Rende, il quaquaraquà pronto alla “fase 4” con Totera, Cuzzocrea e il mitico Franchino

Da tempo, purtroppo, ci occupiamo solo superficialmente di quanto accade a Rende nel regno del quaquaraquà più penoso della nostra politica ovvero Marcello Manna, campione mondiale di trasformismo, penalista al servizio degli amici degli amici e pezzo grosso dei poteri forti. Quello che avevamo previsto per il Comune di Rende, dove l’anatra prestata alla politica resterà fino al 2019, si sta puntualmente verificando e infatti per Manna è arrivato il momento di pagare e per i suoi “sostenitori” in consiglio comunale, quello di incassare.

E’ pronta la “fase 4”, insomma. Come se non fossero già bastate le prime tre nel corso delle quali ha fatto tutte le acrobazie, le piroette e i salti mortali carpiati possibili, ecco che ne arriva un’altra. La nuova composizione della giunta comunale, frutto dello scambio politico, secondo voci attendibili, prevederebbe l’ingresso di Fabrizio Totera (Pd) uomo di Nicola Adamo, già assessore ai tempi di Principe e Bernaudo, al quale sarebbe affidato addirittura il ruolo di vicesindaco e quello di Andrea Cuzzocrea (che avrebbe già incassato una “ricca” consulenza all’ospedale Ciaccio di Catanzaro da parte del presidente della giunta regionale, Mario Oliverio) che assumerebbe la delega all’Urbanistica al posto dell’assessore Costabile, il cui compito sarebbe esaurito.

Quanto a Franchino De Rango, il cui nome di battesimo ci ha dato la possibilità di definire tutta questa impresentabile maggioranza (alla Franchino appunto), ha già incassato da parte di Adamo e Oliverio la stabilizzazione del figlio alla Sorical (i figli su piazzi i core…), mentre Manna gli affiderà la delega alla manutenzione della Rende servizi già tolta al leggendario pistolero Pino Munno e, attualmente, trattenuta dal sindaco stesso.

A fare le spese di queste new entry, oltre a Pasquale Costabile, l’architetto amico della Santelli e del sindaco cazzaro di Cosenza, nonché attuale presidente dell’Ordine degli Architetti di Cosenza, ci sarebbe addirittura anche la “fedelissima” Marina Pasqua ma queste voci attendono conferma perché la Pasqua è l’unica ad aver superato tutte le fasi di Manna e sta facendo di tutto per rimanere al suo posto.

In questo modo Manna blinda la sua risicata maggioranza che dovrebbe consentirgli di arrivare alla fine della consiliatura senza ulteriori affanni, sotto il segno del trasformismo.
D’altra parte, l’ombra dei transfughi è un fenomeno che aleggia su tutto il Paese. Rende non è immune da questo fenomeno, che è la conseguenza di una selezione mediocre della classe dirigente e si nutre dell’incapacità degli eletti di dare vita a maggioranze certe e omogenee.

Ne è testimone anche il di battito politico a livello nazionale con le bordate che arrivano da Di Maio contro l’articolo 67 della Costituzione (che prevede l’assenza del vincolo di mandato) e che potrebbero trovare consensi fra gli elettori stanchi di questo continuo balletto di cambi di casacca. Nel Parlamento italiano la legislatura che si è appena conclusa ha fatto registrare ben 388 cambi di casacca (quasi il 40% del parlamentari), mentre al Comune di Rende su 24 consiglieri comunali coloro che hanno cambiato idea a poco più di 1 anno dalla fine della consiliatura sono stati 13 con una percentuale record del 54% circa.