PONZIO PILATO SI NASCE O SI DIVENTA?
Il Prefetto di Vibo Valentia Giovanni Paolo Grieco ha predisposto la Commissione di accesso agli atti all’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia. Questo Prefetto dimostra come si serve lo Stato con serietà e competenza, senza clamori mediatici, valutando gli atti e le situazioni. Da pochi mesi alla direzione della Prefettura di Vibo ha predisposto Commissioni di accesso in comuni come Nicotera, Stefanaconi e Tropea, chiacchierati e discussi da tempo. Altri comuni sono sotto osservazione e siamo certi che se quattro anni fa ci fosse stato questo Prefetto anche il Comune di Vibo Valentia sarebbe finito sotto indagine. Le elezioni comunali sono vicine ma forse c’è ancora spazio per mandare una bella Commissione per valutare delibere, incarichi, e consulenze nel capoluogo di provincia.
Che la Commissione di accesso all’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia fosse nell’aria l’avevamo capito a fine ottobre quando quel cuor di leone del nostro presidente della Regione aveva auspicato una simile scelta.
In un articolo pubblicato il 1° novembre scrivevamo che il presidente Occhiuto s’era “arrisvigliato” perché pochi giorni prima aveva detto in Consiglio regionale: “Anche all’interno dell’Asp di Vibo c’è la necessità di approfondimenti in ordine a eventuali infiltrazioni, così come c’è stata in moltissimi comuni della provincia”.
ALLELUJA! ALLELUJA! Avevamo scritto, NON è MAI TROPPO TARDI. All’indomani dell’esplosione dell’operazione Cartagho-Maestrale a maggio scorso avevamo chiesto più volte a Occhiuto di rompere il suo mutismo e di proferire verbo visto che in quella operazione uscivano fatti sconcertati sulla vita amministrativa dell’Asp di Vibo Valentia. Ma non c’era stato verso. Poi, giusto un mesetto fa, allo scoccare della seconda parte dell’operazione, si era finalmente espresso scaricando i suoi compari Mangialavori e Comito.
Le due operazioni definite Carthago-Maestrale parlano degli intrecci di esponenti ndranghetisti con esponenti politici di alto livello a partire da Peppe Mangialavori, per continuare con Vito Pitaro e arrivare a Brunello Censore, ex parlamentare potente del Pd. Canali privilegiati con dirigenti sanitari potenti come Cesare Pasqua, Michelangelo Miceli, eccetera eccetera. Molte decisioni importanti venivano prese così, in un mondo fatto di intrecci e contatti tra politica, dirigenti Asp ed esponenti mafiosi. Le mense ospedaliere erano assegnate con criteri di pura logica mafiosa, i concorsi e le graduatorie dei concorsi per Oss seguivano la stessa sorte, le ispezioni ad attività commerciali idem. Tutte le persone citate, ad eccezione di Cesare Pasqua, non sono state indagate nell’operazione Carthago-Maestrale. Ma a noi non interessa l’aspetto giudiziario, ma vedere come la malapolitica ha ridotto la sanità. A completamento della vicenda, la notizia di qualche giorno fa con il Gup del Tribunale di Vibo Valentia che ha rinviato a giudizio il direttore Sanitario Angela Caligiuri e Michelangelo Miceli, direttore del distretto sanitario unico dell’Asp per concorso in abuso d’ufficio. Avrebbero nominato come direttore del distretto sanitario dell’Asp di Vibo un certo Vincenzo Damiani senza che ne possedesse i titoli e con una commissione che era tutto un programma.
Il presidente Occhiuto si era “arrisvigliato” alla buon’ora, e siamo stati facili profeti nell’insinuare che forse era un tentativo di crearsi una verginità di fronte ai rumori di palazzo che davano tempesta in arrivo. Scrivevamo: “Si butta con le mani avanti per non cadere indietro. Le iniziative intraprese dal nuovo Prefetto di Vibo Valentia, che nel giro di poche settimane ha inviato la commissione di accesso a Stefanaconi, Nicotera e soprattutto Tropea, considerato un Principato intoccabile, hanno tolto il sonno a molti politici e amministratori nel Vibonese e non solo”.
Il Quotidiano del Sud, in un articolo di qualche giorno prima, ci informava che il Comitato per l’ordine pubblico si era occupato dell’Asp di Vibo. “La questione è aperta tant’è che circa due settimane addietro della vicenda si sarebbe occupato il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal Prefetto Paolo Giovanni Grieco in una riunione con i dirigenti delle forze dell’ordine provinciali nonché esponenti di primo piano della Direzione distrettuale antimafia. Si attendono, dunque, le determinazioni dell’organismo nei confronti dell’Azienda vibonese della quale si parla diffusamente nelle carte dell’inchiesta Maestrale-Carthago e pertanto era inevitabile che lo Stato accendesse i riflettori sull’attività di palazzo ex Inam dopo che in precedenza l’aveva fatto l’Ufficio del procuratore Nicola Gratteri”.
Quindi forse qualcosa sta per esplodere. E’ un po’ come i segnali che provengono dai Campi Flegrei a Napoli, la terra ribolle accompagnata da piccole scosse di terremoto e tutti hanno paura che arrivi una scossa devastante. Il nostro presidente tenta di adeguarsi in modo tale quel giorno di poter dire, io l’avevo chiesto.
La tragedia però per il nostro Roberto Occhiuto, lo ribadiamo anche oggi, è che lui non è un passante qualunque, è il presidente della Regione, è il commissario della sanità – ma guarda il caso… -: lui non può continuare a fare il Ponzio Pilato. Non può auspicare seppur tardivamente l’intervento della magistratura e del Prefetto quando sarebbe stato anche e soprattutto compito suo accertare gli intrallazzi all’Asp di Vibo Valentia. Lui come commissario poteva e può controllare le carte e i fascicoli in tutti i momenti. Lui dovrebbe farlo e invece sa solo parlare e festeggiare gli anniversari della sua presidenza con codazzo al seguito. Non si capisce poi che ha da festeggiare, il nulla. Addirittura è da settimane che festeggia l’arrivo di 60 ambulanze. Un fatto di ordinaria amministrazione che viene fatto passare come un fatto storico. Come se le avesse pagate lui, di tasca propria, queste ambulanze.
Noi gli avevamo chiesto a maggio scorso di intervenire, ma lui ha fatto orecchie da mercante e ha continuato a non prendere decisioni. A suo tempo difronte alle accuse circonstanziate della Dda, di gravità enorme, gli avevamo chiesto, come commissario alla sanità calabrese che intendeva fare. E gli chiedevamo di proporre subito il commissariamento dell’ente. Un ente con un grado di inquinamento così alto, chiedevamo, come potrà controllare la trasparenza dei lavori del nuovo ospedale di Vibo Valentia? Non contenti del primo articolo, siamo ritornati sulla questione con un secondo e poi con un terzo articolo che illustrava la storia della penetrazione ndranghetista nell’Ospedale e nella sanità vibonese… https://www.iacchite.blog/vibo-elezioni-democratiche-tra-ciao-caro-e-che-forza-hai-tu-e-che-si-aspetta-a-sciogliere-lasp-per-mafia/
Il Prefetto Giovanni Paolo Grieco ha ordinato l’accesso agli atti per l’Asp di Vibo Valentia, vedremo se uscirà fuori tutto il marcio degli ultimi dieci anni compresi gli ultimi due sotto il commissariamento di Roberto Occhiuto. Avremo uno spaccato di quello che c’è scritto nell’ordinanza della Dda: “Il quadro investigativo emerso consente di avere un chiaro panorama di cointeressenza dell’Asp di Vibo Valentia sia con la criminalità organizzata e sia con esponenti politici di vario livello. Tale cointeressenza di fatto condiziona in modo totale l’esercizio delle funzioni dell’ente che mediante i propri atti risponde a logiche criminali e politiche invece che perseguire l’interesse pubblico afferente la sanità… Le risultanze acquisite, suffragate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, consentono di individuare specifici legami con i vari dirigenti medici da parte di esponenti politici e criminali”.
Attendiamo con ansia le parole di Roberto Occhiuto e della politica vibonese e calabrese. Vedrete che adesso il presidente Occhiuto riacquisterà la parola. Vedrete che dirà che lui aveva chiesto la commissione un mese fa, che lui ha mandato un generale all’Asp di Vibo e minchiate simili. Parole di un mese fa che già qualche testata autorevole al suo servizio sta rilanciando sul web. Ecco, visto che tra poco finirà il suo mutismo che dura da lunedì scorso per non commentare in nessun modo la sentenza del processo Rinascita Scott, speriamo che approfitti dell’occasione per dirci il suo parere sulla sentenza Rinascita Scott. Il bello è che la parola non l’ha persa solo lui, ma tutta la politica calabrese l’ha persa. Non parla la sottosegretaria Wanda Ferro, non parlano i segretari dei partiti, non parlano i parlamentari di tutti i partiti. Eppure ce ne sarebbero cose da dire sulla condanna dei massimi esponenti ‘ndranghetisti del vibonese, su quella dell’ex senatore Giancarlo Pittelli, e anche sulle assoluzioni di Callipo e su quella di Pietro Giamborino dall’associazione mafiosa. Forse si tace per non scontentare nessuno? Eppure dovrebbe essere compito del massimo esponente della Regione Calabria esprimere un giudizio su un processo definito storico e che di storico forse ha avuto poco. La domanda nasce spontanea: Ponzio Pilato si nasce o si diventa?