Scontri Cosenza-Catanzaro. Cosa nascondono la digos e la questura?

Quando sono passate ormai più di 48 ore dagli scontri tra tifoserie e forze dell’ordine successivi al derby Cosenza-Catanzaro, ancora NON ESISTE una versione ufficiale dei fatti. La digos e la questura di Cosenza ieri pomeriggio, probabilmente infastidite dalla valanga di critiche per la pessima gestione dell’ordine pubblico, hanno iniziato a emettere provvedimenti cautelari nei confronti degli ultrà del Catanzaro che hanno partecipato ai tafferugli. Ne hanno identificato 12 ma a quanto pare, al momento, ne hanno rintracciato solo 8. Per il resto, dalle stanze dei bottoni della questura di via Frugiuele trapela soltanto un’indiscrezione ovvero che “stanno indagando”. 

A Catanzaro stanno facendo fuoco e fiamme contro il servizio pubblico della Rai, che ha diffuso notizie chiaramente distorte e parziali nei servizi andati in onda sia lunedì che ieri. Nessuno lo dice ma è del tutto evidente che le notizie diffuse non solo dalla Rai ma anche da altri media – per lo più cosentini – nell’immediatezza dei fatti provengono da fonti molto vicine proprio alla digos e alla questura di Cosenza. Perché i giornalisti della Rai e dei siti cosentini, per dare una prima versione dei fatti, non hanno certo telefonato alla fata turchina ma con tutta certezza alle loro fonti interne alla questura e alla digos di Cosenza.

Ma il questore Giuseppe Cannizzaro e il capo della digos Raffaele De Marco ancora “stanno indagando”, ancora stanno visionando filmati… Da Catanzaro continuano a dire che a Rende, sulla rotatoria di viale Marconi a due passi dal Mc Donald’s c’erano anche almeno una trentina di ultrà cosentini. E ci dicono anche che sono stati “immortalati” da numerosi video e che qualcuno di loro s’è fatto male. Ma, al momento, non sono ancora arrivate notizie riguardanti provvedimenti cautelari nei loro confronti. E la circostanza inizia a diventare grottesca. Perché la digos e la questura di Cosenza continuano a nascondere la versione ufficiale dei fatti accaduti? Cosa c’è di tanto inconfessabile che non si può dire? E perché è stato scelto lo svincolo di Cosenza Nord come “location”?

Anche la questura di Catanzaro ha toppato clamorosamente nella gestione della trasferta. Lo si è visto agevolmente dal gran casino combinato con i biglietti, che invece di 800 sono lievitati almeno del doppio. Tuttavia, il gran casino vede coinvolte in maniera pacchiana anche la Viva Ticket, che per diversi giorni ha consentito di fare biglietti a centinaia di tifosi catanzaresi e la stessa società del Cosenza Calcio, incapace di mettere un freno alla disorganizzazione della Viva Ticket. Poi, quando la frittata era stata già fatta, la questura di Catanzaro ha cercato di metterci una pezza che però è stata peggio del buco e così abbiamo assistito allibiti allo “spettacolo” di oltre 1600 ultrà ammassati in un settore ospiti da terzo mondo senza ingressi sicuri e senza neanche uno straccio di divisione decente tra le tifoserie, che si sono lanciate petardi e bombe carta tra lo sbigottimento generale.

Abbiamo sentito dire che i “gringos” della digos di Cosenza si sentono traditi dalla questura di Catanzaro e che si lamentano con… il governo che gli avrebbe imposto di non usare i manganelli, ma la realtà nuda e cruda è che ancora non ci dicono come sono andati i fatti e come mai ci fossero almeno una trentina di ultrà cosentini a Rende. “Stanno indagando”: benissimo. Ma sappiate che se passeranno ancora altre 48 ore e non ci saranno fornite versioni ufficiali, cercheremo noi di spiegare la verità non solo ai catanzaresi, che già la conoscono purtroppo, ma anche a tanti cosentini che non la conoscono e vorrebbero tanto conoscerla. Intelligenti pauca.