Rende, perché Manna il quaquaraquà nomina Pino Munno il pistolero?

Pino Munno il pistolero

Dopo mesi di annunci in perfetto stile quaquaraquà, Marcello Manna “regala” ai cittadini di Rende due assessori: Pierpaolo Iantorno ed il pistolero de noantri Pino Munno.

Lasciamo da parte il primo, per il momento, per dedicarci al Munno da Concistocchi.

Munno è già stato assessore alla manutenzione (ordinaria, straordinaria e molto, molto generosa con quattro ditte di Rende) con l’ex sindaco Umberto Bernaudo. Che, tuttavia, al sorgere di una complessa indagine prima dei carabinieri di Rende e poi successivamente della DDA di Catanzaro, lo estromise, togliendogli la delega.

Il motivo? Presto detto. Durante la gestione di Pino Munno (beninteso, la responsabilità di ciò che scriveremo non può essere solo sua o solo frutto della sua bramosia) le manutenzioni ed i piccoli lavori pubblici al di sotto dei 40.000 euro, con affidamenti diretti e senza preventivi, senza controlli e, dicono, senza collaudi finali, hanno raggiunto la cifra ragguardevole di quasi 9.000.000 di euro. Diconsi Novemilioni di euro. E fin qui poco o niente, tranne a constatare che tutto ciò ha provocato la più grave crisi finanziaria del Comune di Rende.

Ma la stranezza, indagata, è che questa cifra è stata quasi per intero contabilizzata da quattro ditte, quattro soltanto, tra le quali la ditta Marsico, il cui titolare è molto legato allo stesso Munno. E la stranezza paradossale è che tale ditta è nata quattro mesi dopo della nomina del Munno e da quel giorno ha lavorato per quasi due milioni di euro solo con il Comune di Rende. Una ditta molto “locale”. Possibile che nessun altro Comune o privato si sia giovato di così tanta professionalità?

Il dato, però, diventa grottesco se si considera che il sindaco bugiardo ed imbronciato, Marcello Manna, durante la campagna elettorale parlò molto, anzi na fatto i ricchi chini, del disavanzo finanziario, dei debiti, del tracollo contabile, dei guai provocati dalle precedenti gestioni e da allora, fino a ieri, ha continuato a rompere le scatole sull’argomento.

Ma poi nomina Pino Munno. Delle due l’una: o Manna vuole prendersi gioco dell’intelligenza dei rendesi oppure Munno lo ha persuaso a compiere questa scelta che è una croce, una contraddizione, una forzatura che nemmeno i suoi “alleati” hanno gradito.

Forza di persuasione, forza della pistola o forza di cosa?

Un risultato è stato raggiunto: da ora non potrà mai più parlare di debiti, di crisi finanziaria, perchè oltre a confermarsi bugiardo, Pinocchio e quaquaraquà finirà con il diventare anche inaffidabile dal punto di vista istituzionale.

E ora andiamo a piantonare l’albo pretorio: prima o poi qualcosa che riguarda la ditta Marsico uscirà fuori e allora saranno guai. Per tutti.