La ‘ndrangheta del Vibonese avrebbe sostenuto elettoralmente i due principali esponenti politici del territorio provincia. E’ quello che emerge dalle carte dell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata «Maestrale-Carthago» scattata mercoledì. Anche se gli esponenti politici non figurano tra gli indagati.
Secondo il procuratore Nicola Gratteri ed i pm De Bernardo, Frustaci e Buzzelli, «il sostegno elettorale fornito dalle strutture di ‘ndrangheta a Giuseppe Mangialavori e Vito Pitaro non è motivato da logiche politiche, ma è sintomatico di un più ampio disegno criminoso dove queste compagini criminali cercano, attraverso i canali istituzionali, di ottenere. Quanto detto trova riscontri – evidenzia la Dda di Catanzaro – in una ulteriore conversazione intrattenuta tra Domenico Colloca e Gregorio Coscarella dove entrambi discutono circa i politici da appoggiare alle prossime elezioni regionali con il fine di trarne utilità in relazione al bando di gara per la mensa ospedaliera».
Ecco l’intercettazione del 4 febbraio 2019: “E siccome la prossima volta sale Mangialavori con Vito Pitaro…lo sai che mi ha detto Pitaro? Non ce n’è per nessuno! Loro è questo che…adesso la gara non la fanno, la gara la fanno dopo le regionali! E dopo le regionali la fanno per chi vogliono loro! Io adesso chiamo a Vito Pitaro, anzi aspetta che lo chiamo adesso…”. Ad avviso della Dda, “il prosieguo della conversazione verte sempre sui dissidi sorti con la Dussman e sul fatto che Colloca si sente intoccabile in virtù della sua vicinanza a Pasqua Cesare, Pitaro Vito e Mangialavori Giuseppe, tutti rappresentanti della coalizione di centrodestra”.
In altri passaggi dell’inchiesta, la Dda ricostruisce quindi anche il presunto patto corruttivo tra Domenico Colloca e l’allora dirigente dell’Asp di Vibo Valentia, Cesare Pasqua, attuale direttore della clinica Sant’Anna di Catanzaro. “Nel prosieguo della conversazione si perfeziona l’accordo corruttivo. Difatti Cesare Pasqua dapprima riferisce a Colloca che lo aiuterà in maniera incondizionata e successivamente chiede a Colloca di quantificare il suo peso politico”. Ecco cosa avrebbe detto il dottore Pasqua nelle intercettazioni: “Che forze hai tu? Che forza hai? Quantificatevi…, tu quanto senti che pesi? Quanto pensi che puoi pesare tu?”. Colloca, a questo punto, risponde a Pasqua che “può procurargli 1.500 voti riferendo altresì – spiega la Dda – che può chiedere al senatore Giuseppe Mangialavori qualora avesse dubbi circa il suo peso politico, specificando che quest’ultimo quando ha avuto bisogno di voti è sempre stato aiutato e quando per la prima volta si candidò alla Regione Calabria, a Mileto non sapevano nemmeno chi fosse e solo grazie allo stesso riuscì a fare un buon risultato elettorale”. Ecco l’intercettazione: “Peppe Mangialavori…e gli potete domandare…quando si è candidato la prima volta lui alla Regione…è venuto a trovarmi…, me l’hanno presentato che io non sapevo nemmeno come si chiamava…a Mileto a Peppe Mangialavori non lo conoscevano…, non sapevano nemmeno chi era quando è venuto con me a Mileto”.
Ancora più eloquenti i passaggi successivi. “Cesare Pasqua riferisce a Colloca – rimarca la Dda – che stanno parlando da uomini d’onore e da tali si devono comportare dicendogli di tenersi impegnato a sostegno di Vincenzo Pasqua, tranquillizzandolo sul fatto che non deve preoccuparsi di nulla e in caso abbia qualche problema nello svolgimento della sua attività lavorativa di contattarlo immediatamente per il tramite di Mazzeo Clemente”. Vincenzo Pasqua, ex consigliere regionale e figlio di Cesare, è stato candidato alla Regione sia con il centrosinistra (Oliverio presidente) che con il centrodestra (Santelli presidente). Da sottolineare che, a differenza di Cesare Pasqua, gli esponenti politici Giuseppe Mangialavori (attuale deputato e presidente della Commissione Bilancio della Camera dei deputati, nonché coordinatore regionale di Forza Italia) e Vito Pitaro (ex consigliere regionale con il centrodestra dopo anni di militanza a sinistra) non sono indagati nell’inchiesta Maestrale-Carthago.