Rende, Manna rompa il silenzio sul Castello: perché affidarlo a Bilotti?

“L’IDENTITA’ PERDUTA”

IL CASTELLO NORMANNO DI RENDE TRA ASSURDE CONVENZIONI E POLITICHE DELLE SUPERCAZZOLE

“… Una di queste annose questioni riguarda la discussa destinazione d’uso del Castello Normanno di Rende, prima sede degli uffici comunali, abbandonato dagli stessi nel 2011 e poi, nel 2013  riqualificato, grazie ad un finanziamento regionale di un milione e mezzo di euro e trasformato in un museo di arte contemporanea attraverso la collaborazione tra enti pubblici e Roberto Bilotti, nipote del mecenate Carlo Bilotti.

L’obiettivo iniziale era quello di creare a Rende un vero e proprio polo museale e culturale per rilanciare il borgo grazie anche alla presenza degli altri due musei presenti nel borgo medioevale, il Maon (Museo d’Arte dell’Otto e Novecento e Centro per l’Arte e la Cultura di Rende) ospitato all’interno di palazzo Vitali e il Museo Civico allestito nell’antico Palazzo Zagarese. I cittadini del borgo antico lamentano le condizioni di trascuratezza in cui versa ora il castello, il blocco delle opere di ristrutturazione con il conseguente rallentamento dell’iniziale intento!

Sentendosi possessori di una struttura che è anche un simbolo indiscusso di identità, essi chiedono che vengano mantenute le promesse oppure che il castello torni nelle mani dei “Rendesi”. Viviamo nell’epoca dei social il cui linguaggio risulta immediato sia nell’espressione che nella ricezione. Questo processo inarrestabile coinvolge anche la politica tant’è che in seguito ad un commento dell’assessore Ziccarelli riguardante la questione “castello”, lo stesso è stato immediatamente contattato da Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona con il quale ha stabilito nuovi contatti e ribadito vecchi impegni, sottolineandone l’urgenza e la necessità avendo egli provveduto da subito a visionare tutte le delibere riguardanti il Castello e non solo…”

La voce di Rende; 27 luglio 2017

Sul Castello di Rende, Manna rompa il silenzio

Da qualche tempo ci interroghiamo sulle sorti del Castello Normanno di Rende che, per i rendesi, è innanzitutto simbolo di identità.

La scelta di qualche anno fa,  facciamo riferimento all’accordo sottoscritto con lo stesso all’epoca del commissariamento del comune di Rende, di conferire in uso al signor Roberto Bilotti il Castello Normanno, sarebbe stata ispirata dalla dichiarata esigenza di una sua valorizzazione ed utilizzazione nell’ambito di un più ampio progetto di “rilancio” del Centro Storico di Rende anche attraverso la creazione di un vero e proprio polo museale e culturale nel borgo antico.

Ora, volendo prescindere dalla opportunità della scelta di conferire una così importante struttura pubblica ad un soggetto privato, tuttavia, non possiamo fare a meno, a distanza di qualche anno, di domandarci quali risultati siano stati conseguiti, ovvero quali utilità per la città e per il centro storico siano state concretamente raggiunte.

Perché affidare a Bilotti il Castello Normanno?

Quale uso è stato fatto di questo luogo simbolo di Rende in questi anni di “gestione”?

Certo è che non ci è parso sia stato valorizzato, né abbiamo ben compreso quale sarebbe stato l’utilizzo “strategico”  fattone nell’ambito di quel “piano di rilancio” del borgo antico che, bisogna dirlo, o non è stato attuato o è, comunque, risultato inefficace.

La situazione impone dunque di risalire alle ragioni per cui questa importante struttura fu conferita al Bilotti e diventa opportuno chiarire quali impegni avrebbe assunto il privato con l’amministrazione a fronte dell’utilizzazione del Castello; diventa indifferibile verificare se quegli impegni sono stati adempiuti o meno e,  se lo sono stati,  quali effetti hanno concretamente prodotto; se e quali sono i benefici che ne sono derivati per i rendesi e per il loro borgo antico.

Laddove gli impegni non fossero stati mantenuti, qualora le aspettative di un utilizzo funzionale al rilancio del centro storico fossero state deluse,  è evidente che l’amministrazione avrebbe il dovere di prenderne atto e, senza indugio,  essere consequenziale recuperando la disponibilità immediata del castello ai rendesi o,  comunque,  pretendendone un utilizzo che risulti più utile alla città.

Abbiamo invece l’impressione che anche sulla vicenda del castello (e più in generale sul rilancio del centro storico di Rende), sia calato un imbarazzato quanto intollerabile silenzio da parte dell’amministrazione rendese; per questo abbiamo ritenuto di farci portatori di una semplice domanda che rivolgiamo al sindaco Manna:  perché?

Il sindaco faccia chiarezza.

Pensiamo di interpretare il pensiero di tutti i rendesi quando ci auguriamo che si arrivi, in tempi brevi, ad una risoluzione definitiva della querelle in questione oppure che il Castello torni ad essere utile a Rende, in mano ai rendesi.

Rende cambia Rende

Maria Virginia De Rose

Letizia Lucio