Agli arresti domiciliari il presidente della Reggina Calcio. Luca Gallo, patron della squadra militante nel campionato di serie B, è stato arrestato dai finanzieri del Npef di Roma con le accuse di autoriciclaggio e omesso versamento dell’Iva.
Le indagini della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Roma, hanno riguardato le società del “gruppo M&G”, riconducibile all’imprenditore, che lavora nel settore dei servizi di sostegno alle imprese, con particolare riferimento alla gestione e fornitura di personale. Gli investigatori avrebbero accertato lo svolgimento di un’attività di somministrazione fraudolenta di personale a migliaia di imprese dislocate su tutto il territorio nazionale ricorrendo allo schema del fittizio appalto di servizi (risultano tuttora oltre 1.700 i dipendenti delle società del “gruppo”), nonché il ricorso a un meccanismo di autofinanziamento dell’attività d’impresa attraverso il sistematico omesso versamento delle imposte e dei contributi relativi ai lavoratori dipendenti.
Disposto il sequestro preventivo di oltre 11 milioni di euro e delle quote societarie di 7 società. Secondo gli investigatori, Gallo avrebbe reinvestito 15 milioni di euro nella squadra di calcio, denaro proveniente, in base a quanto verificato dagli inquirenti, da flussi finanziari tra le varie imprese.
Le indagini sviluppate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, su delega della Procura della Repubblica di Roma, hanno riguardato i flussi finanziari tra le numerose società facenti capo all’indagato, il cui core business è rappresentato dalla somministrazione di manodopera, in particolare dalla fornitura e gestione di personale messo a disposizione di imprese terze, dislocate su tutto il territorio nazionale e operanti nei più svariati ambiti, dalla ristorazione ai servizi alberghieri, dalla pulizia alle attività di logistica e facchinaggio. Complessivamente, le società rientranti nel sequestro impiegano oltre 1700 dipendenti.
I provvedimenti cautelari traggono origine da pregresse indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Roma alla Guardia di Finanza e da attività svolte in sinergia con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro nei confronti di società riconducibili all’indagato, nei cui ambito veniva accertato lo svolgimento di un’attività di somministrazione di personale ricorrendo allo schema del fittizio appalto di servizi e l’autofinanziamento dell’attività l’impresa attraverso il sistematico omesso versamento delle imposte, in particolare dell’Iva e delle ritenute, nonché dei contributi relativi ai lavoratori dipendenti. In tale contesto il soggetto era già stato destinatario, nel 2021, di un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Gip del Tribunale di Roma per quasi 7 milioni di euro.
La Reggina non è coinvolta nel sequestro
Dai successivi accertamenti sono stati acquisiti gravi elementi indiziari in ordine al sistematico “reimpiego” di cospicue somme provento dall’omesso versamento dell’Iva per acquisire il controllo e la gestione della Reggina (non oggetto della misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria), di cui Gallo riveste la carica di presidente. Per assicurare, nell’immediato, la gestione delle società sottoposte a vincolo reale, tuttora operative, e dei correlati flussi economici è stato nominato dal Giudice per le indagini preliminari un amministratore giudiziario.