Salerno, il procuratore Borrelli ricorre in Cassazione: “Manna vada in carcere”

Ormai la notizia è di dominio pubblico ma qualcuno ancora non l’ha capita bene e specie in una realtà come quella cosentina dove i media di regime difendono sempre i potenti e i mascalzoni, si presta ancora ad equivoci mentre invece è chiarissima. Il procuratore capo del Tribunale di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha presentato ricorso in Cassazione per chiedere la misura cautelare in carcere nei confronti di Marcello Manna, avvocato esperto in mazzette e tangenti e sindaco di Rende. Decisione che arriva dopo il pronunciamento del Tribunale per il Riesame di Salerno, che ha disposto la sospensione di un anno dall’attività professionale dopo le integrazioni presentate dalla Procura, rigettando però la custodia in carcere. E la Procura va avanti perché vuole proprio il carcere per questo mascalzone massomafioso.

Manna è accusato di corruzione in atti giudiziari: i fatti fanno riferimento al territorio calabrese, sui quali indagano – per competenza territoriale – i magistrati salernitani. Manna ha difeso il boss Francesco Patitucci, ritenuto il mandante dell’omicidio di Luca Bruni e condannato in primo grado.

Per il Tribunale, che ha dalla sua parte anche un imbarazzante filmato nel quale si vede chiaramente l’avvocato consegnare la mazzetta al giudice, avrebbe consegnato – appunto – una tangente da 5mila euro al presidente della Corte d’Assise di Catanzaro, Marco Petrini, per ottenere l’assoluzione del boss in secondo grado, puntualmente avvenuta dopo la consegna del denaro. Inoltre avrebbe promesso e ottenuto 175mila euro da parte della Fondazione “Calabria Fim Commission”, presieduta all’epoca da Pino Citrigno di Cosenza, a favore del cugino della moglie di Petrini, tale Mario Vitale di Lamezia Terme, per la realizzazione di un lungometraggio.

Secondo il Riesame di Salerno, però, nei confronti del legale non ci sarebbe l’aggravante del favoreggiamento mafioso (in particolare, della ‘ndrina Lanzino-Patitucci, attiva nel Cosentino). Decisione contestata dalla Procura di Salerno, che ha presentato ricorso in Cassazione. Altro che complotto giudiziario: qui c’è solo qualcuno che tiene ancora a galla l’avvocato delle mezzette ma in Cassazione la partita è ancora aperta e per Manna potrebbero ancora aprirsi le porte del carcere ma stavolta non per “soccorrere” i suoi sodali boss ma proprio per tenerci lui là dentro, come dovrebbe essere già da diverso tempo.