Zuccatelli, missione compiuta: tutti gli ordini del superclan (già) eseguiti. Da Villa Torano ai tamponi in frigo

Quello vicino a Zuccatelli è proprio Pierluigi Bersani, il suo capo....

Il 3 giugno (mai giorno sarebbe stato più “azzeccato”) Zuccatelli annunciava le sue dimissioni da commissario dell’Asp di Cosenza. Il commissario sanitario uno e trino, che gestisce ancora Pugliese e Mater Domini a Catanzaro e ha gestito per qualche tempo la famigerata Asp a Cosenza, proprio nei mesi cruciali della crisi, mandato dal ministro Speranza su indicazione di Bersani, aveva scritto la lettera di dimissioni al Ministero proprio cinque mesi fa. E veniva motivata ufficialmente con i soliti motivi “strettamente personali”.

La verità è che Zuccatelli se ne andava sbattendo anche la porta, perché avrebbe voluto il posto di commissario ad acta di tutta la regione, insomma il posto del generale Cotticelli ma la richiesta era stata respinta. Ergo, non valeva la pena continuare. Almeno a Cosenza. Il manager infatti, purtroppo per i calabresi, ha continuato a svolgere le funzioni di commissario alla guida delle due aziende catanzaresi – l’ospedale Pugliese e il Policlinico universitario – per le quali era stato originariamente inviato in Calabria dal Governo. E lo aveva fatto proprio perché sperava ancora di essere nominato al posto di Cotticelli. E la nomina dopo 5 mesi è arrivata. Della serie: chi la dura la vince… 

Zuccatelli, tuttavia, nel suo breve periodo di guida dell’Asp di Cosenza era già passato alla storia per alcune “perle” che resteranno negli annali della malasanità calabrese come la decisione di elevare a Centro Covid l’ospedale di Castrovillari, salvo poi cambiare idea dopo meno di una settimana e dopo lo sputtanamento nazionale di Report nella celebre puntata di Pallaria. Ma anche l’ospedale di Cetraro, che è stato letteralmente fiaccato diventando Guantanamo per il contagio degli stessi operatori sanitari e Spokenstein per la mattanza di pazienti non positivi. Un disastro totale.

E che dire del suo decisivo intervento per prorogare il contratto alla cooperativa del Cinghiale di Cosenza (poi mollata per fare spazio ad altri imbroglioni della paranza) e per autorizzare il nuovo Centro Radiologico di don Pierino Citrigno? Medaglie da attaccarsi al petto… del malaffare.

Ma Zuccatelli è stato travolto anche dallo scandalo di Villa Torano, la Rsa del boss Claudio Parente da Catanzaro. “Scavalcato” come un birillo dai boss catanzaresi della sanità privata, si è dato da fare nel teatrino della ripetizione dei tamponi, funzionale solo a far prendere tempo alla Regione, e poi ha fornito i mezzi ai boss di cui sopra per non perdere i finanziamenti. Un comportamento da perfetto irresponsabile, con competenza… zero; più o meno lo stesso che ci ha regalato per l’ultimo scandalo dei tamponi in frigo, che l’ha visto in prima linea nel negazionismo a tutti i costi e nelle sceneggiate mediatiche annesse.

Per chiudere il quadro, ha nominato una sua protetta a capo dell’UOC di Programmazione economica dell’Asp di Cosenza, ha assunto medici con contratto di specialistica ambulatoriale a tempo indeterminato senza fare concorso e ha promosso alcuni amici degli amici che meritano un articolo e un capitolo a parte. Un profilo perfetto, degno della Prima Repubblica dalla quale – anche per motivi anagrafici – inevitabilmente discende. Ora è lui lo “scienziato” che gli amici degli amici del superclan dei calabresi hanno concordato con quel buffone del ministro Speranza. E i boss della sanità privata è da ieri notte che stanno brindando. Naturalmente… a champagne!