“Vibo, vi racconto la mia esperienza di bibliotecario in carcere: mi cacciarono perché arrivava il Sistema…”

Abbiamo ricevuto questa lettera che ci chiede l’anonimato. La pubblichiamo perché non c’è nulla di diffamatorio verso nessuno dei soggetti in causa. Non sappiamo se la convenzione tra Sistema Bibliotecario Vibonese e casa circondariale sia mai esistita e se in caso affermativo quali siano stati i risultati conseguiti. I protocolli di intesa sono previsti dal Ministero di Grazia e Giustizia quindi non abbiamo nulla da obiettare.

PROTOCOLLO D’INTESA PER LA PROMOZIONE E GESTIONE DEI SERVIZI DI BIBLIOTECA NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI ITALIANI (https://www.aib.it/documenti/protocollo-intesa-carceri-2023/)

Se i soggetti chiamati in causa volessero intervenire, pubblicheremo subito i loro interventi. Sarebbe interessante sapere se è vero che il protocollo non prevedeva l’utilizzo di detenuti per la gestione della biblioteca che a fine rieducativo sarebbe stato molto importante. Di seguito, la lettera che abbiamo ricevuto. 

Salve. Chiedendo cortesemente l’anonimato -viviamo in tempi drammatici- sento il dovere di testimoniare quanto accaduto durante la mia detenzione nella casa circondariale di Vibo Valentia. Dopo quasi cinque anni, trascorsi sempre nello stesso carcere, un giorno fui convocato -se non ricordo male- dal commissario che mi comunicava di essere il nuovo bibliotecario della sezione (che serviva due piani). In quel luogo di solitudine dell’anima, in quel momento mi misi a … tremare per la gioia. Beh, dopo oltre 2 anni, un giorno si presentò direttamente in biblioteca il nuovo direttore che mi “intimò” di spegnere tutto, consegnargli i registri e gli elenchi dei libri (che avevo fatto ex-novo impiegando oltre un mese) e di tornarmene in cella: il mio lavoro di bibliotecario finiva così. Ma ricordo che nel mentre toglievo le mie “cose”, mi disse che la biblioteca sarebbe stata gestita dal Sistema Bibliotecario Vibonese. 

Dopo quel giorno, sono rimasto in carcere per altri 3 anni. All’epoca in cui ho svolto questa mansione, buona parte dei detenuti leggeva tanto al punto che avevo scritto alla direzione circa la possibilità di avere nuovi libri…

Lettera firmata