A conferma dell’esistenza a Rende di un sistema con a capo Sandro Principe che imponeva “regole” proprie si richiamano le dichiarazioni rese dagli altri dirigenti Domenico Ziccarelli, Umberto Vivona, Francesco Raimondi, Raffaele Gilardi, Valdo Vercillo e dall’ex consigliere comunale Francesco D’Ambrosio nonché da Spartaco Pupo.
Sullo stretto rapporto tra Sandro Principe e i dirigenti incaricati della gestione della Rende Servizi e di come questi non avessero assecondato le richieste opportunamente avanzate loro dal sindaco pro tempore Vittorio Cavalcanti, favorendo di fatto la permanenza in seno alla “municipalizzata” di quei soggetti segnalati dal Pranno all’epoca della trasmigrazione, come pregiudicati, si richiamano le dichiarazioni rese da Luigi Filippo Mamone, direttore generale del Comune di Rende.
Dalle dichiarazioni di Mamone, emerge come la sua stessa nomina, durante i mandati di Bernaudo e Cavalcanti, fosse stata determinata e imposta da Sandro Principe: la selezione pubblica tramite bando e la “procedura comparativa” relative alla nomina del Mamone erano state proposte, seguite e definite proprio da Alessandro Nucci, uomo di fiducia del “principale”.
Quanto a Giuseppe Lopez, nominato dirigente generale della Rende Servizi ed amministratore unico della stessa società nel periodo 2009-2013, è stato riscontrato come vi fossero state irregolarità nell’attribuzione dei punteggi e la mancata previsione delle modalità di attribuzione dei voti nello specifico, rispetto ai criteri generali indicati nel bando, oltre che nella mancanza di “trasparenza amministrativa” e di correlazione tra i documenti presentati ed il voto finale conferito.
Sul punto Francesco D’Ambrosio riferiva che Raffaella Papalino, moglie del Lopez, altri non era che “la dirigente del comitato direttivo del Partito Democratico di Rende che fa capo a Sandro Principe”. Tale informazione scaturiva da una conoscenza diretta della circostanza da parte del teste, che per un periodo è stato iscritto e attivo nella sezione politica rendese del medesimo partito.
Francesco Raimondi indicava Lopez come uno dei “dirigenti espressione di Sandro Principe”.
“Mamone e Lopez erano espressione dell’on. Principe in quanto essi avevano partecipato ad una manifestazione di interessi e, dal novero dei partecipanti, sono stati scelti dal sindaco dell’epoca ovvero Umberto Bernaudo, noto a tutti come “il secondo cittadino”…”.
Parimenti, il ragioniere Raffaele Giraldi riferiva di aver visto varie volte l’ingegnere Lopez presenziare alle riunioni politiche in cui ci si organizzava per le campagne elettorali dell’on. Principe..
In riferimento al comportamento ostruzionistico di Mamone e Lopez nei confronti del sindaco Cavalcanti, c’è da dire che già nella memoria presentata alla Prefettura, Cavalcanti evidenziava come l’amministrazione intendeva adottare, tramite i predetti dirigenti e per la parte di rispettiva competenza. specifici provvedimenti con riguardo all’illecita assunzione di personale presso la Rende Servizi soprattutto nei tempi successivi all’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 112/08.
“In ordine alle assunzioni di personale da parte della Rende Servizi srl, questa amministrazione – scriveva Cavalcanti – ha ritenuto illegittime le assunzioni di unità di personale avvenute dopo l’entrata in vigore della legge di equiparazione dei criteri di assunzione dei dipendenti pubblici con quelli delle società pubbliche, fornendo specifiche direttive all’amministratore unico della predetta società per l’interruzione dei relativi rapporti di lavoro. Così come, in tema di assunzioni di personale con precedenti penali, si è provveduto a dare direttive specifiche al dirigente addetto al controllo analogo per verificare le eventuali irregolarità originarie e per stabilire i prossimi rimedi”.
Luigi Filippo Mamone, dirigente comunale addetto al controllo analogo sulla predetta municipalizzata e Giuseppe Lopez, amministratore unico dal 18 settembre 2009 al 28 giugno 2013, relazionavano al sindaco pro tempore sulle notizie richieste ma, sulle decisioni da adottare, facevano rinvio ai pareri legali forniti dai difensori interpellati, senza determinarsi nella direzione richiesta da Cavalcanti.