Tirreno terra di nessuno. Ora se ne discute anche al Csm (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Della situazione di assoluto abbandono del territorio si discute anche al Consiglio Superiore della Magistratura. In particolare, della Procura di Paola. Mentre gli atti criminali continuano a susseguirsi (gli ultimi ancora una volta a Scalea) le spartizioni, gli affidamenti e gli incarichi continuano a procedere tranquillamente. E gli esposti e le denunce cadono inascoltati o archiviati.

Se gli ultimi fatti (assunzioni clientelari) hanno riguardato il comune di Belvedere – su cui comunque bisognerà tornare perché c’è molto altro da dire e da chiedere – la situazione non si ferma solo alla costa. I professionisti e i parenti di questi soggetti li ritroviamo con vari ruoli in diversi altri comuni. Sindaci/imprenditori, procedure che continuano per affidamenti a studi vicini alla politica, doppi e tripli ruoli senza che nessuno vigili sui pagamenti, gli affidamenti e gli incarichi. Nessuna verifica sui costi reali o gonfiati di lavori e incarichi a dispetto delle condizioni dei lavoratori e le relative buste paga. Più volte abbiamo scritto della situazione quantomeno conflittuale ed inopportune tra alcuni membri del Consorzio Artek e (prima che se ne accorgesse Occhiuto) anche delle anomalie segnalateci di quello di Bonifica. Spulciando si trovano ruoli incrociati e una matassa di parenti, aziende e studi che saltano nei vari anni dalla costa, all’interno da Scalea, a Maierà, da Belvedere a Buonvicino e poi Diamante e così via…

Qui solo uno degli ultimi riassunti – https://www.iacchite.blog/alto-tirreno-cosentino-il-sistema-non-solo-regge-ma-e-diventato-strafottente-di-saverio-di-giorno/

Situazioni emerse anche da alcune vecchie indagini che, se non altro, hanno lasciato un dato storico, dal quale nessuno ha tratto riflessioni. Vecchie appunto perché di nuovo non c’è nulla nonostante il materiale presentato nei mesi. Né per quanto riguarda i colletti bianchi, né per quanto riguarda la criminalità organizzata che infatti è tornata ad alzare il tiro. Leggasi il prezzo.

Dal vero e proprio atto di guerra di Cetraro all’ultimo incendio a Scalea sono solo gli ultimi atti di un’estate e di un autunno costellati di attività di questo genere. E che non si creda che le due situazioni siano slegate: colletti bianchi e criminalità organizzata sono i due lati della stessa medaglia. È tramite l’esistenza di una rete consolidata e protetta che si possono controllare dalle concessioni, agli appalti, dalle riscossioni dei tributi agli incarichi. E i gruppi criminali ormai riorganizzatisi, e che possono attaccare direttamente in centro, hanno stretto di nuovo il cappio sul territorio come nei decenni più bui. Ecco che i ritardi nei pagamenti, i mancati accordi per la spartizione e i debiti tra debitori e creditori (leggasi strozzini) sfociano in violenza. E il prezzo e le pretese possono salire quanto si vuole se non esiste nessuno a vigilare. Ovviamente meglio stendere un velo pietoso sulla politica locale o la classe intellettuale (?) del territorio.

Un silenzio talmente imbarazzante che forse è anomalo anche ai “piani alti”. Non che ci si aspetti qualcosa, perché è sempre dai piani alti che sono venute le nomine imbarazzanti nelle forze dell’ordine e verranno le prossime nomine. E nulla lascia sperare bene, ma questa è un’altra storia…