Rende, caso Parco Robinson: il carabiniere ha girato il video con uno smartphone bene in vista

Da qualche giorno sembra essere calato il silenzio sulla notizia dell’estate o se preferite sul gossip dell’estate cosentina. Parliamo del caso dei due quarantenni cosentini sorpresi dai carabinieri di Rende mentre facevano sesso in pieno giorno all’interno del Parco Robinson di Rende dopo la segnalazione di alcuni cittadini. La vicenda ha richiamato un grande clamore mediatico soprattutto per il seguito, “assicurato” dall’atteggiamento a dir poco discutibile del capo-equipaggio dell’Aliquota Radiomobile dei carabinieri rendesi, il brigadiere Salvatore Romeo, che non solo ha ritenuto opportuno girare un video mentre coglieva in flagrante i due amanti ma non è stato in grado – nella migliore delle ipotesi – di evitare che lo stesso filmato diventasse virale sul web dopo essere stato pubblicato sul gruppo whatsapp degli stessi carabinieri di Rende.

Morale della favola: se i due quarantenni sono stati inevitabilmente denunciati per atti osceni in luogo pubblico dai carabinieri, anche il brigadiere Salvatore Romeo, insieme al suo collega di reparto, sono stati denunciati dai focosi amanti per violazione della privacy. Eh sì, perché quel video girato dal carabiniere, è arrivato praticamente sui telefonini di tutti i cosentini e contiene non solo le facce dei quarantenni ma anche le parti più intime e questo proprio non è consentito dalla legge e ancor di più se quel video è stato girato e proviene da ambienti vicini a chi la legge dovrebbe tutelarla e non infrangerla.

La reazione dei cosentini, di conseguenza, non è stata quella che si attendevano i “gendarmi” di faberiana memoria e così i due amanti sono diventati quasi delle “star” e la città invece di condannarli, ha esternato loro solidarietà per l’incredibile gogna mediatica alla quale sono stati sottoposti senza ritegno da qualcuno che – se non è un carabiniere – quantomeno dev’essere qualche congiunto o qualche soggetto molto vicino alla caserma rendese.

Nei giorni scorsi, la procura di Cosenza, che ha aperto un’indagine sulla vicenda, ha sequestrato lo smartphone del carabiniere per eseguire i cosiddetti accertamenti tecnici irripetibili, che consentiranno di capire com’è girato questo benedetto video e i risultati saranno resi noti agli avvocati dei due quarantenni, Gianfrancesco Vetere e Ugo Ledonne, solo quando si saranno concluse le indagini preliminari. Ma questo “prender tempo”, tipico del nostro porto delle nebbie soprattutto quando si indaga su qualcuno che indossa una divisa, oggi lo interrompiamo perché siamo riusciti a conoscere qualche particolare in più sulla scabrosa vicenda.

Per diversi giorni ci siamo chiesti quali fossero state le modalità con le quali il carabiniere avesse ripreso i due amanti. Abbiamo ipotizzato che avesse utilizzato la microcamera nascosta nella divisa e dunque che avesse ripreso a loro insaputa i quarantenni e invece, secondo indiscrezioni che diventano sempre più probabili, non è andata così. Il brigadiere Salvatore Romeo, quando è intervenuto al Parco Robinson e ironizzava pronunciando la frase “scusate il disturbo” aveva uno smartphone bene in vista e lo mostrava addirittura spavaldo ai due amanti, continuando a riprenderli anche mentre si rivestivano e quindi quando non c’era più nessun bisogno di documentare nessuna prova perché aveva già girato il video nel momento nel quale erano ancora “accoppiati”. La circostanza non è secondaria, anzi diventa ancora più importante per descrivere a tutti i cosentini l’abuso di potere al quale è stata sottoposta la coppia.

Non solo: testimoni oculari che portano addosso una divisa e che sono carabinieri seri e coscienziosi (perché non tutti sono uguali e purtroppo le mele marce esistono dappertutto) riferiscono che quando il solerte brigadiere Romeo ha portato in caserma i due quarantenni li trattava con modi sgarbati e scortesi, lasciando intravedere un’ostilità gratuita e anche sospetta, visto e considerato che un tutore dell’ordine, nel mentre svolge il suo lavoro, non dovrebbe lasciarsi andare a metodi che con la tutela della legge non hanno niente a che fare. A meno che non siano “suggeriti” da qualcuno che evidentemente non gradiva la relazione della coppia.

Iacchite’ continuerà a seguire da vicino il caso e non lascerà cadere nessun tipo di oblio sulla stessa. L’invito che rivolgiamo a chi non dovesse condividere la nostra linea è uno e uno solo: conzativicci…