SANDOKAN: TE LA DO’ IO LA MALESIA
Dopo la seconda serata di lunedi 8 dicembre con i nuovi due episodi del nuovo Sandokan televisivo l’entusiasmo del presidente Roberto Occhiuto e dei tanti opinionisti a libro paga sembra essere un po’ scemato.
Forse per il netto e pesante calo negli ascolti (più di 1 milione e 300 mila!) che noi avevamo previsto, un po’ forse perché si attende l’ulteriore botta della settimana prossima e quella ancora più forte del 22 dicembre quando si concluderà la serie. Hai voglia a dire che è già pronta la seconda… serie, se crollano gli ascolti sai quanto se ne fotte la Rai di Sandokan e… di Occhiu’!
Continua invece il dibattito serrato tra i tradizionalisti del Sandokan di Kabir Bebi e quello nuovo, moderno con Can Yaman. Sul nuovo Sandokan dal punto di vista artistico vogliamo aggiungere solo un concetto. Più che una serie di avventura sembra uno sceneggiato tra spiritati. E’ una gara impareggiabile tra gli sguardi truci e gli occhi fulminanti di Can Yaman e di Ed Westwick che fa James Brooke. Can Yaman passa da uno sguardo di traca (di traverso per i settentrionali) con occhi fulminanti ad uno sguardo orizzontale con rotazione fulminea del collo. La cosa avviene sia nelle scene truculente (si fa per dire) che in quelle romantiche (anche qui, si fa per ridire). L’avventura e la suspense stanno al nuovo Sandokan televisivo così come ad una processione del venerdì santo. E siamo anche fin troppo buoni.
Ma andiamo alle minchiate del presidente Roberto Occhiuto. O per meglio dire Roberto Occhiukan, il tigrotto di Calabria. Subito dopo il reeel di Fiorello che coglioneggiando aveva parlato dei tigrotti aspro-Mompracen, Occhiukan ci ha aggiunto un nuovo filmato con l’attore che interpreta Lord Brooke con il titolo: “SEMBRA LA MALESIA MA E’ LA CALABRIA”. Sarebbe interessante capire che beneficio promozionale può derivare alla Calabria paragonandola alla Malesia. Ma questo solo Occhiukan lo può sapere. In Malesia dall’Italia sono andati quest’anno circa 75 mila turisti, l’anno scorso circa 60 mila. Non sembra che vi sia questo flusso enorme di turismo da intercettare e portare qui da noi.
Ma certamente il presidente e i suoi esperti puntano a creare quel clima esotico e naturalistico per dare un’immagine attrattiva alla nostra regione. Ora cosa ci sia di attrattivo e seducente nei paesaggi degli ultimi episodi non è dato saperlo. Mentre nei primi due episodi, come abbiamo già raccontato la settimana scorsa, la bellezza delle spiagge di Capo Vaticano è apparsa come sfondo per un totale di circa 3 minuti scarsi, negli ultimi due episodi di Capo Vaticano e delle bellezze della Calabria non c’è proprio traccia. Forse c’è una immagine, dicasi una immagine, dove si riprendono i scogli a mare di Grotticelle. Poi si vede solo per pochi secondi Le Castella che al computer è stata abbruttita facendo scomparire il Castello e lasciando il muro inferiore.
Ci si arriva a pensare che sia Le Castella perché abbiamo visto le immagini del photoshop relativo. Gli ultimi due episodi sono girati in buona parte nella penombra, negli esterni ed interni angusti del backlot di Lamezia che riproducono le strade di Singapore. Come esterni abbiamo una foresta tropicale selvaggia e inospitale, dei frammenti sparsi di mare per le scene sui galeoni girati in studio a Formello, e poi fotogrammi sparsi di porti e baie orientali. Certamente questo paesaggio scuro e angosciante è stato creato per ragioni di suspense. Non si capisce però che ci ha da guadagnare la Calabria da questo accostamento.
Occhiukan avrebbe fatto meglio a non pensare a questo gran casino accostando lo sceneggiato alla Calabria. Ci perdiamo solo d’immagine. Ammesso che ne avessimo una… Per rimediare farebbe bene a chiedere alla Rai di fare leggere a Fiorello, prima della messa in onda dei prossimi due episodi, un avviso in cui si dica che ogni accostamento nei contenuti con la Calabria è puramente casuale e gli esterni in oggetto non rappresentano minimamente le bellezze della Calabria.
Non abbiamo foreste inospitali e selvagge. In più si avvisano i telemorenti (dalla noia) che la storia raccontata non ha nulla a che vedere con quella della regione Calabria dove ci saranno anche problemi di ‘ndrangheta e mafia, come in tutt’Italia ormai, ma non certo quel casino che esce nello sceneggiato tra pirati buoni e cattivi, bravi del sultano del Brunei, sgherri al servizio di Lord Brooke, e soldati inglesi in ogni dove. Avremo anche il primato nel traffico della cocaina ma non abbiamo ancora oppierie dove andarsi a sballare in ogni dove.
Il problema più grosso che abbiamo è quello dei politici e degli amministratori che fanno impallidire il sultano del Brunei, Lord Brooke e anche il console. ma questo per carità cristiana lo andiamo ad omettere. In conclusione, la nuova serie di Sandokan sembra che sia stata finanziata dalla regione Calabria più che per promuovere l’immagine della Calabria per farci passare come i tafazzi d’Italia o i Babbi Natale. D’altronde dopo la pista di ghiaccio regalata al popolo lumbard ad inizio della prima presidenza di Occhiu’, adesso abbiamo, ad inizio della seconda presidenza, i milioni regalati alla Luxevide per il Sandokan in Malesia.
Ma perché la sponsorizzazione non l’hanno chiesta al Sultano del Brunei? Consigliamo infine a Occhiukan, il tigrotto di Calabria, di aggiornare i marcatori identitari che così tanti milioni sono costati al popolo calabrese. Certamente ai 100 marcatori identitari già identificati vanno aggiunti: Sandokan, Marianna, Lord Brooke e la Malesia. Meglio ancora Occhiuken, il tigrotto di Calabria, la Princi nella parte di Marianna (le mettiamo una parrucca bionda, tranquilli!), Francesco Cannizzaro nella parte del console di Reggio Calabria e Gallo nella parte di Lord Brooke, si potrebbe così pensare di fare il remake di Ali Babà e i 40 ladroni… e ci fermiamo qui per carità di patria…









