (che si sussurra essere coinvolto in Mammasantissima 2) fa finta di non sapere o non vedere?

C’è Alessandro Nicolò, ormai ex capogruppo di Forza Italia, con un passato molto turbolento. Dicono che il padre sia scomparso nelle montagne di Cannavò (frazione di Reggio) per un caso di lupara bianca molto ma molto vicino alla potentissima cosca Libri di Reggio.

Del resto, lo stesso Nicolò, originario di Mosorrofa (feudo della cosca), pare che abbia goduto delle sue fortune elettorali fino alle Regionali del 2014 proprio grazie alla “famiglia” Libri che rappresenta nelle istituzioni da anni ormai! Ma anche su questo ha indagato l’ottimo De Raho da molto tempo e oggi con il blitz “Libro nero” Nicolò è stato arrestato.

Tra i tanti affari di Nicolò, vediamo – per esempio – come incentivava il lavoro nero dentro il Palazzo il caro Sandrino (come lo chiamano gli amici). E’ semplice: con sua cognata Patrizia Occhipinti, la moglie del fratello. Dev’essere una prerogativa di questi papponi di Forza Italia ora organici a Fratelli d’Italia. Proprio poco tempo fa facevamo emergere la bramosia di potere del “camerata” Orsomarso (fino a ieri in Forza Italia e oggi passato anche lui a quella melma che si chiama Fratelli d’Italia), che ha imbucato la cognata Giada Passarelli (anche in questo caso la moglie del fratello) e altri suoi clienti nella pappatoia di Calabria Etica. Che, com’è noto, è una dependance del clan Mancuso (http://www.iacchite.blog/calabria-etica-i-soldi-dei-poveri-anche-ai-clienti-di-fausto-orsomarso/).

Ma Nicolò è molto più furbo di Orsomarso e ben sapendo che per Parentopoli non la poteva registrare nel gruppo, la pagava in nero e la cognatina tutte le mattine andava al Consiglio a “lavorare” usando i telefoni del gruppo o del cognato nella sua stanza e chiamando nei vari uffici della Regione per conto del cognato onorevole capogruppo! Era chiaro già da allora che se ne volesse andare anche lui con Orsomarso a reggere il moccolo a Salvini e a quella sgallettata della Meloni…

Patrizia Occhipinti è stata pagata in nero per molto tempo ma evidentemente deve aver dato un po’ troppo nell’occhio e così, da maggio 2016, il suo amato cognato l’ha assunta con la qualifica di Responsabile amministrativo con decreto dirigenziale perciò siamo stati noi contribuenti a pagarla perché è stata assunta con contratto del consiglio regionale.

Il suo background è di commessa in un negozio di abbigliamento. Con tutto il massimo rispetto per chi svolge questo lavoro, non è davvero possibile accettare questo tipo di realtà clientelare.

http://burc.regione.calabria.it/eBurcWeb/directServlet?DOCUMENT_ID=00039884&ATTACH_ID=46526

E non è finita qui. Nicolò ha assunto col gruppo suo cugino Pasquale Nicolò mentre sua cugina Fortunata Raffa è stata assunta con contratto di collaboratore esperto sempre con decreto dirigenziale del consiglio, per cui paghiamo pure questa…

In comando presso la struttura di Nicolò c’era anche Riccardo Occhipinti, fratello di Patrizia, e il cugino Gabriele Trimboli, con contratto di collaboratore esperto fino al 2019.

Fino alla precedente legislatura in struttura c’era pure Anna Martinosuocera del famoso avvocato De Stefano, mentre nell’ultimo periodo ha collaborato con Nicolò da esterna.

Nicolò è riuscito a fare trasferire presso il Corecom in Consiglio anche la moglie dell’avvocato De Stefano, figlia di Anna Martino, dietro pressione di questa.

Un quadretto straordinario: Nicolò, se possibile, ha stracciato il suo collega Fausto Orsomarso, che pure in tema di assunzioni di clientes et parentes è uno quotato. Ma alla fine – come diciamo a Cosenza – c’ha trovato il padrone: Orsomarso (ancora) no…