Rende delenda est (di Stefano Ammirato)

di Stefano Ammirato

Al compimento del progetto della distruzione di Rende mancano:
– la privatizzazione del cimitero continuamente annunciata: project financing…il capitalismo non ci mollerà neanche dopo la morte, si faranno affari anche sui nostri resti mortali;
– la liquidazione della Rende Servizi con passaggio dei dipendenti ai privati (forse); dopodiché per la manutenzione appalteremo a ditte privatissime con la decuplicazione dei costi. Oggi non ci sono i soldi per la Rende Servizi mentre domani dovremo trovare i soldi per i privati che faranno meno cose ma più costose;
– la dilapidazione dei fondi di Agenda Urbana in mille rivoli inutili come, ad esempio, l’abbattimento della ex scuola di Santo Stefano e la sua ricostruzione;
– l’ecodistretto con termovalorizzatore aggiunto.

Purtroppo, Rende è una città dove non esiste una comunità politico-sociale agente dal basso, esiste solo la delega ai partiti o alle liste civiche (la moda del momento)…il voto ogni cinque anni con delega in bianco. Queste sono le conseguenze, chi è al governo fa quello che vuole. Dove sono i Quartieri? Dov’è la cittadinanza? Dove sono le associazioni? Una città non serve solo per dormirci dentro! Una città si vive!

Se il ruolo attivo dei cittadini, ruolo di sorveglianza, di proposizione, di creazione, di sviluppo di comunità, manca, chi si interesserà delle esigenze proprie dei cittadini? Volete che un manipolo di briganti che fa carte false per raggiungere la poltrona poi dopo si trasformi in un manipoli di angeli custodi degli interessi della collettività?
Svegliamoci da questo incubo. I briganti rimangono sempre briganti ed al massimo ti onoreranno di qualche piccolo piacere al Comune – l’osso – (un certificato, un’autorizzazione, un iter velocizzato) mentre daranno ai detentori dei pacchetti di voti le chiavi della città – la carne – (rifiuti, acqua, eventi, sport con ristrutturazioni chiavi in mano, consulenze, tributi).

I cittadini e soprattutto le associazioni rimangono mute…queste ultime per qualche piccolo favore, progettino e/o sede.
I ‘compagni’ rimangono muti e silenti per amore dello stipendio e della poltroncina! Ovviamente ritornando a vestire i panni della rivoluzione altrove.. tra uno spritz, un vernissage e una panchina o una parata colorata per i diritti civili. Ovviamente passando per le ‘rossissime’ cittadinanze onorarie! Va và…

Questa è Rende. Stiamo vivendo ancora grazie alle briciole provenienti da una politica del passato che ha avuto i suoi lati negativi come tutte le cose umane (ipertrofia edilizia in primis, mancato ricambio generazionale con la crescita di una giovane dirigenza politica, logoramento della democrazia diffusa) ma ha saputo programmare e vedere il futuro di questa città. Nei prossimi anni ci aspetta la raccolta delle macerie e la ricostruzione “post-terremoto”.