Calabria 2020, quando Jole-Maléna “tradiva” anche il povero Gegè per un posto alla Camera (di Concita De Gregorio)

Ripercorrere la “carriera politica” di Jole Santelli significa riepilogare una serie di “tradimenti” che evidentemente fanno parte del suo Dna. Sul web si trova ancora una fantastica testimonianza di uno dei primi “tradimenti” della capra (nel senso di ignoranza declinato alla Sgarbi) più famosa ed ottusa della Calabria. Era il 2001 e la “capretta” era tutta intenta a prenotare un seggio per diventare per la prima volta deputata. Il “sacrificato” fu Giambattista “Gegè” Caligiuri, che oggi posa felice con la Santelli tagliando uno dei tanti nastri della “pappatoia” ma che all’epoca era – come minimo – infuriato allo stesso modo del “povero” Occhiuto di oggi, che improvvisamente si è visto sfilare la candidatura alla Regione da Jole la traditrice. 

Di conseguenza, ecco la testimonianza della quale parlavamo. Si tratta di un magnifico “pezzo” di Concita De Gregorio. La giornalista di Repubblica rievoca il “casino” delle candidature di Forza Italia del 2001 e passa in rassegna tante storie e tanti volti, che ci ricordano l’Italia e la Calabria, tale e quale a quella di oggi… 

QUANDO JOLE “TRADIVA” ANCHE IL POVERO GEGE’ PER UN POSTO ALLA CAMERA

di Concita De Gregorio

Fonte: Repubblica 5 aprile 201

“Abbiamo reso “un servizio alla democrazia”, dice stremato Roberto Villetti (già segretario della FGS, l’organizzazione giovanile del Psi, direttore dell’Avanti!, e poi parlamentare di Forza Italia e grande collaboratore di Berlusconi, scomparso qualche mese fa, ndr). Sfinito, prosciugato, cerca nel suo pur vasto repertorio retorico qualcosa che nobiliti, che spieghi. Quindici giorni di suk. Di amatriciane fredde e notti in bianco. Due settimane di calciomercato ignobile, oggettivamente. Lo dicono persino Mancino e D’ Alema, solitamente sobri: un brutto spettacolo.

Cerca, Villetti, e trova questo: “Qualcuno doveva pur farlo. Questo sistema è orrendo, ma non l’ho fatto io. Bisognava dare agli italiani i candidati da votare. L’abbiamo fatto, ne siamo usciti”.

Urge la vera storia delle trattative sui collegi: quindici interminabili giorni di suicidi e di omicidi politici, un po’ horror un po’ grottesca, con Matacena inquisito che si commuove e quasi piange, il figlio di Calogero Mannino che difende l’onore del padre, il figlio di Craxi chiuso da Berlusconi in una stanza e Franco Marini, dall’altra parte, che fa “la volpe nel pollaio, aspetto le quattro del mattino apro le finestre li stordisco con l’aria fresca e poi li stendo”.

Questa storia prima o poi qualcuno la racconterà come si deve, magari con un film. Scena d’apertura: il colossale Rino Piscitello, Asinello, che si annoda un tovagliolo attorno al collo e al tavolo delle trattative infila la forchetta nell’amatriciana. Scusate, io mangio.

Scena finale: la procace Jole Santelli, giovane assistente di Previti poi del ministro della giustizia in pectore Marcello Pera, candidata da Berlusconi al posto del furibondo coordinatore regionale della Calabria Caligiuri. Santelli terrà comizi a Paola, Calabria. Roba per Tornatore con Malèna.

Arrivo di Jole Santelli alla riunione alla Camera dei gruppi del PDL, Roma, 30 settembre 2013. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Fin qui la grande Concita, che paragonando la Santelli d’annata a Maléna ci evita tutto il solito ambaradan di “sessismo” che di solito si accompagna ai giudizi espressi dai maschi cattivi contro le politiche “in carriera”. Il fatto che lo abbia scritto la De Gregorio in questo senso è una garanzia assoluta. Che va doverosamente accompagnata al commento sull’ira furibonda del “trombato” dell’epoca ovvero quel Giambattista Caligiuri, per tutti Gegè, che quando si incazzava ricordava tanto le sparate “isteriche” di Robertino e Mariolino Occhiuto…

Ma torniamo a Maléna e spieghiamo cos’era quel film ai giovani (soprattutto, ché noi vecchi lo conosciamo a memoria…). Ambientato in Sicilia negli anni della II Guerra Mondiale, è la storia della folle passione che un ragazzino, Renato Amoroso, nutre per la donna più bella e desiderata del paese: Malèna, interpretata da una splendida (se non apre bocca…) Monica Bellucci. Mentre Renato scopre la sessualità immaginando Malèna, di volta in volta, come la Jane di Tarzan, Cleopatra, la pupa del gangster o la bella dei calendarietti per barbieri… la donna vive le varie fasi della sua vita non senza difficoltà e… trionfi. E ci fermiamo qui per carità di patria. A futura memoria.