Vibo. Il Pd allo sbaraglio tra le primarie negate e il tragicomico “ritorno” di Vito Pitaro

PD, ALL’ANIMA DEL RINNOVAMENTO

Il Pd calabrese  ed in particolare quello vibonese è in forte stato confusionale, per non dire nel panico. Mentre sui giornali nazionali esce fuori la notizia che il Pd sta valutando su proposta di Giuseppe Conte di offrire la candidatura a sindaco di Firenze allo storico dell’arte Tommaso Montanari, in Calabria esce fuori sulla Gazzetta del Sud che il Pd avrebbe contattato Vito Pitaro per farlo rientrare nello schieramento progressista (minchia, verrebbe da esclamare). Torna a casa Vito, torna a Surrientu… 

Tonino Fortuna, giornalista ben informato, scriveva: “Ebbene, nelle ultime ore è trapelata una notizia che potrebbe fare non poco rumore all’interno dell’area progressista. Da quanto si apprende, vi sarebbero stati nel fine settimana contatti significativi tra i vertici regionali e nazionali del Pd ed alcuni rappresentanti di “Città Futura”, la civica di riferimento dell’ex consigliere regionale Vito Pitaro che da mesi ha rotto in modo definitivo con l’attuale sindaca e che, certamente, non potrà trovare alcuna forma di accordo con il centrodestra, intenzionato a puntare nuovamente su Maria Limardo. Voci tutt’altro che di corridoio parlano di un piano in fase ancora di studio per rimescolare le carte e riportare a sinistra una compagine costituita da elementi che, per la verità, provengono storicamente dall’area progressista”.

Ci saremmo aspettati una pronta e immediata smentita da parte del Pd a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale, e invece tutto tace. E il silenzio spesso è una conferma. Ai margini della conferenza stampa in cui il Pd calabrese bocciava la presidenza Occhiuto (era ora, Alleluja!), Raffaele Mammoliti (il vuoto al cubo) ha affermato che il Pd si sta rinnovando con il ritorno di Falcomatà (sic!) e della Lo Moro (doppio sic!). Poteva aggiungere Vito Pitaro è il presepe sarebbe stato fatto in anticipo… Il responsabile cittadino, tale Francesco Colelli, invece, sulla sua pagina facebook, parla di bike sharing e siti archeologici. Quindi viene da concludere che la notizia abbia un suo valido fondamento, a prescindere se l’operazione andrà o meno in porto.

Ma perché il Pd che, non piu’ tardi di un mese fa, era così  sicuro delle sue scelte e della sua strada, oggi si agita scompostamente e finisce in uno stato di confusione? 

A settembre il Pd celebra la festa regionale de l’Unità a Vibo. Tutti baci e abbracci intorno alla nuova segretaria Elly Schlein. Già allora scrivevamo dove volesse arrivare la Schlein in un partito calabrese se non faceva i conti con la storia di quel partito a Vibo e con le vicende di intrecci con le ‘ndrine locali di tanti suoi  dirigenti nel corso dei decenni passati. Fatti emersi da molte delle indagini di Gratteri e della Dda di Catanzaro. Ecco il primo dei tre articoli in proposito: https://www.iacchite.blog/lettere-a-iacchite-cara-elly-ma-che-sei-venuta-a-fare-a-vibo-se-non-hai-parlato-della-mafia/

Comunque avevamo un Pd in piena euforia che tracciava la rotta del fronte progressista e infatti a fine settembre ufficializza la candidatura di Enzo Romeo a sindaco. Il candidato Romeo rilascia più interviste in cui invita il M5S e tutte le altre forze a convergere su di lui oppure di andare alla scelta con delle primarie aperte. Prendere o lasciare. Il ragionamento fatto dai grandi strateghi del Pd era elementare. La strada era tracciata, il M5S e gli altri potevano convergere su Romeo, in alternativa accettavano le primarie per mettersi l’anima a posto perché era chiaro che Romeo le avrebbe vinte tranquillamente con la macchina organizzativa del partito, in ultima analisi, in caso di rottura, ognuno andava per la propria strada, Romeo arrivava tranquillamente al ballottaggio, e lì si sperava in un ripetersi dell’ effetto Cosenza e Catanzaro. Magari per virtù… dello Spirito Santo, visto che a Cosenza Occhiuto s’è messo d’accordo con Nicola Adamo e a Catanzaro Tallini ha incoronato Fiorita….

Purtroppo il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Prima il M5S, così disponibile durante l’estate, non  ci sta, non ci sta neppure l’associazione del Dott. Mimmo Console, e così anche il consigliere regionale Antonello Lo Schiavo. Tutto ciò porta del nervosismo ma poteva essere preventivato. Il panico subentra all’ipotesi che il movimento Città Futura di Vito Pitaro in rottura con il centrodestra sulla ricandidatura di Maria Limardo stesse stringendo un’alleanza con il terzo polo dell’avvocato Stefano Luciano (un altro che ha girato tutto l’arco costituzionale e non). Una simile evenienza metterebbe fortemente in discussione la certezza del Pd di arrivare al ballottaggio contro Maria Limardo. La terra inizia a tremare, e per evitare lo smottamento, il gruppo dirigente fa due genialate, da premio Oscar per la politica. Dilettanti allo sbaraglio… 

La prima genialata, nel tentativo di rilanciare l’asse con il M5S e gli altri, è la rinuncia alle primarie. Questa mossa della disperazione comporta di conseguenza anche l’archiviazione della candidatura di Enzo Romeo. Come fai prima  a rinunciare alle primarie per spirito d’unità e poi chiedere al tavolo di contarsi? E’ evidente che questa strada porta al superamento ella candidatura Romeo. Non nuovo a simili disavventure. La leggenda narra che alla fine del suo primo mandato come presidente della Provincia nel 1999, il Partito popolare con il suo segretario dell’epoca Gaetano Bruni annunciò al mondo intero che il candidato del suo partito rimaneva Enzo Romeo, e che su questo non si trattava. Poi tratta qui, tratta là, un veto Ds qui, un veto socialista là, un appello all’unità, e alla fine esce fuori come candidato alla Presidenza della Provincia di Vibo Valentia proprio Ottavio Gaetano Bruni che dovette suo “malgrado” accettare  e poi sgovernerà la provincia per ben 10 anni con piglio padronale.

Forse i grandi strateghi del Pd, o per lo meno quelli  che vogliono veramente Romeo, avranno capito la cazzata fatta e quindi ecco la seconda genialata. Vanno nottetempo, casomai con l’assenso di Nicola Irto e chissà di Francesco Boccia e pure della moglie che com’è noto è di Forza Italia… a supplicare il rientro nel Pd a Vito Pitaro redivivo.

Come si dice, una cazzata tira l’altra. Vedremo nei prossimi giorni se una simile scellerata idea andrà avanti. Di Vito Pitaro e dei suoi contatti- per usare un eufemismo – con esponenti ‘ndranghetisti sono piene le ordinanze della Dda di Catanzaro che abbiamo riportato in tanti nostri articoli. Vorremmo concludere con la sua famosa frase da cattedratico di Oxford e riportata da Pietro Giamborino. Convocato in prefettura gli fu chiesto se fosse a conoscenza che dopo la vittoria di Antonello Lo Schiavo sostenuto da Pitaro alle primarie Pd furono sparati i fuochi d’artificio e gli fu chiesto anche se fosse presente quando l’avvocato Pitaro disse “nci tagghiammu a testa” .

Chissà se un eventuale accordone avrà gli stessi effetti di allora. E’ qui la festa? Elly Schlein se ci sei batti un colpo. Per il momento ci sembra che più che la testa il Pd di oggi stia tagliando ben altro. Siamo di fronte all’effetto Tafazzi… Altro che testa…