LA DERIVA DEL WELFARE CALABRESE. E OCCHIUTO MUTO… 🔴
“Welfare? No, grazie. In Calabria c’è solo da brindare”. Tra calici alzati e selfie propagandistici, crolla il sistema di assistenza sociale
In Calabria il welfare è in coma, ma tranquilli: sui social dei nostri governanti è tutto un tripudio di sorrisi, selfie in posa plastificata, tavole imbandite manco fossimo in una sagra permanente del potere. C’è Occhiuto che sorride, Gallo che brinda, e l’intera “compagnia cantante” intenta a ballare sui resti di un sistema sociale che ormai cade a pezzi. I volti sono distesi e i filtri Instagram tirano più della dignità dei cittadini.
🔴 Ma veniamo al dunque: dov’è finito il welfare?
Il governatore, solitamente prodigo di proclami del tipo “prima di me il nulla, adesso l’Eldorado”, su questo tema sprofonda in un silenzio tombale. E forse fa bene, perché stavolta persino i predecessori, spesso oggetto dei suoi strali, sembrano santi al confronto.
Basti pensare all’Oasi Francescana di Cosenza, una delle poche strutture capaci di offrire un rifugio dignitoso nel degrado urbano. Oggi, come tante altre realtà, naviga a vista, tra tagli, ritardi e scuse burocratiche. Mancano quasi 2 milioni di euro solo per rimborsare i servizi del welfare nell’Ambito Territoriale Sociale di Cosenza. E no, non è una sciagura isolata: è lo standard in tutta la regione.
🏚️ Case famiglia in apnea, anziani abbandonati, disabili ignorati, donne fragili lasciate a se stesse. Le strutture arrancano, affogano nei debiti e, come unica ancora di salvezza, iniziano a licenziare. Addio educatori, addio psicologi, addio pasti caldi: bentornati agli anni bui del fai-da-te solidale.
A denunciare la situazione con coraggio (e un po’ di disperazione) è Pasqualino Perri, direttore della storica Casa San Francesco. Licenziamenti dolorosi ma inevitabili, perché i fondi si fermano a gennaio e noi, nel caso vi foste persi il calendario, siamo a luglio.
💸 Le cause? Facile: costi aumentati, richieste normative crescenti, personale qualificato da assumere, strutture da ristrutturare. Tutto questo senza che la Regione aggiornasse le tariffe di rimborso. Anzi, in un tragicomico paradosso, l’Ambito di Cosenza ha pure aumentato il numero delle strutture accreditate. E sapete com’è andata a finire? Le risorse – già scarse – sono state spezzettate come pane stantio in una mensa per poveri.
🍷 Intanto nei palazzi che contano, si brinda. Non alle vittime del sistema, ma a se stessi. Si brinda a ogni like, a ogni post autoreferenziale, a ogni foto col bicchiere in mano e il nulla alle spalle.
La Calabria che conta continua a farsi bella nei salotti e nei post sponsorizzati, mentre quella che vive – o meglio, sopravvive – aspetta ancora una risposta. O almeno, uno straccio di pietà.
Antonello Gaudio, cofondatore Oasi Francescana