Villa San Giovanni, quando il Pd andava dal prefetto per il conflitto di interessi del sindaco Siclari

Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni, ai domiciliari da ieri nell’ambito di un’indagine dei Carabinieri che ha portato all’arresto di 11 persone, è stato eletto primo cittadino l’11 giugno del 2017 a capo di una lista civica “LeAli per Villa”. Siclari è fratello del senatore di Forza Italia Marco. Il giorno dopo l’elezione venne sospeso per effetto della legge Severino, in quanto, come vicesindaco dell’ultima giunta, insieme all’allora sindaco Antonio Messina e a due assessori, era stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio nell’ambito del caso “Bandafalo'”, per aver concesso autorizzazioni a lidi e stabilimenti costruiti in area demaniale. Dopo una prima sentenza favorevole al Tar, e un’altra sentenza favorevole al Consiglio di Stato, Siclari è stato proclamato sindaco nel giugno 2017 ed ha potuto riprendere la guida del Comune, che fino ad allora era stato affidato alla vice sindaco Mariagrazia Richichi. Nell’ottobre 2017 su delega del ministro dell’Interno, il prefetto di Reggio Calabria aveva disposto un accesso ispettivo antimafia, che si era concluso positivamente per l’amministrazione in carica.

L’estate scorsa il nome del sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, era finito ancora alla ribalta delle cronache per una vicenda legata ad un palese e pacchiano conflitto di interessi legato a tutta la sua famiglia.

Il Partito Democratico di Villa sentiva all’epoca l’esigenza di esplicitare al meglio le ragioni che avevano condotto il suo Gruppo Consiliare, insieme agli altri esponenti della Minoranza, a predisporre e produrre – nel Consiglio del 28 agosto scorso – un documento, un’interrogazione rivolta al sindaco di Villa San Giovanni avente ad oggetto la questione “Parco dei Falchi”, l’incredibile confusione giuridico/amministrativa tra “interessi di famiglia” e Interesse Pubblico che coinvolge il sindaco Siclari.

Lo stesso sindaco che ha pubblicamente difeso la richiesta milionaria di risarcimento danni promossa dalla Società di famiglia contro il “suo” Comune; lo stesso sindaco che ha sostenuto le ragioni paterne contro gli atti amministrativi succedutisi nel tempo; lo stesso sindaco che – dalla “sua” Giunta – ha ricevuto il mandato a sottoscrivere la “procura alle liti” per “difendere”, in appello, la Città di Villa dall’azione dei suoi congiunti.
Basta uscire dalla stanza quando ci sono decisioni scomode da prendere? Basta rappresentare la propria estraneità formale dalla compagine societaria di padre e fratelli? Basta appellarsi al giudizio della “Gente” per smorzare ogni polemica, garantendo terzietà, senza, per altro, crederci davvero, ed anzi difendendo la ricostruzione storica offerta dalla Controparte giudiziaria del Comune di Villa San Giovanni?

Non è vero, invece, che la rivendicata funzione di leader indiscusso della propria Maggioranza e dei propri Assessori, fa di Siclari il Padre/Padrone delle decisioni, degli atti e dei destini di questa Amministrazione?
Non è vero, invece, che i giusti e legittimi diritti ereditari del sindaco sul Patrimonio familiare potrebbero avere molto a che fare con i 69 milioni che padre e fratelli pretendono dal Comune di Villa?
Non è vero, invece, che sul consenso facile di sodali e accoliti, dei tanti yes man – magari insinceri – che circondano gli uomini di Potere e gli imprenditori, deve sempre prevalere lo Stato di Diritto, l’Opportunità politico/amministrativa, il Bene della Comunità?

Per tutto questo, il documento, l’interrogazione, è stata inoltrata per conoscenza anche al sig. Prefetto di Reggio Calabria, per tutto questo la Minoranza consiliare ritiene che il coinvolgimento della massima Autorità di Governo nel Territorio, richieda un’audizione informata che sappia enucleare l’enormità di un conflitto di interesse che rischia di minare la tenuta democratica dell’Istituzione, il valore e la credibilità del ruolo del sindaco.

E tutto questo, inoltre, si accompagna ad un clima, ad un’aria pesante che segue spesso gli interventi pubblici e via stampa di Siclari e della sua Amministrazione:
è tutto un prendersela contro gli avversari politici degradati a nemici, uno svilire le critiche fondate e documentate come attacchi invidiosi ed interessati, un aggredire mediaticamente la Stampa libera e i redattori dei Comunicati delle forze politiche presenti in Città, perché, evidentemente, sarebbe più comodo silenziare, ridurre ai minimi termini, cassare ogni voce libera che sappia e voglia alzare la testa di fronte al potente pro tempore.
Non si dovrebbe discutere anche di questo con il sig. Prefetto? Non si dovrebbe, ancora, chiedere il Suo illustre parere su una Maggioranza che si regge su un solo voto, più volte puntellato e sostenuto da Consigli comunali indetti a tarda sera e, per ciò, limitati nella scarsa fruibilità mediatica da parte dei cittadini?

L’Amministrazione cittadina, il Consiglio Comunale, non dovrebbero essere la “Casa di Vetro” dei villesi? Il centro attrattivo di richieste accolte e soluzioni evase – in trasparenza – per l’interesse di tutti?
Ed invece, opacità si aggiunge a fumosità e annebbiamenti e tutto scorre tra le beghe delle tante forze in concorrenza della Destra-centro villese.
E paradosso si aggiunge a paradosso: perché il sindaco, per fare cassa, sembra industriarsi in iniziative estemporanee come il “Piazzale Anas” mentre, allo stesso tempo, con la sua famiglia, ricorre in appello per affossare definitivamente le speranze di riscatto della Città, attraverso una richiesta – occorre ribadirlo – di un risarcimento danni pari a 69 milioni di Euro.
Ecco, quindi, in sintesi, perché abbiamo interessato Sua Eccellenza Il Prefetto: per l’opacità e la paradossalità di un conflitto di interesse grande quanto una montagna, per un intreccio familiare che confligge con il bene della Città, per cercare di tutelare le economie dell’ente e, quindi, il suo futuro.
Soluzioni? Noi le abbiamo già proposte: o il passo indietro o il ritiro dell’aggressione giudiziaria.
È questo il tempo delle decisioni davvero libere! E noi crediamo che sia giusto discuterne con l’Organo monocratico rappresentante dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie.

Oggi, a distanza di pochi mesi, il colpo di scena dell’arresto di Giovanni Siclari.