Rende-Castrovillari: derby al “Marco Lorenzon”

RENDE-CASTROVILLARI, il derby calabrese tra le due squadre che militano nel girone I del Campionato di serie D, che si giocherà domani pomeriggio alle ore 15.00 allo Stadio Comunale “Marco Lorenzon”-Casa Rende, senza ombra di dubbio è una partita da non perdere.

I biancorossi allenati da Trocini devono vincere queste due ultime gare di Campionato per potersi classificare secondi o terzi in zona playoff, in modo tale da potere giocare in casa ed avere due risultati su tre a disposizione (pareggio o vittoria).Tutto questo consentirebbe di acquisire maggiore punteggio nella graduatoria nazionale degli eventuali ripescaggi in Lega Pro.

Non a caso, vista la delicatezza della posta in palio, la società guidata dal Presidente Fabio Coscarella ha deciso di mandare la squadra in ritiro a Villa Fabiano. Dall’altra parte i Lupi del pollino, su cui pesa anche la spada di Damocle dell’inchiesta Dirty Soccer (tre punti di penalizzazione), sono affamati di punti. Tentano disperatamente l’aggancio alla zona playout, anche se la salvezza rappresenterebbe un vero e proprio miracolo, viste le ultime due gare disputate a Sersale e contro l’Igea Virtus tra le mura amiche, dove l’undici allenato dall’ex Gaetano Di Maria (domani in tribuna per squalifica), ha racimolato un solo punto.

Un derby che si giocherà a suon di cori anche sugli spalti, visto che è atteso l’arrivo di un centinaio di sostenitori rossoneri.

Nella partita d’andata c’è stata la massima correttezza tre le due tifoserie, anche se qualche coro di sfottò ci può sempre stare nel gioco del calcio. Ultras’81 carichi a mille e pronti a trascinare i leoni rendesi con il loro tifo incessante ad una vittoria di vitale importanza.

Per me, infine, una duplice motivazione, visto che insegno Storia e Filosofia al Liceo Classico “G.Garibaldi” di Castrovillari e molti miei alunni saranno presenti in curva. Ma domenica come sempre vedo solo “biancorosso” e nella fisiologica trasformazione dell’uomo da docente divento ultrà militante, visto che al cuore non si comanda. Ieri come oggi, per l’orgoglio di Rende.

Sergio Tursi Prato