Salerno, 13 ottobre 2020. Incidente probatorio, il giudice Petrini: “Ho ricevuto da Manna 7.500 euro in contanti”

Oggi il Gup di Salerno ha posto fine al procedimento di primo grado nei confronti del giudice Carlo Petrini e dell’avvocato Marcello Manna con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Il procedimento ha avuto come momento culminante l’incidente probatorio del 13 ottobre 2020. 

Il 13 ottobre 2020 il giudice Marco Petrini ha confermato tutto nell’incidente probatorio a Salerno. L’ex presidente della Corte di Appello di Catanzaro ha raccontato al gip di Salerno, Giovanna Pacifico, davanti ai diretti interessati, di aver ricevuto in più occasioni somme di denaro dagli avvocati Marcello Manna e Luigi Gullo del foro di Cosenza.

Il togato, sospeso dalle sue funzioni, ha indicato luoghi e circostanze della dazioni di denaro ricevute da due penalisti. Anzi, ha addirittura rivelato che in una delle occasioni ha ricevuto banconote in tagli da 100, 50 e 200 euro. Petrini ha spiegato di essersi lasciato corrompere nei processi riguardanti il boss di Rende, Francesco Patitucci, che assolse dall’accusa di concorso nell’omicidio di Luca Bruni, “reggente” dell’omonima famiglia di Cosenza e in occasione del dissequestro dei beni di un imprenditore cosentino, Iuele, che erano stati in precedenza “sigillati” dal Tribunale di Cosenza.

Petrini ha risposto alle incalzanti domande poste dagli avvocati Armando Veneto, Gianluca Garritano e Michele Tedesco senza tuttavia cadere in contraddizioni. Il magistrato che con Manna è indagato per corruzione in atti giudiziari, è difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Filomena La Gamma del foro di Castrovillari. Fonte: Gazzetta del Sud

Il giudice Marco Petrini, arrestato nei mesi scorsi, ha confermato la propria versione dei fatti su uno dei casi di corruzione che lo riguardano, ossia l’avere accettato denaro da parte dell’avvocato Marcello Manna – attuale sindaco di Rende (Cosenza) – e dell’avvocato Luigi Gullo per dare esito favorevole alle difese su due procedimenti: uno riguardante l’imprenditore Antonio Ioele e, il più importante, l’assoluzione del boss Francesco Patitucci, ritenuto ai vertici del clan cosentino Lanzino-Ruà, quale mandante dell’omicidio di Luca Bruni. Per questi due processi Petrini, ex presidente della seconda sezione della corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, ha affermato di avere accettato rispettivamente 2500 euro e 5000 euro dall’avvocato Manna. Nella prima occasione l’accordo corruttivo sarebbe stato proposto da Petrini e nel secondo dallo stesso avvocato Manna.

FOTO GAZZETTA DEL SUD

Il 13 ottobre 2020, in sede di incidente probatorio davanti al gip Giovanna Pacifico, a Salerno, il giudice, difeso in aula dagli avvocati Francesco Calderaro e Filomena La Gamma, ha confermato l’esistenza della corruzione e che nei video – nei quali la Guardia di finanza di Crotone lo ha ripreso mentre apre una busta subito dopo un incontro con Manna – stava controllando il pagamento per l’assoluzione di Patitucci.

Nel corso dell’incidente probatorio le difese – Armando Veneto per Manna, Michele Tedesco per Gullo e Gianluca Garritano per Patitucci – hanno eccepito il mancato deposito di alcuni verbali (uno del 29 febbraio) e il deposito in parte omissato del 17 aprile. Secondo la difesa di Petrini, al contrario, il magistrato avrebbe confermato la propria versione “con grande lucidità”.