San Costantino, l’ultimo saluto a Domenico Mazzeo. Il vescovo Nostro: “Trasformiamo la delusione in amore”

L’ultimo saluto al piccolo Domenico Mazzeo. Oggi, antivigilia di Natale, sotto un cielo plumbeo e triste, una folla commossa sta salutando il ragazzo di 13 anni tragicamente scomparso giovedì 21 dicembre mentre era a scuola insieme ai compagni, nell’ora di educazione fisica. La Chiesa Madre di San Costantino Calabro è stracolma di persone per l’estremo saluto a Domenico e per dare conforto ai genitori Antonio e Nunzia, alla sorella Asia e agli altri familiari. Presenti tutti i giovanissimi compagni di scuola, ma anche tutta la comunità di San Costantino Calabro e dei paesi limitrofi, nonché i sindaci di numerosi comuni vicini. Grande compostezza e commozione nella messa officiata da monsignor Attilio Nostro, vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea.

Le parole del vescovo monsignor Attilio Nostro

“L’altra sera parlavo con i genitori e la sorella di Domenico. Ho provato a dire loro e oggi lo dico a voi che oggi questo Vangelo riguarda Domenico. Quale sarà il destino di questo ragazzino? Giovanni Battista è nato per essere serve di Dio, è nato per morire. Ma Giovanni Battista è nato per preparare i cuori, per preparare la strada del Signore. La delusione che oggi proviamo deve trasformarsi in amore e non in dolore, non in odio”.

“Dio si diverte con la nostra vita? No, non si diverte affatto. Il Signore è accanto a noi, ci mostra come morire e come vivere. Non dobbiamo sfidare Dio, la morte non è una sfida. Gesù non attende un ricordo, ma lo porta via con sé. Non allontaniamoci da Dio, non puntiamo il dito conto di lui. Lui ha contributo a generarlo e a costruirlo per tutta l’eternità. Dio amerà Domenico più della sua mamma. Basta alzare lo sguardo e renderci conto che il Signore desidera che continuiamo a vivere la comunione con chi ci ha preceduto. Dobbiamo proclamare Domenico vivo in Dio, vivo nei nostri cuori. Non e’ retorica, e lo stesso modo in cui Gesù viveva la sua vita. Noi dobbiamo rappresentare questa fede ai compagni di Domenico, è’ un loro diritto credere e amare”.