Rende. Tutte le “imprese” di Massimino Aceto, compare e socio in affari di Marcello Mazzetta

Dal Palazzetto dello sport in mano ai boss Di Puppo attraverso la gara pacchianamente truccata per il cugino Christian Dodaro a Massimino Aceto, il mitico faccendiere “compare” e socio in affari di Marcello Mazzetta il passo è brevissimo. Dal momento che gli interventi edilizi sul Palazzetto dello sport riguardano da vicino Massimino Aceto, destinatario di informazione interdittiva antimafia e considerato imprenditore di riferimento delle locali organizzazioni mafiose, il quale è risultato avere numerosi rapporti con il Comune di Rende e cointeressenze direttamente col sindaco.

“… Si ritiene utile – si legge nella relazione del prefetto di Cosenza -, per meglio inquadrare la figura dell’imprenditore in questione, partire dalla motivazione dell’informazione antimafia interdittiva. Anzitutto si è registrato un suo coinvolgimento — venendo sottoposto a custodia cautelare in carcere- nel procedimento penale risalente ai primi anni 2000 denominato convenzionalmente “Tamburo” che aveva attestato l’infiltrazione della consorteria mafiosa cosentina nel sistema degli appalti per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, ricostruendo un piano ben definito da esponenti di rilievo della ‘ndrangheta del capoluogo cosentino che, tra l’altro, prevedeva la ricostituzione di un locale di ‘ndrangheta con “competenza provinciale” composto da ‘ndrine dominanti sia nello stesso capoluogo che nella provincia.
Massimino Aceto veniva configurato come “… un imprenditore di riferimento delle locali organizzazioni mafiose operanti in Cosenza all’epoca dei fatti…” , anche se la vicenda processuale ha avuto per lui un esito assolutorio.

Egli è stato inoltre destinatario, in data 27 ottobre 2004, della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. per anni 4, fino a revoca disposta dalla Corte d’AppelIo di Catanzaro il 23 giugno 2006. La Direzione Investigativa Antimafia ha inoltre avuto modo di rimarcare che i legami di Massimino Acero con esponenti della criminalità organizzata sono stati largamente riscontrati ed evidenziati anche nel corso delle indagini del 2000 relative ad altra operazione, denominata “Squarcio”.

Ebbene, tenute presenti tali pregresse vicende, assumono particolare rilievo i nuovi riferimenti ad Aceto, come amministratore unico della società con sede legale a Rende, nella più volte richiamata operazione “Reset” perché ritenuto contiguo alla criminalità organizzata e definito da collaboratore di giustizia “nostro riferimento”: l’organizzazione della quale l’Aceto viene considerato essere il “riferimento” è, secondo la citata ordinanza n. 231/2021, l’organizzazione federativa di ‘ndrangheta tra le cui componenti, come si è visto, vi è il “gruppo DI PUPPO”, i cui esponenti di spicco sono Michele ed il germano Umberto, organizzatori e promotori dell’associazione, inseriti nell’articolazione territoriale e funzionale operante nella zona di Rende.

Dunque, al bagaglio investigativo quantomeno gravemente indiziario, che aveva portato circa vent’anni addietro —pur considerando gli esiti assolutorio e revocatorio – all’arresto dell’Aceto per associazione a delinquere di stampo mafioso ed all’applicazione di misura di prevenzione nei suoi confronti, segue oggi la rinnovata indicazione della sua persona come referente della criminalità organizzata cosentina.
Ciò premesso, il contributo offerto dall’imprenditore-referente della criminalità organizzata a sostegno del candidato a sindaco Manna n campagna elettorale viene illustrato, nel corpo delle indagini, nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti rese nel 2015:

“… Con riferimento al comune di Rende posso invece ulteriormente riferire di questioni che riguardano l’avvocato Marcello Manna. Si tratta di fatti molto recenti che si collocano nella campagna elettorale da ultimo tenutasi per l’elezione del consiglio comunale e del sindaco del comune di Rende. In occasione di tale campagna elettorale sia io che Umberto Di Puppo, la stessa Rosanna Garofalo, moglie di Patitucci, Massimo Aceto abbiamo fatto la campagna elettorale, ovviamente non riferisco i nomi ad uno ad uno dei soggetti che hanno fatto la campagna elettorale all’avvocato Marcello Manna poiché tutti gli appartenenti al clan federato RANGO — Zingari e LANZINO — RUA ‘ si sono mobilitati per fare la campagna elettorale all ‘avvocato Manna…”.

“… In occasione della campagna elettorale fui convocato dal collega di studio dall’avvocato Manna, l’avvocato Gaetano Morrone, il quale a sua volta si era candidato in una lista che appoggiava il Manna ed aspirava a diventare assessore o consigliere qualora il Manna fosse stato eletto. Convocato nello studio, egli mi chiese di impegnarmi a fare la campagna elettorale sia per se stesso, sia per Manna e mi riferiva che parlava per bocca di Manna del quale, per sua stessa affermazione, si faceva latore della richiesta di voti. Egli, parlando sempre per bocca di Manna mi chiedeva di procacciare voti a loro favore e in cambio rispetto a tale impegno elettorale promettevano in caso di esito vittorioso dei favori mettendosi a disposizione di tutto il gruppo intendendo per tali vari clienti dell’avvocato Manna appartenenti alla criminalità organizzata e quindi intendendosi per gruppo mio, il mio gruppo criminale di riferimento. Il Morrone prometteva altresì, in cambio dell’impegno elettorale nostro, che una volta eletto avrebbe favorito nell’ambito dell’aggiudicazione di appalti, delle ditte che noi avremmo segnalato. Ovviamente se queste ditte fossero state idonee a partecipare agli appalti pubblici. Tra le ditte che costituiscono un nostro riferimento vi è quella di Aceto Massimo, il quale tuttavia difficilmente avrebbe potuto partecipare a gare pubbliche in quanto è stato tratto in arresto, poi c’è quella di Flangella Roberto, già titolare di una discoteca denominata Shake, quella facente capo a tale Quintieri. il quale era a detta del Patitucci, era un vero e proprio suo uomo…”.

“Dopo l’esito vittorioso delle elezioni da parte di Manna, non ricordo se fui contattato da Morrone o se lo contattai io, mi sono recato presso il suo studio e lì fui ringraziato da Marcello Manna in persona per l’impegno profuso…”.

Peraltro, da quanto emerge da altre indagini, quelle effettuate dalla Procura della Repubblica di Cosenza (Proc. Pen. 5336/18 R.G.N.R. cd Operazione Malarintha), non sono stati soltanto i titolari di cariche elettive a favorire l’Aceto ma anche alcuni dirigenti comunali. Infatti, se è vero che è emerso un ruolo di primo piano dei rappresentanti politici del comune di Rende ed in particolare del Sindaco omissis e del consigliere Franchino De Rango (divenuto sindaco f.f. in costanza di interdizione da tali funzioni), che, di volta in volta, si sono inseriti nell’iter amministrativo a favore dell’imprenditore, è altrettanto vero che tali ingerenze potevano attuarsi solo con il contributo, non meno rilevante, delle persone inserite nei settori amministrativi del comune di Rende tra cui Francesco Minutolo, che è stato destinatario della misura cautelare dell’interdizione dal pubblico ufficio.

Andando per ordine, quest’ultima operazione conferma anzitutto lo stretto legame tra Massimino Aceto e l’avvocato Marcello Manna, come emerge dall’Ordinanza di Misure Cautelari Personali Reali emessa, il 02/11/2022, dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Cosenza.
In particolare, il Massimino Aceto e il Marcello Manna sono indagati perché Manna, in qualità di sindaco del comune di Rende, “ metteva a disposizione dell’imprenditore Massimino Aceto (suo “compare” e socio in affari nella gestione di fatto di tre società) i propri poteri e la propria frazione anche attraverso specifiche condotte contrarie ai doveri d’ufficio, consistite in indebite ingerenze determinanti illeciti vantaggi per l’indicato imprenditore, dal quale riceveva delle utilità e/o ne accettava la promessa…”.

“… Messa a disposizione della propria funzione, concretatasi nei sopra descritti specifici atti contrari ai doveri d’ufficio, per la quale il sindaco… concordava e accettava la promessa, da parte dell’imprenditore, di acquisti indebiti di “pacchetti di voto” dai competitors esclusi dal ballottaggio (tenutosi in data 09.06.2019) per assicurarsi la sua rielezione quale sindaco del comune di Rende (stante l’esplicitata importanza del mantenimento di tale carica per assicurare ulteriori indebiti affidamenti e/o maggiori liquidazioni di lavori pubblici in favore dell’Aceto).

Un interesse che traspare dalla vicenda dei lavori sul fiume “Surdo”, che ha visto il coinvolgimento del sindaco Manna e dell’allora consigliere di maggioranza Franchino De Rango (con delega alla manutenzione), come detto poi divenuto sindaco f.f., i quali con più azioni hanno indotto, anche con minacce non troppo velate, il dirigente a liquidare ad impresa riconducibile agli Aceto i lavori effettuati, pur nella piena consapevolezza dell’illegittimità del pagamento, stante la palese difformità dei lavori stessi da quanto previsto in determina.

Esemplificativa, tra le varie captazioni ambientali riportate nella relazione della Commissione d’accesso, è quella risalente a circa un mese dalle consultazioni elettorali amministrative, all’interno dell’ufficio in uso al sindaco, e che offre la conferma della piena consapevolezza, da parte dei soggetti coinvolti, circa l’irregolarità dei lavori svolti lungo le sponde del fiume Surdo e la connessa irregolarità della liquidazione dei lavori stessi.
Nello specifico, trattasi di conversazione intrattenuta tra il sindaco Manna, il dirigente Minutolo, il dipendente comunale (autista del sindaco), l’imprenditore Massimino Aceto ed il consigliere di maggioranza Franchino De Rango.

Un primo passaggio è quello che riguarda l’Aceto, il quale, rivolgendosi al dirigente, confermava la sua ferma volontà di ottenere il pagamento integrale dei lavori svolti sul fiume Surdo, giungendo finanche a minacciarlo con la frase: “ne dobbiamo parlare adesso sennò faccio brutto…”.

Quindi l’intervento nei confronti del dirigente da parte del Franchino De Rango e del sindaco Manna, non solo per la liquidazione dei lavori realizzati dall’Aceto, ma anche per affidargliene altri a seguito del rilascio delle autorizzazioni da parte dell’Autorità di Bacino.
Una nuova intercettazione ambientale nel medesimo ufficio, ha avuto ad oggetto anche le imminenti consultazioni elettorali del 2019, facendo emergere, in maniera evidente, la collusione esistente tra il sindaco e l’imprenditore, il quale – dopo avere rappresentato l’eventuale necessità di procedere anche all’acquisto illegittimo di pacchetti di voto in favore del primo, ha detto che l’amministrazione è “prigioniera” dei dirigenti comunali, arrivando ad affermare: “a mio avviso la Giunta comunale è un organo che si limita a ratificare le proposte dei dirigenti tecnici del Comune. A mio avviso la Giunta non ha un potere di iniziativa. Per me la Giunta non ha alcuna funzione di controllo”.

Le cointeressenze tra Manna e Aceto risalgono al 2006, quali soci della Marp, operante nel settore edile e che, seppur con cessione (considerata dagli inquirenti formale/fittizia) delle rispettive quote ai rispettivi figli nel 2014 (anno della prima elezione del omissis a sindaco di Rende), si è accertato essere tuttora, sostanzialmente, gestita dagli stessi.
Massimino Aceto, segnala peraltro la Commissione d’accesso, attraverso modalità e comportamenti irregolari ha realizzato (gratuitamente o ad un minor costo di mercato) la costruzione della casa privata del sindaco Manna nel comune di Rende.
La Marp risulta essere collegata ad ulteriori società, di fatto amministrate da Aceto, quali la Redimix e, soprattutto, la Aceto Group, società che, unitamente ad altre variamente riconducibili al medesimo Aceto, sono state illecitamente favorite nell’aggiudicazione di numerosi lavori per il comune di Rende, in un ampio contesto di sinallagmatica illiceità, palesemente emersa in captazioni nel corso delle quali, in relazione alle imminenti consultazioni del 2019, egli si è dichiarato disponibile a pagare somme di denaro per l’acquisto di pacchetti di voto in favore del Manna onde evitare la vittoria degli altri competitor (con specifico riferimento a Principe, espressamente affermando: “Se vince queste elezioni quello, per noi è una rovina… “.

Tra le “altre imprese variamente riconducibili” all’imprenditore Massimino Aceto è da annoverare anche quella aggiudicataria dell’appalto relativo al “Completamento Palazzetto dello Sport di Contrada Tocci” dell’importo di € 1.000.000,00″: quel Palazzetto dello spqrt la cui gestione, come detto, è stata forzosamente affidata al soggetto vicino al clan Di Puppo.
Tra le tante cosiddette ‘teste di legno” utilizzate dal Massimino Aceto per dissimulare la sua fattiva e sostanziale attività di gestione, c’è un soggetto che è stato amministratore di una società dal 06.11.2017 al 30.07.2018 nel periodo durante il quale la società si era aggiudicata (in maniera illecita) la gara d’appalto indetta dal comune di Rende relativa ai “Lavori di riqualificazione energetica dell’edificio adibito a scuola primaria Sant’Agostino”, con subappalto proprio alla società riconducibile a Massimino Aceto.

Significativa, ai fini della riconducibilità all’Aceto, è altra intercettazione segnalata dalla Commissione d’accesso, nel cui contesto un soggetto viene letteralmente redarguito per essersi avvalso di un escavatore fornitogli da altri imprenditori: una “incongruenza” segnalatagli proprio dall’Aceto, preoccupato di avere visto presso il Palazzetto mezzi da layoro non appartenenti a chi di dovere….

L’attività d’indagine ha consentito di appurare che, al di là della formale aggiudicazione in favore della società, l’esecuzione dei lavori è stata concretamente effettuata anche dall’imprenditore Massimino Aceto, con l’indebita appropriazione di parte delle somme costituenti il finanziamento concesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso l’altrettanto indebita liquidazione di maggiori importi in favore degli imprenditori che, in maniera fraudolenta e col concorso dei diversi pubblici ufficiali coinvolti, hanno eseguito lavorazioni difformi da quelle previste, attraverso l’illecita predisposizione di perizie di variante sostanziali e, perciò, atte a turbare anche la gara d’appalto.

Nella vicenda delittuosa in disamina, il coinvolgimento di Aceto è emerso innanzitutto da tre significative conversazioni —captate dagli Organi inquirenti— tra le quali spicca quella intrattenuta proprio col sindaco Manna, dimostrativa della sua effettiva partecipazione all’appalto ed all’esecuzione dei lavori presso il Palazzetto ma, soprattutto, per come rileva la Commissione d’accesso, confermativa del più ampio rapporto corruttivo esistente tra i due. Un rapporto tale da far emergere, oltre alle cointeressenze derivanti dalla cogestione, di fatto, della società, una sorta di cogestione, addirittura, della stessa amministrazione comunale. stante l’etero-direzione, da parte dell’Aceto, —da rammentarsi. considerato imprenditore di riferimento della criminalità organizzata- nei confronti del sindaco Manna, al quale l’imprenditore corruttore ha impartito una serie di indicazioni di carattere, appunto, gestionale, anche in relazione, non a caso, alle lavorazioni in corso presso il Palazzetto.
Viene espressamente affermato: “… così ce li tiriamo dalla parte nostra …’; nell’occasione ha ancora una volta chiesto conferma del pagamento dei lavori lungo le sponde del fiume Surdo ricevendo dal sindaco il suo impegno in tal senso: “lo fanno, Io fanno… il lavoro è stato fatto, ma stiamo scherzando? Lo devono fare per forza”.

Ed a conferma dell’impegno preso con l’imprenditore, il sindaco, nel pomeriggio dello stesso giorno, con contegno sostanzialmente impositivo, ha chiesto espressamente al dirigente di procedere col pagamento dei lavori in favore dell’Aceto.
Il dirigente aveva tentato di opporsi specificando che tutti i lavori previsti in determina non erano stati eseguiti a regola d’arte e che in particolare quelli eseguiti sul fiume “Surdo” avevano causato un danno all’amministrazione comunale, tanto da indurlo ad avviare la procedura per trattenere, sulla somma da corrispondere, quella per il ripristino dei luoghi: ciononostante il sindaco ha tenuto fermo il suo proposito.
Gli inquirenti definiscono la vicenda (tra le altre) espressione di un collaudato modus operandi, caratterizzato da collusioni e cointeressenze, con reciproci vantaggi illeciti – in un contesto sinallagmatico — tra l’imprenditore ed il sindaco nonché tra il medesimo imprenditore ed il consigliere Franchino De Rango.

La conferma viene fornita direttamente alla Commissione d’accesso dal dirigente Minutolo nell’audizione del 4 marzo 2023, smentendo di conseguenza quanto affermato dall’allora sindaco f.f. Franchino De Rango in occasione di precedente audizione…
Si diceva del coinvolgimento della struttura tecnico-gestionale del Comune di Rende, oltre che della rappresentanza politica dell’Ente nel favorire l’imprenditore, ed è quanto è emerso soprattutto nell’approfondire la vicenda dell’appalto per l’adeguamento sismico della scuota elementare di Quattromiglia di Rende.

Lo spunto iniziale è offerto da un’ulteriore captazione, quella tra il sindaco ed il Massimino Aceto. In essa il primo, consapevole dei possibili rischi di interdittive (di cui spiega anche i “meccanismi giuridici”), mette in guardia il secondo (rispetto a sue eventuali “rischiose frequentazioni”) in vista delle ulteriori aggiudicazioni (di cui Manna palesa di avere già certezza) in ordine a cospicue gare d’appalto relative all’adeguamento sismico di istituti scolastici.
Proprio con riferimento ai lavori di adeguamento sismico di plessi scolastici la Commissione d’accesso, nell’audizione avvenuta il 26 novembre 2022 di un dipendente comunale è venuta a conoscenza di una possibile vicenda corruttiva che avrebbe coinvolto l’assessore Munno e il sindaco Manna in relazione all’appalto per i lavori presso la citata scuola elementare.

Il dipendente, che era stato nominato responsabile di tre procedimenti in materia, dichiara che a seguito di gara d’appalto, dopo aver curato la stesura della graduatoria provvisoria che vedeva come prima classificata l’impresa riconducibile ad Aceto e come seconda un “consorzio”, era stato avvicinato e successivamente più volte contattato telefonicamente dall’assessore. In occasione di un incontro al Comune l’assessore gli dice “vedi quello che puoi fare per ribaltare il risultato, perché il secondo in graduatoria farà sicuramente ricorso al Tar”.

L’attività successiva del funzionario è stata quella di richiedere “giustifiche” all’Aceto e, acquisitele e ritenutele adeguate, di proporre l’aggiudicazione a suo favore, peraltro su conforme orientamento della stessa Commissione, in assenza però del Presidente, dirigente del Settore Finanziario-Contabile del Comune. Questi successivamente avrebbe mutato il contenuto del verbale di Commissione, considerando le giustificazioni non più accoglibili. Ciononostante avrebbe comunque appaltato i lavori alla ditta.
A questo punto è intervenuto altro dirigente, il già citato Minutolo del Settore tecnico manutentivo, il quale ha affidato ad altri l’incarico di responsabile del procedimento, revocandolo, ed intentando nei suoi confronti procedimento disciplinare relativamente ad altra pratica: un atteggiamento chiaramente ritorsivo. L’esito della gara viene ribaltato, con aggiudicazione dell’appalto alla seconda classificata.
L’aspetto ancor più rilevante delle dichiarazioni del funzionario è quello relativo a quanto avvenuto in costanza di richiesta di “giustifiche”:

“C’è da dire che io avevo chiesto le giustifiche, sono stato avvicinato da un imprenditore che si occupa di appalti pubblici e titolare di una impresa edile. Egli mi ha detto “vedi che devi fare perché ci sono io dietro al consorzio” in sostanza mi aveva chiesto una forma di collaborazione approvando l’aggiudicazione della gara d’appalto al Consorzio affermando che lo stesso fosse stato a lui riconducibile.
L’impresa aggiudicataria dei lavori di adeguamento strutturale e messa in sicurezza della Scuola Elementare Quattromiglia di Rende ha corrisposto complessivamente alle imprese riconducibili ad Aceto la somma complessiva di € 170.920,72, su un appalto aggiudicato per un importo di € 875.200,99: una somma vicina a quella che Aceto aveva vantato…