Scuola. Supplenze brevi, in arrivo una nuova “bastonata” per i docenti precari

di Luigi Rovelli

Fonte: Scuola Informa

Il movimento Scuola Lavoro e Libertà denuncia con fermezza l’ennesimo attacco ai lavoratori precari della scuola, categoria che continua a pagare il prezzo più alto delle scelte politiche in materia di istruzione. La nuova Legge di Bilancio, ora all’esame del Senato, prevede una modifica significativa alla legge 107 del 2015, in particolare al comma 85 dell’articolo 1. L’obiettivo apparente è quello di ridurre la spesa pubblica, ma di fatto – sottolineano i docenti del movimento – a farne le spese saranno ancora una volta gli insegnanti con contratto a termine e, di riflesso, la qualità didattica.

Supplenze brevi: la copertura passa all’organico dell’autonomia

La nuova norma impone ai dirigenti scolastici di coprire le assenze inferiori ai dieci giorni dei docenti su posto comune utilizzando il personale dell’organico dell’autonomia, salvo “motivate esigenze di natura didattica”. Una misura che, secondo i docenti, solleva più dubbi che certezze. Non è chiaro, ad esempio, come verranno retribuite le ore aggiuntive svolte dagli insegnanti chiamati a sostituire i colleghi assenti. Ci si chiede se tali compensi verranno coperti con i fondi del MOF (Miglioramento dell’Offerta Formativa) o se, più probabilmente, si opterà per la soluzione più economica: utilizzare docenti del potenziamento o – peggio ancora – insegnanti di sostegno ritenuti “non indispensabili”.

Il rischio di un’ulteriore discriminazione interna

Oltre alla questione economica, il movimento evidenzia una discriminazione evidente tra docenti su posto comune e docenti di sostegno. I primi vengono trattati come figure sostituibili, quasi superflue (dato che nel loro caso non è importante la continuità né la stabilizzazione mediante assunzione da GPS, come invece avviene nel sostegno) nonostante la loro funzione sia essenziale per garantire la continuità didattica. “Come si può – si chiedono i rappresentanti del movimento – parlare di inclusione e qualità dell’insegnamento se si toglie alle scuole la possibilità di nominare supplenti anche per assenze brevi?”

Scuola reale e norme lontane dalla realtà

Chi elabora queste misure, accusano i docenti, sembra non avere alcuna conoscenza della vita reale delle scuole. Quando un insegnante di ruolo si assenta, anche per pochi giorni, la mancanza di un supplente provoca disagi immediati: lezioni interrotte, programmi bloccati e difficoltà di recupero per gli studenti. “Basta saltare dieci giorni di lezioni di italiano o matematica – osservano – per compromettere la continuità didattica. Chi scrive le norme dovrebbe provare a vivere una settimana in un istituto per capire cosa significhi davvero una sostituzione mancata.”

Una scelta politica che mira al risparmio, non alla qualità

Dietro la riforma, sostengono i docenti di Scuola Lavoro e Libertà, non c’è una logica educativa ma una pura logica di risparmio. La politica – spiegano – continua a considerare l’istruzione pubblica come un costo da tagliare e non come un investimento strategico per il futuro del Paese. “La scuola viene usata come terreno di propaganda, ma quando si tratta di destinare risorse, diventa sempre la vittima sacrificale”, accusano. Anche l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha espresso perplessità sulla misura, riconoscendo che l’applicazione pratica nelle scuole potrebbe rivelarsi problematica e fonte di ulteriori tensioni organizzative.

“Non è questa la scuola che vogliamo”

Il movimento Scuola, Lavoro e Libertà denuncia infine il “silenzio assenso” dei sindacati e l’assenza di un fronte unitario in difesa dei lavoratori precari. “Si parla tanto di formazione e di futuro – concludono i docenti – ma intanto migliaia di insegnanti che per anni hanno garantito il funzionamento del sistema scolastico vengono lasciati soli, costretti a vivere di supplenze e incertezza. Non è questa la società che vogliamo.”