Cosenza, informatori scientifici. Diritto di replica all’associazione Fedaiisf

Egr. Direttore,
sono Lello Esposito, presidente di FEDAIISF Cosenza, nonché correo delle “carognate” perpetrate ai danni di altri colleghi, in responsabilità condivisa col dott. De Paola.
Non le nascondo il profondo senso di imbarazzo che mi pervade, mentre le scrivo questa lettera. Ho quasi 70 anni e mai, dico mai, mi sono visto costretto ad elencare dei fatti a difesa della mia persona e dell’Associazione che ho l’onore di rappresentare, la quale consta di 76 iscritti.
La mia onestà intellettuale e la mia moralità sono note a tutti coloro che hanno incrociato la mia vita e, mi creda, non sono pochi.

Colgo l’occasione, a partire dall’articolo precedentemente pubblicato, per rendere manifesto quanto verificatosi qualche giorno fa, durante l’incontro avuto col dott. De Paola, al quale ha presenziato anche la mia collega, dott.ssa Deborah Malizia.
Le premetto che, dopo aver svolto per oltre 30 anni la professione di informatore scientifico del farmaco, sono attualmente in pensione. Tuttavia, continuo ad onorare l’incarico di presidente dell’Associazione sopradetta, a titolo gratuito, perché ritengo un dovere morale l’essere a servizio dei miei colleghi, specialmente quelli più giovani.

L’Associazione, ufficialmente riconosciuta, è aperta a tutti gli informatori. Il costo partecipativo è irrisorio: ammonta, infatti, a circa 35 euro annuali. Io stesso, più volte, ho sollecitato i miei colleghi non iscritti a farne parte.
La nostra è una professione che, ahimé, spesso viene fraintesa e stigmatizzata. Di continuo, infatti, non viene riconosciuta dignità al nostro ruolo in ambito sanitario: siamo noi le figure deputate ad informare e aggiornare il medico, circa le caratteristiche e l’evoluzione dei farmaci che presentiamo.

Da qui, l’importanza e la necessità dell’associazionismo: uniti e numerosi, possiamo tutelarci e rendere consapevoli i cittadini della rilevanza del lavoro da noi svolto.
Vengo ai fatti. In qualità di presidente e pertanto di delegato, ho avuto un colloquio con il dott. De Paola, al fine di poter ripristinare l’accesso degli informatori scientifici all’interno del nosocomio cosentino, durante l’emergenza Covid ancora in atto.
Mi è stato dunque chiesto quanti informatori fossero presenti sul territorio, avendo l’Azienda Ospedaliera la necessità oggettiva di regolamentarne in maniera precisa ed inequivocabile gli accessi, così da consentire anche agli stessi informatori di organizzare gli itinerari lavorativi giornalieri.

Ho potuto fornire numeri e nominativi precisi dei membri iscritti all’associazione, appunto perché quantificabili. Tuttavia, ho specificato che ad agire sul territorio fossero molti di più e che i non iscritti presentavano la stessa necessità degli iscritti, di accesso all’Ospedale, essendo tutti informatori scientifici.
Non mi è stato possibile fornire nominativi precisi circa i non iscritti poiché, non esistendo un albo per la nostra professione (obiettivo che cerchiamo di perseguire, tramite FEDAIISF), non posso essere a conoscenza dell’identità di tutti i colleghi che svolgono questo lavoro.
In sintesi, dal momento che era necessaria la calendarizzazione degli accessi ospedalieri, data l’emergenza Covid, ho fornito l’elenco di nomi di cui sono in possesso, ovvero quello degli iscritti all’associazione. Ma ho ribadito, comunque, che questa esigenza era condivisa anche dai non iscritti.

Questi i fatti, per i quali la collega dott.ssa Malizia è disposta a fornire la sua testimonianza.
Nell’articolo pubblicato, veniamo definiti come appartenenti ad un’associazione filomassonica politica. Mi domando cosa la trasparenza e la precisione, di cui sono stato garante, abbiano a che vedere con la massoneria e, ancor di più, con una certa politica da cui da sempre ho preso e continuo a prendere le distanze.
Domando altresì al collega, autore della lettera pubblicata su Iacchitè, se il suo agire è rispondente ai principi della correttezza, da me praticati. Le confesso che quest’ultimo interrogativo mi sconcerta e addolora al contempo, dal momento che chi diffama un’associazione (nata per tutelare la professione) e la mia persona dequalifica e svaluta l’importanza e il ruolo dell’informazione scientifica, in un momento per noi estremamente delicato.
Di questi tempi bisognerebbe aggregarsi, non demolirsi. Proprio perché tutti i colleghi vivono una grande incertezza in merito al futuro lavorativo.
Tanto dovevo, al lavoro di tutti i miei colleghi, e sono tanti, deontologicamente corretti.

Cordiali Saluti
Lello Esposito