Cosenza, blitz a Palazzo Salfi: una società di leasing rientra nel possesso dei suoi beni

Blitz a Palazzo Salfi a Cosenza. Nei giorni scorsi emissari di una società di leasing hanno ottenuto (a distanza di anni) di nuovo il possesso dei beni. Ecco cosa è accaduto.

Palazzo Salfi lo conosciamo tutti come il simbolo dell’opulenza dell’Architetto (come lo chiamano i suoi più intimi collaboratori: noi preferiamo sempre e comunque cazzaro), teatro di tante visite ufficiali di Ministri e deputati, ma anche sede legale di una miriade di società che come scatole cinesi hanno strenuamente depistato le indagini della bancarotta fraudolenta per la quale Mario Occhiuto è sotto processo.

Ebbene, parte del “palazzo” è all’asta presso il Tribunale di Cosenza e spesso ve ne abbiamo raccontato la storia (http://www.iacchite.blog/cosenza-saccheggiata-palazzo-salfi-allasta-il-caso-del-professionisti-associati-pisani-e-vercillo/).

Ma oggi – finalmente – riusciamo anche a raccontarvi dell’altra parte del “palazzo” che comprende le celeberrime Cucine di Palazzo Salfi, il ristorante che per breve tempo era stato affidato a Renato Nuzzolo, il plurifallito “socio occulto” del cazzaro, e parte degli uffici.

Questa altra metà attendeva da tempo che la società di leasing, proprietaria effettiva dell’immobile per inadempienze contrattuali (il cazzaro, com’è facile intuire non ha mai pagato), ritornasse ad avere le chiavi. Ci è stato comunicato che qualche settimana fa sono sbarcati a Cosenza alcuni impiegati della società a riprendersi il “possesso del bene” firmando sotto la parola fine della pantomima del cazzaro.

Ricapitolando. e per una migliore comprensione dei fatti: Mario Occhiuto è sotto processo per bancarotta fraudolenta (l’ultima udienza è stata celebrata il 2 novembre scorso), dopo una condanna a un anno e quattro mesi col rito abbreviato comminata alla sorella Annunziata Occhiuto. E proprio dagli atti di questa inchiesta è emersa la marea di melma concepita da menti votate alla truffa continuata. La marea di società infatti partiva dalla Ofin, fondata nel 1996, insieme alle altre società, tutte in rapporti con la Ofin. C’erano poi la Feel srl, detenuta al 50% dalla Ofin e per il restante 50% da Emanuele Occhiuto; la Zenobia srl, di cui Mario Occhiuto detiene quote pari al 24% (su cui grava un pignoramento di Equitalia Sud); la Oltrestudio, in cui figura con la simbolica quota dell’1% anche Roberto Albano (già capo segreteria dell’ex sindaco), mentre il restante 99% era detenuto da Mario Occhiuto; e la Mostre e Servizi Ingegneria, ovvero l’ex MOA, oggi interamente di proprietà di Annunziata Occhiuto, subentrata al fratello Mario nel 2011.

Oggi, dunque, una parte di Palazzo Salfi torna nella proprietà della società di leasing e il cazzaro – di regola – non potrebbe più entrarci. Usiamo il condizionale perché qualche “vicino” giura di averlo visto ancora negli uffici di Palazzo Salfi al telefono e pure in dolce compagnia. Evviva il porto delle nebbie.