Vazzano. Ecco come i Guarascio e l’ingegnere Comito l’hanno fatta diventare una “bomba ecologica”

Per Eugenio e Ortensia Guarascio il Gip del Tribunale di Vibo Valentia aveva disposto il 13 marzo scorso la misura cautelare dell’obbligo di dimora, revocata poi dopo circa un mese dal Tribunale del Riesame. Oggi invece sono scattate le misure interdittive nei confronti di due dirigenti della Regione Calabria – uno è Gianfranco Comito, 66 anni, di Vibo Valentia, ex direttore generale del Dipartimento Ambiente, l’altro è Vincenzo De Matteis, 51 anni, di San Fili, dipendente della Regione Calabria – e due funzionari dell’Arpacal –  Franco Dario Giuliano, 58 anni, di Ricadi e Nicola Ocello, 57 anni, di Vibo Valentia – sospesi dal servizio per un mese.

VAZZANO, MISURE INTERDITTIVE PER DIRIGENTI REGIONE E FUNZIONARI ARPACAL (https://www.iacchite.blog/vazzano-il-compost-inquinato-di-guarascio-misure-interdittive-per-due-dirigenti-della-regione-e-due-funzionari-arpacal/)

I due Guarascio, in quanto responsabili delle società Ecocall Spa di Vazzano, della Ecologia Oggi nonché della 4el Group Srl, con “attività decisionali, esecutive e materiali, connesse alle rispettive posizioni e funzioni, anche attraverso l’utilizzo scorretto dei complessi aziendali delle società” hanno gestito abusivamente, secondo l’accusa, “ingenti quantitativi di materiale formalmente qualificato come “ammendanti-compostato misto” ma in realtà “costituente rifiuto, in quanto non rispettoso delle condizioni previste dalla normativa e proveniente da attività di recupero realizzata in modo difforme alla normativa e alle autorizzazioni”.

I due Guarascio, in sostanza, hanno sovraccaricato lo stabilimento di Vazzano “di quantitativi di matrice organica, anche attraverso la falsa attestazione che l’impianto potesse sostenere un incremento di materiale da trattare pari al 50% rispetto a quanto autorizzato…”. Da qui la generazione dei rifiuti inquinanti. cedendoli al Comuni conferitori di matrice organica nonché, per il tramite anche di questi enti, a numerose aziende agricole sotto forma di “ammendante compostato misto” nonostante fosse del tutto carente del requisito dell’ecocompatibilità per come emerso dalle analisi “pubblicizzandone fraudolentemente l’idoneità all’uso agricolo”.

Lo scarico del percolato prodotto nell’impianto Ecocall di Vazzano sarebbe avvenuto nel vicino fiume Mesima, in contrada Fillò del comune di Serra San Bruno. ricadente all’interno del Parco Regionale, per un quantitativo pari a circa 264 tonnellate.

Ortensia Guarascio, amministratore unico della Ecocall e amministratore delegato di Ecologia Oggi, si occupava personalmente o tramite personale di sua fiducia, inserito nell’organigramma delle aziende facenti capo alla 4el Group Srl, di coordinare e sovrintendere l’attività di gestione della Ecocall, l’intero ciclo di lavorazione della matrice organica e il conferimento del prodotto lavorato, nonché di presenziare alle verifiche, ispezioni, controlli degli enti preposti, attivandosi anche attraverso contatti, incontri e trattatuve con i dirigenti della Regione Calabria, per garantirsi il “proseguimento dell’attività, nonostante le gravi criticità che incidevano sul ciclo produttivo e sul prodotto finale, che rimaneva rifiuto, sino anche a consentire l’ingresso di un maggiore quantitativo, per conseguire ingenti profitti illeciti derivanti dal pagamento correlato a tale maggiore quantità in ingresso della matrice organica in misura superiore alle capacità che l’impianto avrebbe potuto trattare conformemente alla normativa vigente e alle autorizzazioni rilasciate”.

Eugenio Guarascio, in qualità di amministratore unico della 4el Group Srl, proprietaria delle quote azionarie della Ecocall e di Ecologia Oggi, avrebbe rafforzato il “proposito delittuoso della sorella, condividendo e sostenendo la sua condotta con particolare riguardo alla ferma posizione da adottare nei confronti dei rappresentanti della Regione per garantire il proseguimento dell’attività, nonostante le gravi criticità che incidevano sul ciclo produttivo e sul prodotto finale….

Il dirigente regionale Gianfranco Comito è accusato di avere omesso di sospendere l’attivitò della Ecocall nell’impianto di Vazzano sebbene “i funzionari dell’Arpacal di Vibo avessero constatato nei sopralluoghi del 22 dicembre 2020, del 15 gennaio 2021 nonché nei successivi controlli – volti alla verifica degli adempimenti delle prescrizioni – del marzo, maggio e giugno 2021, che l’azienda violasse e/o eludesse le prescrizioni dei provvedimenti autorizzativi… concedendo l’aumento del quantitativo di matrice organica in ingresso alla Ecocall fino a 1.100 tonnellate settimanali, quantitativo autodeterminato dai dirigenti dell’azienda dopo l’incontro tenutosi alla Regione il 30 luglio (2021), nonostante fosse consapevole che l’impianto non fosse in grado di sostenere tale carico”.

La conseguenza è che la violazione delle prescrizioni e l’aumento del conferimento avrebbe finito per generare l’inquinamento del sito, dei terreni limitrofi e del vicino fiume Mesima e l’alterazione del ciclo di recupero con l’immissione in circolo di un materiale ancora costituente rifiuto. In tal modo Comito avrebbe anche agevolato “la continuazione dell’attività e la messa in circolo di grossi quantitativi di materiale non regolarmente trattato e non regolamentare, inquinante e nocivo per la salute, procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale all’Ecocall consistito nell’avere consentito la prosecuzione dell’attività economica e, dunque, nei proventi della stessa”.