Sant’Agata di Esaro. La corruzione regna sovrana: dalle accuse dell’opposizione a quelle della famiglia del sindaco

Sant’Agata di Esaro, il sindaco Mario Nocito riceve accuse in pubblico dal fratello minore alla presenza del maresciallo dei carabinieri della locale stazione.

Dietro i monti della valle dell’Esaro si sta impiantando un sistema di potere conosciuto ormai da tempo da tutti i santagatesi che sanno bene che l’attuale sindaco Nocito ha patteggiato in passato una pena di 8 mesi di reclusione e per 5 anni è stato interdetto dai pubblici uffici proprio per reati contro l’Ente comunale. Un antico detto dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Ma anche il vicesindaco Adriana Amodio è non poco discussa in paese: quando in Regione Calabria la gara per l’assistenza tecnica del PSR è stata affidata alla Società di Consulenza Cogea, la società ha assunto personaggi come la stessa Amodio, che tutto hanno fatto tranne che lavorare per Cogea ed il PSR. Per non parlare dell’altro componente della Giunta, Andrea Vaccari, “l’assessorino alla polvere”.

Lo stesso che ora ha trovato la voce per parlare e accusare il sindaco, gli fornisce materiale edile per il Comune e qualche mese fa gli aveva venduto anche i famosi 101 sacchi di cemento al prezzo di 101 quintali, salvo consegnarli realmente solo dopo essere stati sgamati dalla minoranza… anche se non si sa più che fine ha fatto tutto quel cemento.

Da alcuni giorni la cittadina è turbata da avvenimenti che fanno emergere gravi accuse contro la Giunta comunale, le stesse accuse che negli ultimi anni non sono mai mancate dalla controparte politica ma ora che provengono dalla “famiglia” destano più scalpore: dalla richiesta di “regali” alle imprese che lavorano per il Comune agli appalti affidati ad amici ed eseguiti senza alcuna sicurezza con al massimo un cappuccio di lana al posto del casco… insomma il “Re degli abusi edilizi” continua a operare indisturbato.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso questa volta è stata provocata da alcune fotografie scattate sul cantiere della casa comunale sabato 4 maggio, che ritraggono gli operai sul tetto dell’edificio senza protezioni e sicurezza. In quell’occasione sono volate accuse pesanti verso un’amministrazione che sta rovinando l’intero paese. Testimone ne è stata la comunità ed anche il maresciallo della locale stazione dei carabinieri che ha preferito demandare la competenza ad altre istituzioni omettendo quanto succedeva sotto i suoi occhi!

Nel caso specifico si tratta di un appalto pubblico per efficientamento energetico della casa comunale, affidato all’impresa De Marco Srl di Maierà (ben conosciuta sul Tirreno per essere protagonista di numerosi filoni di inchieste) per un importo complessivo di oltre 600.000 € che va avanti ormai da mesi, eseguito invece in totalità dell’amico fidato e fraterno di Mario Nocito, Peppino Raimondo, unico esecutore anche di tutti i numerosi lavori di somma urgenza, ma questo è un altro discorso! Nonostante il cantiere è nel centro del paese fino a questo momento nessuno aveva visto nulla, compreso il direttore dei lavori Francesco Campana.
Vecchie inchieste come “Appalto Amico” e “Affari in famiglia” hanno mietuto vittime illustri sui paesi del Tirreno, tra amministratori comunali e imprenditori ad essi legati. Alcuni tra quei personaggi però sono coinvolti anche in questa vicenda, che dal Tirreno sembrerebbero essersi spostati più all’interno, tra i monti di Sant’Agata di Esaro.

Non più tardi di qualche giorno fa non è passata inosservata al Comune la visita della guardia di finanza e anche quella dell’Ispettorato del lavoro, sul cantiere appaltato a De Marco.

Riguardo ai particolari delle indagini ce ne sono diverse, dalla cognata del sindaco e responsabile tributi che si faceva pagare il rimborso dei viaggi con residenza a Rende e poi si recava al Comune a piedi abitando a 200 metri, dal responsabile finanziario che scoperto e denunciato deve restituire 9000 euro percepite indebitamente … a tanto altro.
Si dice infine che hanno pagato un primo Sal su un lavoro per 170.000 euro dichiarando interventi che non sono stati ancora fatti in realtà, su un campo sportivo… E siamo solo al primo assaggio.