Rende, al Parco Acquatico servono imprese che diano garanzie ma il sindaco è in pieno caos

Come al solito, Manna gioca con le parole per non dire la verità. I riformisti hanno amministrato il comune fino a giugno 2013. In quel momento, il Parco Acquatico era stato ideato, progettato, finanziato ed appaltato. All’arrivo di Manna i lavori erano iniziati da più di un anno. È del tutto evidente che i lavori in corso andavano ultimati. Manna lo ha fatto male ed in  modo assolutamente incompleto. Addirittura, molte funzioni dell’impianto non risultano ancora agibili.

Senza parlare della gestione che è stata affidata frettolosamente e a ridosso della campagna elettorale a soggetti che hanno dimostrato di non avere le capacità organizzative, gestionali e finanziarie per gestire un impianto di siffatta importanza. Il sindaco continua a dire che adesso farà, adesso vedrà, come è nel suo stile. La verità è che Manna ha le idee molto confuse.

Il 20 luglio il Comune ha pubblicato un bando per la gestione temporanea del parco; Manna si è guardato bene dall’informare il Consiglio comunale straordinario del 21 luglio su questa scelta. Ci chiediamo a cosa serve far gestire temporaneamente la struttura? Forse ad azzerarne l’immagine già compromessa dalle performance delle ultime settimane?

È fuor di dubbio, che un impianto di una tale complessità è ingestibile adeguatamente in modo temporaneo. I tempi occorrenti per effettuare una gara europea sarebbero a male pena sufficienti per attrezzare la struttura assicurando un minimo di funzionalità e sicurezza.

A proposito del bando europeo, si facciano adeguate ricerche di mercato dopodiché nel bando si richiedano requisiti dell’affidatario tali da assicurare disponibilità finanziaria e capacità imprenditoriale ed organizzativa. Tutto ciò, lo abbiamo sostenuto nell’ultimo Consiglio comunale. Proposte che si sono volutamente ignorate, mentre abbiamo ascoltato interventi che si sono segnalati per isterismo e per accuse, rivolte alla minoranza, addirittura di terrorismo e di istigazione al reato da parte di “esperti in materie giuridiche” ben noti per le loro collaborazioni con l’ufficio legale del Comune.

Per carità di patria, sorvoliamo sugli abusi commessi dal Presidente del Consiglio, sempre preoccupato di zittire la minoranza, violando sistematicamente il regolamento con la complicità del Segretario Comunale, comportamenti di cui si dovrebbe interessare il signor Prefetto di Cosenza. In conclusione, il 20 luglio abbiamo preso amaramente atto che con questa maggioranza è impossibile il confronto civile e democratico. A fronte dei comportamenti inqualificabili registrati in Consiglio comunale, non ci resta che proseguire nella nostra rigorosa battaglia che condurremo in tutte le sedi.

Federazione Riformista