San Lucido, quello che poteva essere e (per fortuna) non è stato

QUELLO CHE POTEVA ESSERE E PER FORTUNA NON È STATO

di Andrea Calomino

La realtà è sotto gli occhi di tutti a San Lucido: anziani, uomini, donne, bambini, tutti accomunati da un unico comune denominatore, Covid-19, positivi al coronavirus. Il virus ha causato decessi e di conseguenza sofferenze in alcune famiglie, ha causato e tutt’ora causa grosse problematiche in tutte quelle dove il virus ha fatto la sua comparsa, ha causato dibattiti social il più delle volte oltre il limite, ha fatto sì che qualche esercente venisse discriminato da un istituto bancario (Carime) di Paola (e non dai Paolani) perché Sanlucidano, ha fatto sì che venissero dati soluzioni attraverso gli organi di stampa senza un seguito concreto, ha fatto sì che ci si accreditasse come i risolutori del problema ma solo a livello mediatico.

Sì… ci è capitato tutto questo, ma… forse dovremmo fare un’altra analisi, forse dovremmo immaginare un altro scenario per comprendere quello che è accaduto e che invece poteva accadere e che in pratica dovrebbe farci capire che siamo stati fortunati anche nella sfortuna; il contagio poteva causare centinaia se non migliaia di positivi e decine di vittime, una strage, considerato l’elevato numero di anziani e soprattutto perché colti di sorpresa (dal 26 gennaio, giorno in cui il pianeta faceva la conoscenza del virus, al sentore che qualcosa stesse accadendo, sono trascorsi più o meno venti giorni… pochissimi).

Il contagio poteva segnare in modo permanente la nostra spendida cittadina sia dal punto di vista sociale che economico e poteva privarci di tanti altri affetti oltre quelli già sottrattici come comunità, invece al momento cinquantadue positivi e purtroppo quattro decessi, alle cui famiglie va il cordoglio della popolazione tutta e con l’augurio che la cosa si fermi qui.

San Lucido ha risposto alla grandissima all’emergenza sanitaria barricandosi da subito in casa con l’eccezione delle uscite per ovvi bisogni giornalieri e con l’adozione, da parte degli esercenti, dei dispositivi medici previsti, molto prima che l’emergenza si allargasse (ecco spiegata l’esigua percentuale di contagio, lo 0,84, su un totale di oltre seimila abitanti); il popolo ha intuito da subito la necessità di segnalare le inadempienze di alcuni cittadini, (con buona pace per quelle giornaliste che s’inventano ulteriori interi nuclei familiari positivi… fanno parte sempre dei cinquantadue di cui sopra, quindi nessun pericolo per gli abitanti), il popolo si è adattato alle varie “Disposizioni in materia” con grande senso del dovere rispettando file imposte giustamente da altri, il popolo ha supportato il vicino in difficoltà.

Dobbiamo essere fieri di essere Sanlucidani perché San Lucido ha risposto all’emergenza prima e con più “saggezza” di molti altri comuni del “civilissimo” nord, quel nord che tanto viene preso ad esempio per efficienza, quel nord che ha pensato solo al profitto, quel nord che ancora oggi, mentre scrivo questa Mia, lascia partire in modo indiscriminato chiunque voglia venire al Sud, quel nord che alla fine non ha esercitato neanche i poteri che negli anni lo Stato gli ha assegnato. Ovviamente se tutto questo è avvenuto è per merito dei Sanlucidani e dei loro sforzi, delle Istituzioni interne, delle aziende che hanno messo a disposizione derrate alimentari per i più bisognosi e fornito mascherine protettive, dei volontari, supportati certamente dal personale sanitario del 118 a cui va, anche in questo caso, tutta la nostra riconoscenza e solidarietà per il lavoro svolto finora e la richiesta di continuare a farlo fino ad esigenza cessata. FACCIAMOCI UN APPLAUSO per una volta, senza dimenticarci di chi non è più tra noi…