Strada Variante Ss 106: un megalotto nelle valli della ‘ndrangheta (di Vito Barresi)

Nelle valli del Tacina, dell’Alli e del Crocchio che scendono dal pendio verso la costa jonica, la litoranea storica di collegamento tra Catanzaro e Crotone, pare di sentire nel silenzio l’eco tragico e crudele di un rumore di fondo, ruspe e cantieri sconquassati di esplosioni e tritolo, sgarri di cantieri dai cancelli saldati con lupara, pianti di vedove e orfani di vittime travolte dall’odio e dalle faide, la lunga teoria di croci in ricordo di quanti sono caduti ammazzati sul ciglio di vecchie carrarecce del latifondo, sulle argillose terre di baroni e vecchi feudatari usurpatori, resti spettrali di guerre di mafia ai quadrivi delle antiche strade interpoderali, il sasso in bocca sui bordi delle provinciali, tra la ghiaia e il selciato degli alvei di torrenti derelitti d’estate e del pregno greto di fiumare immense d’inverno.

di Vito Barresi

Tra quelli che si incontrano alle soste di queste lande di campagna tutti dicono sibillinamente più o meno la stessa cosa: l’idea di una strada sempre buona, ma questo territorio è un campo di battaglia, lì pieno di mine qui zeppo di ‘ndrine.

Nell’epoca del nuovo regime a Cinque Stelle, tra nuove opere pubbliche, ponti crollati a Genova e Tav che resta chiusa in Piemonte, sarà veramente così, anche in fondo all’Italia, dove si sente ripetere in litania, come è sempre stato?

Aspettando il Ministro delle Infrastrutture Toninelli, in visita in Calabria, tornano in evidenza le preoccupazioni legittime verso quella che potrebbe essere una nuova opera pubblica, oggettivamente, esposta a sollecitare la famelica concupiscenza dei vari locali di ‘ndrangheta che agiscono in agro di Crotone, Papanice, Cutro, Mesoraca, Petilia Policastro, Cotronei, Petronà, Marcedusa, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, Scandale, Santa Severina, la cui mappatura è da tempo nelle mani della Procura Antimafia del capoluogo regionale.

Il crimine organizzato, la ‘ndrangheta in quest’area vasta è una realtà secolare radicata sempre in continua mutazione, attenta agli interessi in movimento, agli investimenti in atto, prova ne siano le tante inchieste effettuate da coraggiosi magistrati sulla penetrazione mafiosa nella gigantesca catena energetica e infrastrutturale dei parchi eolici.

Certo questa realtà, forte di un suo storicizzato archivio e repertorio di gruppi criminali consolidati e prepotenti, che agiscano da decenni lungo il territorio dell’intero tronco che si vorrebbe asfaltare, saranno di sicuro opportunamente richiamati nei report e nei dossier che dovrebbero contenere le informazioni riservate, da fornire al Ministro del Governo Cinque Stelle, in primis da parte dell’autorità governativa di territorio vale a dire le Prefetture di Catanzaro e di Crotone, poi ovviamente dalle più alte istituzioni di vigilanza, tra cui spicca la Commissione Parlamentare Antimafia.

Sicurezza Pubblica, vigilanzapresidio e lotta contro le infiltrazioni mafiose sono scelte aprioristiche che si presuppone siano state prese in seria considerazione dal variegato gruppo che compone il “Comitato per la Nuova Statale 106 Adesso” che va dall’Ordine degli Ingegneri di Crotone a vari capi ed esponenti locali del Movimento Cinque Stelle.

Anche se sfogliando i loro comunicati e visitando la loro pagina social nulla si avverte a proposito dei rischi in questa direzione che una siffatta nuova strada potrebbe mettere in moto con le sue promesse d’affari nei settori tipici di certa imprenditoria mafiosa nel settore del movimento terracostruzioni edilizie, bitumazione e quant’altro necessario alla realizzazione di un percorso più breve di circa 20 Km di quello attuale sulla 106, apparentemente definito pianeggiante che dallo svincolo del Passovecchio dovrebbe raggiungere il Bivio Lenza, lo svincolo di Marcedusa e quello di Simeri e poi la città regione, il catanzarese a Germaneto in meno di 30 minuti ad una velocità di 110 km/h, per la cui realizzazione in 48 Km, si prevede un costo complessivo di 630 milioni di euro.

A tutto questo va aggiunto il capitolo espropri dei terreni. Chi sono gli attuali proprietari delle particelle fondiarieinteressate? Qual’è la composizione di questa striscia di terreni agricoli da comprare a prezzo di mercato? Quanti sono i titolari di piccola proprietà contadina, quanti i terreni demaniali e di uso civico o di proprietà di enti pubbliciecclesiastici? Quanti sono i grandi latifondisti e a quali nominativi familiari corrispondono, anche in vista delle solite clientele e del voto di scambio di ben noti ‘gattopardi’?

Domande a cui qualcuno dovrà far fronte. A cominciare dal Ministro per le Infrastrutture Toninelli, ovviamente coadiuvato dalla due parlamentari crotonesi Barbuto e Corrado e dal Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il cosentino rendese cassanese Nicola Morra.