I PINI DI PIAZZA SALVEMINI A VIBO VALENTIA E L’ORDINANZA DEL TAR DEL 20 MARZO
Questa volta solo come professionista e a titolo personale, replico al coordinatore per la provincia di Vibo Valentia del partito Europa Verde – Verdi, dottor Menniti Gianpiero, in relazione alle conclusioni da questi raggiunte in merito all’abbattimento (dal predetto auspicato) dei pini di piazza Salvemini.
Ciò – a suo dire – a maggior ragione dopo il provvedimento, in sede cautelare, del TAR Catanzaro n. 143/2025, che, ieri, ha rigettato la richiesta di sospensione dell’ordinanza del Sindaco, che ne aveva disposto l’abbattimento il 19 febbraio u.s., non confermando la sospensiva pure invece concessa il 1° marzo u.s., ma fissando l’udienza di merito per il 2 luglio p.v. e dando prescrizioni al Comune (pulling test e presentazione del progetto PNRR sull’area in questione).
Preliminarmente, tuttavia, attese le critiche che Menniti ha rivolto alla testata IACCHITE’ nella serata del 18 marzo u.s. (a seguito della pubblicazione integrale di un mio comunicato stampa, cui Iacchitè aveva dato il titolo: “Vibo. Italia Nostra strapazza Menniti e i suoi voli pindarici “ignoranti”), ciò in un video su FB per il resto a me rivolto con impostazione promettente, su cui ci ritornerò in altra sede, mi preme ribadire la mia stima al direttore, Gabriele Carchidi, ed alla testata da lui diretta, Iacchitè, in quanto espressioni di un giornalismo libero, coraggioso e scevro dalla sudditanza (servile al sistema) propria di molte vite condotte in Calabria.
Ma veniamo alla replica ed alle precisazioni.
I toni trionfalistici (“l’abbattimento può riprendere” “riconoscimento della fondatezza della posizione sua e del suo partito”) ed i contenuti veicolati da Menniti non corrispondono esattamente a ciò che è stato significato e a ciò che implica (in termini di condotte che il Comune dovrà assumere) la ordinanza del TAR (causa WWF Provincia di Vibo Valentia, da me patrocinato, contro Comune e Sindaco di Vibo Valentia).
Con essa, è vero che il TAR ha deciso di non protrarre la sospensione dell’efficacia dell’ordinanza sindacale sull’abbattimento di 13 pini (su 18) di piazza Salvemini, ma nello stesso tempo NON ha detto che essi debbano essere necessariamente abbattuti e che siano effettivamente pericolosi, perché nessun accertamento è stato fatto, né alcun pronunciamento si è avuto in tal senso, giacchè lo stesso TAR si è riservato “più opportuni approfondimenti che si potranno avere in sede di delibazione nel merito”.
Quanto scritto dal TAR: “non vi è motivo di dubitare, sulla base della documentazione resa in seguito alla costituzione del Comune intimato, nonché delle rassicurazioni fornite in sede camerale dalla stessa Amministrazione, che l’eventuale abbattimento delle piante, nelle more, in base all’ordinanza impugnata, avverrà per motivi di stretta necessità legati alla sicurezza pubblica ed alla tutela della pubblica incolumità, sulla base dei criteri di indagine fitostatica utilizzati e di quelli comunque indicati nella determinazione dirigenziale n. 2590/2024, che saranno ritenuti eventualmente necessari per valutare singolarmente lo stato delle piante” non può essere interpretato come fa Menniti.
A fronte della conoscenza piena delle carte processuali e di ciò che è avvenuto all’udienza del 19 marzo u.s., esso significa che il Comune dovrà effettuare, albero per albero, quella prova di trazione statica con il metodo pulling test che non era stata fatta.
Significa altresì che, solo dopo averla effettuata ed in attesa dell’udienza del 2 luglio, il Comune potrà, eventualmente, abbattere solamente quegli alberi per i quali vi saranno motivi di stretta necessità e non, quindi, indiscriminatamente e senza effettivi e documentati presupposti.
Le “rassicurazioni” date in udienza dall’Avvocatura comunale sono state proprio in tal senso.
E’, infatti, nella richiamata (dal TAR medesimo) determina n. 2590/2024 che fu posto l’obbligo in capo al dott. Rotiroti di procedere (al fine di stabilire se gli alberi andassero abbattuti o meno) a due livelli di accertamento: dapprima l’Analisi visiva, che il predetto compì, poi l’analisi strumentale, cioè la prova statica di trazione con il metodo pulling test, che invece questi non compì, come ammesso dallo stesso Comune nei propri atti di causa.
Ecco perché il TAR ha significato che il Comune dovrà effettuare questa ulteriore verifica strumentale, prima di dirsi convinto che tutti o solo alcuni di quei 18 pini di piazza Salvemini vadano abbattuti.
Non è, invece, assolutamente vero quello che propala il Coordinatore di Europa Verde – Verdi, Menniti Gianpiero, cioè che il TAR abbia respinto “la richiesta di sospensiva presentata dall’avvocato Alessandro Caruso Frezza, prendendo atto che entrambe le relazioni tecnicche – anche quella successivamente commissionata dal Comune – confermano il rischio legato alla stabilità degli alberi”, ciò per il semplice fatto che nessuna “seconda ed ulteriore relazione tecnica” ha mai avuto ingresso processuale, perché il Comune non ha depositato nulla a tal riguardo.
Della esistenza di una tale “seconda relazione tecnica”, fatta non so da chi, ne apprendo io stesso solo ora dalle parole dello stesso Menniti, né l’Avvocatura comunale ha informato, all’udienza camerale del 19 marzo scorso, il Presidente del TAR di una seconda relazione tecnica già predisposta e a mani del Sindaco (ed evidentemente anche di Menniti).
Se ciò fosse vero, perché allora non è stata prodotta in giudizio?
Vibo Valentia, 21 marzo 2025
Avv. Alessandro Caruso Frezza