Vibo richiama Bari. La pagliuzza nell’occhio di Decaro e la trave in quello di Mangialavori

Mangialavori e Francesco De Nisi

Vibo richiama Bari. Il centrodestra guarda la pagliuzza nell’occhio di Decaro e non vede la trave in quello di Mangialavori

Chissà dov’era a dicembre scorso il senatore Gasparri, oggi intento a sparare ad alzo zero contro Decaro ed Emiliano, quando è stato condannato in primo grado l’architetto Francesco Antonio Tedesco nel processo Petrolmafie. Francesco Antonio Tedesco è stato assessore e consigliere comunale a Vibo Valentia ed è a processo anche per l’inchiesta Imponimento con l’accusa di essere un uomo a disposizione della famiglia ‘ndranghetista Anello di Filadelfia.

Tedesco sarebbe stato tra l’altro l’intermediario tra il clan Anello e il parlamentare Mangialavori per fargli avere appoggio, sostegno e soprattutto voti nelle elezioni del Senato nel 2018. Tutto inizia con le elezioni politiche del 2018 quando il mitico Mangialavori riavvicina Tedesco dopo qualche anno di freddura dovuto al fatto che Tedesco, alle elezioni comunali di Vibo del 2015, aveva “tradito” l’amico fraterno Nuccio candidandosi nella lista di Stefano Luciano “Vibo unica”.

Nel 2018, un anno prima di Rinascita Scott, Tedesco era consigliere comunale nella città capoluogo per il gruppo “Vibo Unica” che vedeva Stefano Luciano, oggi suo avvocato, presidente del Consiglio di Vibo Valentia con sindaco Elio Costa. Secondo la Dda i due, Mangialavori e Tedesco, si riavvicinarono a fine 2017 per iniziativa di Mangialavori stesso. Scrivono i magistrati: «Evidentemente in vista delle prossime consultazioni, il futuro senatore intendeva ricomporre dissidi con i propri amici per coalizzarli e ottenerne l’appoggio elettorale». E, sempre secondo i magistrati, misero su una bella sceneggiata facendo finta di essere ancora offesi per vedere l’effetto che faceva tra i referenti di Tedesco nel clan Anello.

E ancora, mentre oggi Gasparri urla e sbraita contro gli incontri di Emiliano e Decaro con la sorella di un boss della Bari vecchia, dov’era quando i magistrati riportavano l’incontro tra un uomo degli Anello e Mangialavori? Nell’inchiesta Imponimento si parla di tresche, tradimenti, imboscate, accordi, accurduni tra Rocco Anello e Mangialavori. Accordo nato dall’intermediazione di Tedesco ma che vede impegnati tanti altri personaggi e intermediari. Giovanni Anello, già consigliere comunale e vice sindaco del Comune di Polia, anche lui a processo, contatta Mangialavori e secondo la Dda di Catanzaro «veniva svelato pochi minuti dopo dallo stesso Anello, il quale telefonava a Maurizio De Nisi, sindaco all’epoca di Filadelfia».

Giovanni Anello diceva a De Nisi di «essere appena uscito dalla “SALUS”, ovvero dal Centro Diagnostico Mangialavori con sede a Vibo Valentia, dove aveva incontrato Giuseppe Mangialavori». Giovanni Anello, uomo di Rocco Anello, afferma: “Lui mi ha chiamato che gli avevo lasciato il numero con quello di Monterosso e sono andato là… Ehm, abbiamo parlato dieci minuti, mi ha chiesto informazioni su alcuni, su Pino Malta a questi qua di Polia. Poi gli ho detto:”Veramente Francesco sta organizzando una riunione con quelli che realmente hanno i voti a Polia. Eh… non so se lo facciamo giovedì o domenica non mi ricordo quando dobbiamo farla”.

E qui entrerebbe in campo l’altro personaggio forte della politica vibonese, Francesco De Nisi. Oggi consigliere regionale di centrodestra, e nello stesso tempo segretario regionale di Azione, all’epoca esponente del Pd, già presidente della Provincia di Vibo, intento in quella campagna elettorale ad appoggiare Mangialavori al Senato e Wanda Ferro alla Camera contro il suo collega di partito Brunello Censore, candidato per il Pd alla Camera e suo acerrimo nemico. Oggi entrambi appoggiano per le elezioni comunali di Vibo il candidato del terzo polo. Un guazzabuglio incredibile, tra cene, incontri, tradimenti, cospirazioni, tranelli e tanto altro.

Anello fa presente, ci dicono i magistrati, a Mangialavori di essere schierato con De Nisi, e che sapeva che quest’ultimo l’avrebbe sostenuto. La storia potrebbe continuare e ricordarci l’ormai leggendaria vicenda dell’assunzione della figlia di Tommaso Anello nel centro diagnostico “salus” di Mangialavori. Ne abbiamo già parlato. E non solo noi.

A noi interessa mettere in evidenza l’ipocrisia e la vita spericolata della politica politicante a Vibo e in Calabria. Ripetiamo: dov’era Gasparri in questi anni? Se si scandalizza per Emiliano e Decaro oggi, come mai non si è scandalizzato per Mangialavori ieri? E se chiede la Commissione d’accesso a Bari oggi, perchè non la chiede anche per Vibo? Idem per lo scioglimento del consiglio comunale, se lo chiede per Bari, lo chiedesse anche per Vibo.

Che la vicenda narrata sia stata poco edificante politicamente, perchè a livello giudiziario Mangialavori, né tanto meno De Nisi, nà Luciano e Censore, sono stati mai indagati, esce fuori quando Giorgia Meloni rifiuta di nominare Mangialavori sottosegretario del suo governo. All’epoca ci fu un coro di sostegno a Mangialavori da parte dei suoi amici di Forza Italia e del centrodestra calabrese. Tutti i colonnelli “fedeli alla linea” del partito si schierarono in difesa di Mangialavori. Tra cui anche il governatore calabrese Roberto Occhiuto, il parassita per eccellenza della politica calabrese: “Non permetteremo che la macchina del fango, messa ancora una volta in moto a orologeria, nei giorni caldi delle decisioni legate alle ultime caselle dell’esecutivo, possa sporcare l’immagine della nostra regione e la carriera politica senza macchia di Giuseppe Mangialavori”. Salvo poi inserire la compagna Matilde Siracusano al suo posto, in perfetto stile Occhiuto.

La Corte di Cassazione nel 2021 così motiva il rigetto della richiesta di scarcerazione di Tedesco: “In base alla prospettazione accusatoria, condivisa dai giudici del merito cautelare, l’indagato – evidenzia la Cassazione -, professionista attivo nel settore dei lavori edili ed impegnato nella vita politica locale, aveva collaborato con la cosca di ‘ndrangheta Anello – Fruci nel mantenimento del controllo del settore edilizio, anche concorrendo ad esercitare pressioni su imprenditori in occasione di specifiche vicende estorsive, nonché contribuendo a formare la strategia del sodalizio in ambito politico sì da promuovere in un caso il sostegno della cosca, alle elezioni politiche nazionali del 2018, in favore di Mangialavori Giuseppe, poi eletto al Senato della Repubblica”.

Oggi il centrodestra sbraita contro Decaro e Emiliano e guarda la pagliuzza nel loro occhio però in questi anni non ha mai visto la trave nel suo occhio. Se il centrodestra vuole chiamare Emiliano e Decaro a testimoniare in commissione antimafia, si faccia lo stesso con Mangialavori… Se il governo dovesse decidere lo scioglimento del comune di Bari, sciolga anche il comune di Vibo. Altrimenti tutto si riduce ad una vendetta politica. Di bassa lega.