Alto Tirreno Cosentino. Il Sistema non solo regge, ma è diventato strafottente (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Tutto va bene, Madama la marchesa. Almeno per gli amici, i cugini degli amici, i fratelli vari. Per tutti gli altri non va bene manco per niente. Sul territorio mutati gli equilibri politici, passate indagini e blitz tutto continua come prima. E se prime il Sistema e chi lo sorreggeva appariva intoccabile e oppressivo ora che è nudo, resta oppressivo ed è divenuto strafottente.

Quello che accade nel feudo di Cascini dove tutto costruisce e si disfa a seconda di come convenga la situazione sul resto della costa non è migliore.  https://www.iacchite.blog/belvedere-le-grandi-manovre-della-massomafia-per-appalti-e-sanita-di-saverio-di-giorno/

La tecnica è ormai risaputa, ma è bene ripeterla ancora e ancora. La politica assegna cariche e consulenze a professionisti vicini alle varie amministrazioni (studi di ingegneri, notai, avvocati) i quali firmano e controfirmano opere (spesso affidamenti diretti) che ritornano a poche aziende degli amici. Mentre i padroni del territorio ora più deboli cercano ancora di garantire fondi e lavori, sui territori scorrazzano bande armate più o meno organizzate che rivaleggiano con il clan Muto (ad esempio gli zingari e i Pignataro si leggeva nell’indagine di Gratteri) che ne approfittano per alzare il prezzo da riscuotere e il livello delle estorsioni a scapito di poveri cittadini malcapitati.

Diamante… ancora?

Di Diamante si è scritto e riscritto. La cittadinanza attiva e la minoranza hanno denunciato possibili modifiche urbanistiche che renderebbero edificabili aree che ora non lo sono (che novità!); c’è poi la vicenda che riguarda lo sradicamento di alberi e vegetazione lungo il corso del fiume – a fare i lavori la Arcana – e via di questo passo. Nonostante il senatur (Magorno) è ormai ex e la sua influenza sul territorio sia ormai in decadenza la gestione della cosa pubblica è ancora molto … “allegra”. Mai ci si sarebbe aspettati, quantomeno per prudenza, che ad esempio ancora si intrattenessero rapporti con la De Summa srl. Proprio quest’azienda è stata l’epicentro prima di un’inchiesta di Iacchitè e poi dell’indagine Archimede sulla depurazione. L’accusa è un patto corruttivo tra comune e De Summa per avere il monopolio. Ora va bene tutto il garantismo, ma se si parla di ladri di argenteria e si indaga il vicino… sarà bene non affidargli l’argenteria.

Le solite ditte consorziate

Se si parla di Arcana, De Summa si parla di consorzio Artek che fa l’asso (quasi) pigliatutto sul territorio da molto tempo. I nomi forti all’interno delle aziende del consorzio sono o sono stati nomi forti anche in diversi comuni del territorio. Anche di questo abbiamo già scritto: http://www.iacchite.blog/il-territorio-distrutto-dalla-politica-vessato-dalla-criminalita-di-saverio-di-giorno/ù

Uno degli ultimi lavori che farà il consorzio sarà l’adeguamento sismico di una scuola a Scalea: la Due Emme in questo caso con sede a Buonvicino. Capogruppo alla progettazione esecutiva l’ingegnere Ivano Russo che ricopre o ha ricoperto molteplici ruoli tecnici (ad esempio a Fiumefreddo) ed ex assessore ai lavori pubblici a Maierà. I lettori di Iacchitè lo ricorderanno per la vicenda dei falsi precari fatti assumere in prossimità delle elezioni del 2014: in quella lista figurava sua moglie.

Non ci sono motivi per dire che la gestione dei lavori pubblici nei vari comuni presenta le stesse stranezze di Belvedere (frazionamenti, assegnazioni sotto soglia), ma la quantità di nomine ed incarichi che detengono aggiudicatari e aggiudicanti sono talmente fitte ed incrociate da avere quantomeno problemi di opportunità se non di conflitti di interesse. E sommando incarichi ad incarichi a questo menù c’è anche un dessert.

Il Consorzio di bonifica

L’ingegnere può aggiungere nel suo già portentoso curriculum anche la carica di Direttore Unico del Consorzio Bonifica Valle Lao. Proprio il Consorzio nelle settimane scorse è stato al centro di alcune segnalazioni. In particolare ci sarebbe un’incongruenza tra i lavori fatti dal comune di Scalea e il contributo richiesto. Giungono in realtà situazioni simili di incongruenze e fondi elargiti tramite convenzioni varie anche da altri comuni, opportunamente segnalate perché si verifichi. Consorzio che comunque risulta pieno di debiti e dal quale i dipendenti avanzano mesi di mensilità. Sulla vicenda c’è agitazione e dibattito generale.

La chiusura non può che essere la solita: possibile che non ci siano altri operatori capaci, altri professionisti validi tra cui alternarsi? È vero che il territorio è piccolo, il privato è limitato, ma tal volta si esagera!