Rossano, gli affari con la Consip sull’asse Candiano-Minnicelli-Viteritti sono andati in fumo…

La notizia è stata diffusa dal sito Altre Pagine due giorni fa: il Comune di Corigliano-Rossano ha risolto in autotutela uno dei più importanti contratti d’appalto dell’ente, in essere dal 2017. Un appalto della durata di ben 15 anni e per un importo pari a quasi 24 milioni d’euro. Si tratta del contratto per la “gestione del servizio d’illuminazione pubblica e realizzazione d’interventi di riqualificazione tecnologica finalizzati all’efficienza energetica e d’adeguamento normativo degl’impianti del territorio comunale”, tra il Comune di Corigliano-Rossano, appunto, e l’impresa individuale “Lavori pubblici ingegnere Luigi Spezzano”, quest’ultima avente sede legale a San Giorgio Albanese e vincitrice della relativa gara pubblica. Luigi “Gino” Spezzano è uno degl’impresari più noti, potenti e politicamente influenti tra i corridoi comunali, in particolare di quelli che furono i corridoi del municipio dell’ex Comune di Corigliano Calabro, prima della fusione con l’ex Comune di Rossano.

Anche noi di Iacchite’ ci siamo occupati a lungo di questo appalto.

A Rossano il panorama politico-massonico-mafioso è stato in fibrillazione per molto tempo. La prospettiva del referendum per la fusione con Corigliano aveva fatto diventare la città bizantina una vera e propria polveriera ed erano partite inevitabilmente le grandi manovre dei politicanti per farsi trovare pronti e dettare leggi e condizioni.

Per mesi e mesi il caso politico del giorno è stato la delibera comunale che trattava la gestione degli impianti di illuminazione tramite la Consip, che non ha certo bisogno di presentazioni. Una speculazione grandissima, ma così grande che fatalmente è stata chiacchierata come si deve sui marciapiedi, nei salotti, sui social e persino sulla stampa. Il Comune era talmente preoccupato che impediva l’accesso agli atti al consigliere comunale Rapani (che non è mai stato certo un nostro beniamino) e al consigliere Stasi (che invece ci è sempre piaciuto perché non ha scheletri nell’armadio e poi, per sfortuna dei papponi, è anche diventato sindaco…), i quali sottolineavano già due anni fa che ci trovavamo davanti ad un fatto gravissimo e si chiedevano il perché di tanta riservatezza e cosa ci fosse dietro.

Per scoprirlo, ci è venuta in aiuto la gente, che a Rossano ha urlato ai quattro venti quali erano alcuni degli interessi inconfessabili che non si potevano svelare ma che, alla fine, erano i soliti segreti di Pulcinella… Anche perché il monopolio dell’informazione ufficiale in mano ai media del potente Pasquale “Mollettun” Lapietra non poteva e non può svelare un bel nulla causa interessi trasversali con… tutti. La verità che neanche “Mollettun” poteva e può far scrivere ai suoi dipendenti è che i politicanti rossanesi si erano mossi per tempo per raccogliere i frutti di questo impegno per le realizzazioni da collegare in qualche modo alla Centrale Enel e avevano costruito un contenitore chiamato “Futur-e” nel quale avevano piazzato i loro rampolli (principalmente il figlio di Candiano e il nipote del potentissimo avvocato Minnicelli).

Ad un certo punto, però, il progetto è miseramente fallito ma non per questo i papponi si sono rassegnati. In quattro e quattr’otto, di conseguenza, hanno aderito ad un bando della famigerata Consip affidando ad un’azienda del suo “giro” (quella di Gino Spezzano, appunto) la pubblica illuminazione e l’efficientamento energetico alla modica cifra di 15 milioni in nove anni. Poi addirittura aumentati a 24 milioni per 15 anni… E hanno avuto gioco facilissimo a coinvolgere nel progetto quella cordata che aveva fallito con Futur-e. A tale proposito, si diceva che Minnicelli jr fosse un illustre procacciatore con provvigione molto alta e che Viteritti fosse l’ingegnere progettista. Insomma, i soliti accordi. Solo che stavolta la gente era più incazzata di altre volte e quando il popolo s’incazza, le reazioni possono essere imprevedibili.

Giova ricordare che lo zio di Minnicelli (il padre si chiama Maurizio ma verosimilmente sarà “fratello” due volte di Amerigo…), massone dichiarato, è approdato addirittura alla ribalta mediatica per aver criticato i massoni ufficiali del Grande Oriente d’Italia. Mentre il papà di Luca Candiano, ovvero il sindaco effettivo della vecchia Rossano, al secolo Nicola, non poteva certo (re)inserire il figlioletto nella pappatoia ma era già chiaro come il sole due anni fa che dietro questo caravanserraglio c’era soprattutto lui. Adesso, a due anni di distanza, Stasi ha tratto le conclusioni di questa vicenda e ha revocato l’appalto. Un gran colpo, non c’è che dire. Peccato, però, che i media non si siano minimamente occupati della faccenda… Quando si dice media di regime, del resto, una ragione c’è sempre. A futura memoria.