Vibo, processo ai poliziotti: chiesti 6 anni per il cosentino Maurizio Lento

Il pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci ha chiesto tre condanne nella sua requisitoria al processo scaturito dall’operazione Purgatorio nell’aula bunker del Tribunale di Vibo Valentia.

E’ stata chiesta la condanna a 7 anni e 8 mesi di reclusione per il principale imputato, Antonio Galati, l’avvocato del foro di Vibo accusato di associazione mafiosa. Sei anni di reclusione sono invece stati chiesti per l’ex capo della Mobile della Questura di Vibo Maurizio Lento, cosentino e proveniente da esperienze nella questura di Cosenza prima di spiccare il volo nel regno dei Mancuso mentre sei anni e sei mesi è la richiesta formulata nei confronti del suo vice Emanuele Rodonò. I due poliziotti sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Nel corso del procedimento c’è stato anche l’intervento di un collaboratore di grande peso nel panorama vibonese, ossia Andrea Mantella.

L’avvocato Antonio Galati è accusato del reato di associazione mafiosa per aver agevolato il clan Mancuso; Maurizio Lento, dirigente della Squadra mobile di Vibo Valentia, ed Emanuele Rodonò, suo vice, sono imputati del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pubblico ministero, l’avvocato Galati “usufruendo dei suoi contatti istituzionali, li usava per dirottare le indagini sugli avversari della frangia facente capo a Luni “Vetrinetta” Mancuso”.