Catanzaro, Sant’Anna Hospital. Il ritorno di Rosanna e la “finanza creativa” dietro le teste di legno sull’asse Roma-Padova

Il “nuovo” corso voluto dai soci della clinica Sant’Anna SpA di Catanzaro è ormai partito già dalla data del 18 gennaio 2022, quando in Assemblea i soci determinano il cambio di marcia, facendo sì che i componenti del CdA Gianni Parisi, Soccorso Capomolla e Daniele Maselli rassegnino le dimissioni. Inizia la nuova era per il Sant’Anna Hospital. Si apre un mondo nuovo rispetto al provincialismo del management dimissionario – che ha tenuto in piedi la struttura riattivando le procedure con l’Asp di Catanzaro – e a clinica catanzarese viene lanciata sul panorama nazionale e forse internazionale della finanza – in qualche paradiso fiscale schermato (!?!) –, quella creativa e speculativa.

I nuovi dirigenti nominati dalla proprietà di Villa S.Anna, la famiglia Frontera nelle persone del prof. Franco Frontera, Lucia Bisantis, Rosanna Frontera e Domenico Frontera, sono tutti di importazione lungo la tangenziale Roma-Padova, e questo è un elemento che ritornerà spesso. I nuovi componenti del Consiglio d’Amministrazione sono: Franco Mariani, commercialista romano; Mario Coi, direttore amministrativo dell’ospedale Israelitico di Roma e Francesca Galasso, di Padova socia fondatrice della G&C Consulting (si vedono tutti e tre nella foto di copertina).

Niente di fantascientifico ci viene da dire, niente di particolarmente di pregio rispetto al CdA dimissionario, fatto salvo che il dott. Mariani è da sempre il rappresentante fiduciario di Domenico Frontera, quando il rampollo di casa Frontera si disinteressava del controllo autentico delle sue quote, perché a governare c’era la sorella Rosanna, artefice insieme al marito Failla di “Cuore Matto”. Gli altri due componenti del CdA del “rilancio” sono del tutto anonimi: Mario Coi è un grigio dirigente dell’Israelitico, mentre la Francesca Galasso viene dal ricco Triveneto, da Padova “la dotta” un aggettivo che non sembra sposarsi con la tipa, che è certamente “una bea tosa”, ma nulla di più, con buona pace dei suoi selfie sui social: quelli tutto tette e muso a culo di gallina!

Non c’è da gridare allo scandalo. Questa è sempre la tecnica usata per schermare chi realmente governa i processi – Rosanna Frontera –: mettere in prima fila il nulla, dove la migliore espressione forse comunicativa è la “toseta”, quella che ci ricorda la pubblicità dei “4 Salti in Padella”: «Petto o coscia? Coscia. Peccato, è tutto petto!».

A distanza di sei mesi dal 18 gennaio 2022, la data del molto presunto rilancio della clinica… i risultati tardano a venire, anzi arrivano al contrario: dimissioni del personale; interventi sospesi per mancanza di cardiochirurghi o anestesisti; blocco delle prestazioni; fatturato inesistente. Ma il nuovo vento ormai soffia sul Sant’Anna Hospital: è il vento di Rosanna, una specie di ciclone tropicale la cui devastazione riporterà i resti sulle scrivanie della Procura di Nicola Gratteri. E’ lei che presidia gli appartamenti “sensibili”: quelli interdetti all’esterno e blindati in una sorta di isolamento umano, dove si sperimenta una nuova proposta di violenza psicologica, che potrebbe – la notizia dovrebbe essere ghiotta per la Procura della Repubblica – sconfinare in quello che si chiama penalmente circonvenzione di incapace. E’ la magia di “Cuore Matto” che ritorna, che scrive lo spartito di Dio nelle stanze al terzo piano, nello stabile degli appartamenti sensibili, da dove è stata partorita la modifica statutaria approvata nell’Assemblea dei Soci del 7 giugno 2022, la data che verrà scritta come quella di (ri)partenza della truffa di Rosanna 2.0: il “ritorno”.

http://www.iacchite.blog/catanzaro-al-santanna-hospital-arrivano-i-maghi-delle-truffe/

Non possiamo dire che Rosanna Frontera nel periodo di interdizione disposto dal Gip non ci abbia provato a ritornare a governare il futuro del Sant’Anna Hospital nonostante i danni causati. Certo che ci ha provato! Ma ha ricevuto in cambio un garbato e fermo niet, rispetto a quello che ad ogni buon conto era un tentativo di riformulare un reato in presenza di una interdizione, senza figurare e scaricando la responsabilità sul presidente dell’allora CdA, Gianni Parisi. Anche questo è stato uno dei tanti motivi che hanno consumato il tempo ed il gradimento del CdA Parisi, Capomolla e Maselli, quello scaduto pochi giorni dopo lo svincolo dell’interdizione di Rosanna Frontera.

Un dato è assodato – lo dovrebbe verificare la Procura di Gratteri nel quadro degli accertamenti penali sulla vicenda contabile da 17,5 milioni di euro che interessa la Corte dei Conti – che Rosanna Frontera è ritornata a gestire la clinica Sant’Anna Hospital coprendosi dietro le teste di legno ed in particolare, scoprendo nuove affinità – non elettive – ma criminali con Alessandro Castellini, il commercialista padovano che la rappresenta in seno alle assemblee e che accompagna, o meglio scorta e controlla le attività dei componenti del nuovo CdA.

Siamo ritornati all’origine dei mali della clinica, quei lunghi vent’anni di razzia fatta dai coniugi Failla-Frontera:  il cui impegno veniva retribuito con circa 12 mila euro mensili cadauno; che ha portato la clinica a pagare circa 2 milioni di euro di risarcimento agli eredi di pazienti deceduti perché per abbondanti due anni la clinica diretta dalla Rosanna Frontera operava senza polizza assicurativa, quella peraltro richiesta dalla legge Gelli-Bianchi; che minacciava i medici ed i risarcimenti pagati nell’ordine di centinaia di migliaia di euro sono la prova; che ha svincolato nuove relazioni con il personale, avvalendosi del solito caposala leccaculo, che continua a fare lo spione a turnazione per conservarsi il posto; che impone e dispone della voce e della coscienza delle sigle sindacali, Usb prima di tutti, che dal suo ritorno – quello di Rosanna – parlano a gettone e secondo una scaletta già confezionata.

Però il (ri)lancio del Sant’Anna Hospital è già scritto, così si dice! Bisogna solo capire come ed in che modo, se nel gioco si ritorna alla casella iniziale negli uffici di Nicola Gratteri o se, la casella prevede la (s)vendita in saldo nelle mani degli avvoltoi calabresi, magari con un giro largo in direzione Roma-Padova e qualche paradiso fiscale da black-list, quelli che il buon Failla aveva contattato prima di essere mandato in esilio estivo dalla moglie accusato di stalking. Una cosa a cui non ci crede nessuno conoscendo la megera o stregaccia che dir si voglia.

La verità è tutt’altra ed è stata scritta nell’Assemblea dei Soci del 7 giugno 2022, dove Castellini rappresentava Rosanna Frontera e dove si consumava il primo atto, il trasferimento del 77% del capitale di Villa S.Anna SpA nelle mani di una “società fiduciaria”, rompendo di fatto il patto di prelazione che garantiva la titolarità della clinica nella mani della famiglia Frontera, quella che prima delle incursioni e delle reclusioni, era una garanzia per la città di Catanzaro ed anche per la regione Calabria e, per il centro di eccellenza nelle malattie cardiovascolari, che giorno dopo giorno sotto i colpi dei “barbari” sta lentamente morendo.

Sbaglia chi parla di vendita delle azioni della società, quasi ad immaginare l’acquisto della clinica da parte di altri. Non c’è stata nessuna cessione di quote e nessun cambio di proprietà, perché la proprietà resta sempre quella ed i 2/3 terzi del capitale in testa a Franco Frontera, Lucia Bisantis, Rosanna Frontera e Domenico Frontera sono stati conferiti all’interno di una società fiduciaria, una specie di trust, le cui finalità sono quelle di difendere il patrimonio dei singoli da eventuali creditori e, aggiungiamo noi renderlo difficilmente rintracciabile all’azione della Procura di Nicola Gratteri e della Corte dei Conti.

Così è nata Sanità Futura sas di Mario Sabatini & C., con sede in Roma e con un capitale pari a €.3.866.660,00, interamente sottoscritto da Fidimed Fiduciaria Srl (a socio unico) mediante l’apporto delle quote di Villa S. Anna SpA, stimate a 10 euro per azione. Dal compendio messo nelle mani della Fiduciaria, restano fuori le quote di cui è titolare Fausto Frontera, pari al 22% del capitale sociale di Villa S. Anna SpA, quasi a marcare una differenza, anche morale, di gestione ed a sottoscrivere una differenza ed una distanza dalla gestione delle “teste di legno” a targa Rosanna Frontera.

Altre sono le  sorprese che ci riservano le notizie ed i documenti, che i meno avvezzi liquidano come una cessione, ma che invece al loro interno nascondono clausole ed intrecci societari, che definire opachi e pericolosi, è un puro eufemismo.